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mercoledì 31 agosto 2016

La Transamerica Pyramid (San Francisco) ricamata a punto croce

     Se osservate lo skyline della città di San Francisco, al cinema o dal vivo, è la Transamerica Pyramid l’edificio più riconoscibile. Al civico 600 di Montgomery Street, nel cuore del Financial District, si erge questo maestoso grattacielo. Fu costruito nel 1972; ha 48 piani ed una guglia; è alto circa 260 metri ed è l’edificio più alto in città. Ciò garantisce una panoramica di San Francisco a 360°.
Transamerica Pyramid San Francisco ricamata punto croce Silvana Calabrese - Blog
     La sua forma piramidale fu ideata dall’architetto William Pereira il quale sostenne che rastremare l’edificio lo avrebbe snellito consentendo una maggiore luminosità degli interni. 
     È sede di una compagnia di assicurazioni e finanza.
     Le mura sono inclinate di 5°. Il palazzo possiede ben 3678 finestre che si aprono verso l’interno per consentirne la pulizia (un lavoro che richiede un mese di tempo). A partire dal 29° piano partono le due ali prive di finestre, ospitano gli ascensori e le scale.
     Ho deciso di ricamare la Transamerica Pyramid su tela aida con la tecnica del punto croce.

     Se desideri ricevere lo schema, contattami

domenica 28 agosto 2016

La grande energia delle ispirazioni

La scorribanda legale ha la sua Web Tv

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Il libro in questione è Lungo i sentieri dell'identità
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mercoledì 24 agosto 2016

Intagli di frutta e verdura. Mela farfalla

Decorazioni con i prodotti della natura: mela farfalla 
Vi siete mai fermati ad ammirare una farfalla? Probabilmente sì. Ne ammirate la perfezione, la simmetria, la vulnerabilità. Ma poi vola via. È una meraviglia della natura.
Da oggi potrete ammirare una farfalla tutte le volte che desiderate. 
Intagliatene una da una mela e la magia sarà riprodotta. 
Intagli frutta e verdura Mela farfalla Silvana Calabrese - Blog
L'articolo fa parte della sezione "Intagli di frutta e verdura"
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domenica 21 agosto 2016

Berrettino all’uncinetto

    Per essere trendy rievocando una moda in auge nel 2003 si possono creare dei berretti all’uncinetto. 
    La lunghezza è variabile in base all’effetto ricercato: non troppo lungo per far fuoriuscire eventuali frange oppure estesa per permettere di creare un risvolto. 
Berrettino all'uncinetto Silvana Calabrese - Blog
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mercoledì 17 agosto 2016

Voci chicane – mericans e altri racconti

Recensione: Pilar Godayol (a cura di), Voci chicane – mericans e altri racconti, trad. di  Annarita Taronna, Besa Editrice, Nardò (LE) 2005, pp. 162, € 13.
Quando la scrittura diventa catarsi, nonché atto di libertà, ecco che vengono alla luce questioni considerate tabù. Talvolta però, questa alternativa al silenzio, all’insegna della rivendicazione del proprio corpo, può avere connotati impetuosi, perchè la scrittura ha una potenzialità intrinseca: funge da cassa di risonanza e dunque facilmente enfatizza termini, frasi, paragrafi.
Voci chicane Recensione Silvana Calabrese La Nuova Ricerca
Nel racconto Guadalupe, la dea del sesso, emerge il mistero dell’essere donna. L’anatomia e la fisiologia del corpo femminile sono sconosciute ad alcune donne per l’arretratezza culturale mantenuta costante da un sistema religioso imposto nel tempo dal costume.
Conosci te stesso, la massima espressione filosofica e morale dell'occidente, si riflette ampiamente nelle scrittrici chicane. L'antica proposta socratica è piuttosto di difficile realizzazione, perchè l'identità umana non è statica, ma fluida, in continua evoluzione. Uno dei mezzi fondamentali, utili a ricostruire ogni identità, è il periodo dell’infanzia. L’emarginazione e la discriminazione sociali hanno il loro germe da un lato in quella supposizione infantile di invisibilità, dall’altro nel comportamento di ciascun individuo, così come viene esemplificato nel racconto Il dono?
Il primo brano, Mani, presenta una realtà chicana intrisa di miti, leggende e superstizioni, cui molti sono fortemente legati, forse anche in modo ossessivo, al punto da non accorgersi che un tentativo di soluzione è più vicino di quanto pensino e consiste nel mettere in pratica quello che in psicologia della comunicazione prende il nome di stile assertivo. Consiste nel riconoscere le proprie emozioni, le proprie debolezze, i propri bisogni e di comunicarli, aiutando al tempo stesso il proprio interlocutore a esprimere a sua volta i propri sentimenti. Appare chiaro che chiunque sia in grado di relazionarsi a questo livello è padrone incontrastato delle dinamiche comunicative.
Riconosco che il racconto Miss Clairol mi ha colto di sorpresa per la ricerca spasmodica della sessualità seguita da un miscuglio di impaccio, disgusto, infatuazione, illusione di vero amore. Il “romanticismo” è costantemente trasformato in un rapporto di concretezza e di istinti. Ci troviamo di fronte a descrizioni violente, crude, come quella acre della “prima volta” e invano ci aspettiamo pagine soavi e al tempo stesso struggenti del primo bacio e di sguardi come promesse.
Nello spirito del libro che si ferma a ritrarre strati umili della popolazione, legati allo slancio e all'istinto più che alla razionalità, si colloca di Sandra Cisneros Piccoli miracoli, promesse mantenute. È un elenco di ringraziamenti e di ex voto, pratica diffusa in passato anche in occidente, ormai divenuta obsoleta con l'avanzare della civiltà industriale, cui ricorrono con l'ingenuità propria delle popolazioni incolte che non hanno altro strumento di elevazione.
A Pilar Godayol si deve la possibilità di leggere queste pagine che fanno da eco ad una realtà lontana dalla nostra e che ci induce a riflettere sullo stile di vita di persone che hanno perso in partenza la battaglia contro la sorte, intrappolate come sono nel vortice di quei sistemi culturali stereotipati, lontani da ogni offerta di soluzione. Forse unica loro consolazione è quella di ignorare l'esistenza di realtà completamente diverse da quella che vivono.
Si coglie nelle pagine del libro una profonda ingenuità e un senso del pudore imposti dall'alto dalla religione, quella stessa cui si può imputare l'accusa di una dilagante confusione che si ripercuote in particolar modo sulle donne e genera massima vergogna verso ciò che è naturale. Dare voce a chi prima non ne aveva è una conquista di civiltà. In ambito forense si potrebbe pronunciare l'espressione chiamare a deporre un teste. Chiamiamo a deporre ancora una volta Sandra Cisneros, autrice del brano Guadalupe, la dea del sesso:
«Essere donna è un gran mistero. Io ignoravo il mio corpo così come qualsiasi mia antenata che si nascondeva sotto un lenzuolo con un buco al centro quando il marito o il medico volevano 'visitarle'. La religione e la cultura, la cultura e la religione, non fanno altro che accrescere questa confusione, un'idea vaga su ciò che accadeva 'lì giù. Mi vergognavo così tanto delle mie parti basse che ancora in piena giovinezza non sapevo di avere un orifizio chiamato vagina; ero convinta che il ciclo mestruale arrivasse attraverso l'uretere o, forse, attraverso le pareti della pelle».

La recensione è apparsa su «La Nuova Ricerca», Rivista del Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia Moderna, anno XVII–XVIII, N. 17–18, Fabrizio Serra Editore, Pisa–Roma 2008–2009, pp. 303–304.

domenica 14 agosto 2016

Sculture con i palloncini. Sciabola da corsaro

     Ritrovarsi ad una festa per bambini senza animazione.
     Osservare un’intera ciurma di infanti in preda all’ammutinamento.
     È un’emergenza.
     Da buon capitano, non puoi permettere che la nave si incagli. Salva il tuo equipaggio dalla noia con una scultura rapida. 
     Dona loro una sciabola da corsaro.
sciabola da corsaro scultura palloncini Silvana Calabrese Blog

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Mix di sculture ;

mercoledì 10 agosto 2016

Disoccupazione giovanile e pensioni: miscela esplosiva in agguato

     Una delle patologie che affligge la società è l’egoismo associato all’incapacità di individuare nessi causali. La disoccupazione (soprattutto giovanile) sfiora nuovi record, ma è il picco di indifferenza intergenerazionale a destare maggior orrore. Agli estremi della piramide anagrafica si collocano gli anziani con le pensioni d’oro, argento o bronzo (quelle minime) e i giovani adultescenti che terminati gli studi non possono far altro che regredire allo stato embrionale. Parlare in questi termini equivale a «piangersi addosso», espressione infelice e poco aulica con la quale i governanti spronano al cambiamento. Uno dei nostri obblighi è l’informazione, ma abbiamo anche dei precisi doveri verso il raziocinio, eppure vige intorno a noi la stasi più truce. I pensionati o colori i quali sono vicini alla culla del sistema previdenziale ignorano, probabilmente, che il loro futuro immediato è strettamente vincolato allo stato di salute impiegatizia dei più giovani. In Italia, infatti, sono i lavoratori di oggi che con i loro contributi pagano le pensioni. Si tratta di un sistema il cui equilibrio viene garantito dal patto intergenerazionale. Nessun pensionato ama che gli si tocchi il gruzzolo, specie se si tratta di pensioni d’oro! Ma allora siamo tutti collegati da un sottile fil rouge che non si può scindere.
Silvana Calabrese Italia Blog La scorribanda legale
     Capita che anziani in età pensionabile o impiegati che hanno cumulato molti anni di lavoro rivolgano ai più giovani, in stato di precarietà, quesiti circa i loro progetti e sogni. In un contesto tanto critico domande simili sono paragonabili a lame arroventate che lacerano la carne. E la cosa sembra appagare il loro sadismo. Non dispensano consigli, ma con estrema superficialità dimostrano di sottovalutare la realtà. Trascurano il fatto di non essere realmente al sicuro poiché un’atroce conseguenza è più vicina di quanto si creda. È un’ombra silenziosa l’economia sommersa. Pensate a quei giovani che hanno studiato con serietà ed anche a quei padri/madri di famiglia senza lavoro. Ora immaginate il vuoto interiore che provano, un vuoto che si amalgama con il senso di abbandono da parte della società e dei politici che affollano Montecitorio. L’unica speranza è il lavoro nero, le cui possibilità di guadagno placano la disperazione e non rappresentano il frutto della furbizia di medici e liberi professionisti. Chi fa della parsimonia la propria virtù è in grado di crearsi un fondo pensione. In questo caso il vero danno lede lo Stato e quei lavoratori tanto indifferenti verso la realtà giovanile ed incauti nell’impiego dell’egoismo. Solo unendo le nostre forze possiamo trovare una soluzione migliore. 
     Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 23 gennaio 2015, p. 20.

domenica 7 agosto 2016

Annuncio, cercasi boss per matrimonio

La scorribanda legale ha la sua Web Tv

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