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mercoledì 25 agosto 2021

La villa del mistero - Romanzo thriller fantastico visionario


Silvana Calabrese, La villa del mistero, Booksprint Edizioni, Salerno 2021, pp. 152. 

Copertina romanzo giallo La villa del mistero di Silvana Calabrese
Autore: 
Calabrese Silvana
Titolo dell’opera: 
La villa del mistero
Genere dell’opera: 
romanzo thriller fantastico visionario

Sinossi
     Questa storia è ispirata ad una villa disabitata realmente esistente in cui solo il mistero dimora abitualmente.
     Emilia Vinci è una giovanissima giornalista professionista che non ha mai pensato di poter vivere o lavorare in altro luogo se non nella sua città, nel profondo meridione d’Italia.
     Fin da bambina ha sempre ostentato una propensione per lo studio e le ricerche e a quanto pare non ha mai perso la sua peculiare inclinazione. Nonostante questo, nessuno si sarebbe atteso molto da una cronista, agli albori della carriera, ostinatamente ancorata al mezzogiorno. Ma a volte le cose riescono a stravolgere la realtà più stantia. 
Romanzo La villa del mistero Silvana Calabrese
     A dispetto di ogni avara aspettativa, sarà proprio lei a riportare alla luce un fatto di sangue accaduto quarant’anni prima nell’alta società barese e a risolverne definitivamente il giallo. Raggiungerà l’apice del successo giornalistico con un’indagine e una scoperta in perfetto stile cold case. Tuttavia non sarà tutto merito del suo ingegno e della sua perseveranza, bensì del carattere ricorrente di alcuni strani sogni, tutti incentrati su una misteriosa villa abbandonata sita nel suo vicinato.
     Sono rari i casi in cui il mondo ultraterreno stabilisce una connessione profonda col regno dei vivi. È una circostanza talmente inedita e inquietante che la protagonista ne ha voluto lasciare traccia con un resoconto scritto, un libro che non può non essere pubblicato.
     Tutto ebbe inizio col suo sofferto trasloco, nel periodo adolescenziale, in un appartamento nella periferia cittadina. Il suo balcone era prospiciente un’immensa villa quasi completamente sommersa dalla vegetazione più fitta. Emanava una costante aura misteriosa. Dipendeva da alcune sinistre vicende che molti anni prima ne avevano coinvolto i residenti e sconvolto l’opinione pubblica. Emilia ha sempre assicurato di non esserne mai stata ossessionata, a differenza di tutti gli altri, ma fu proprio lei a notare le prime agghiaccianti stranezze.
Ville spettrali     Col crescere dei suoi impegni formativi prestò sempre meno attenzione a quella proprietà. Ma tredici anni dopo, raggiunta la sua ambita affermazione professionale, tornò a volgere lo sguardo tra le intransigenti fronde degli alberi della villa.
     La sua sfera onirica iniziò ad essere invasa da alcuni sogni sulla dimora inabitata, ma non vi diede alcun peso. Poco tempo dopo si spalancarono i cancelli della villa del mistero per avviare invasivi lavori di potatura uniti alla bonifica dall’amianto. Da allora non riuscì più a staccare gli occhi da quella proprietà stregata finché la visione di qualcosa che non poteva essere reale la atterrì completamente. Quelle opere di manutenzione dovevano aver turbato una quiete spettrale rimasta intatta per decenni e tutto fu sul punto di cambiare per sempre. Fece nuovi strani e particolareggiati sogni che sembravano messaggi soprannaturali. Emilia sentì di dover indagare fino in fondo se voleva ritrovare la serenità perduta. C’erano fatti di cronaca da riesumare, una verità da evocare, un intreccio di vicende da ricostruire, una razionalità da sospendere, una serie di visioni dalle quali lasciarsi guidare e un caso da risolvere… proprio nel cuore della tetra notte.
Spettri fantasmi

Silvana Calabrese La villa del mistero romanzo thriller

Dietro le quinte…

Ci racconta un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

     I miei romanzi sembrano trarre una fonte di ispirazione dal balcone di casa mia, quando lascio andare lo sguardo senza una precisa aspettativa. La villa, anzi, lo spettro di quella che un tempo doveva essere una bella villa, esiste realmente. L’aura di mistero che l’avvolge è forse più soggettiva. I sogni ricorrenti riguardanti le vicende di quella residenza abbandonata sono invece reali e personali. Si direbbe davvero che possa esserci una connessione tra il mondo dei vivi e quello dei morti e che scienziati di ogni epoca hanno cercato di individuare una modalità di contatto stabile e costante.

Cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera?

     Scrivere è la mia professione e la considero un impegno serio da affrontare con precisione e rispetto di precise scadenze. Allo stesso tempo è una grande soddisfazione percepire le proprie idee fiorire durante la stesura e dopo aver terminato la stessa, trascorsi alcuni mesi, torno a leggere quella produzione dell’intelletto e mi sembra un piccolo miracolo. Non ci avevo mai fatto caso con gli articoli del mio blog “La scorribanda legale”.

     Nonostante scriva per mestiere, non mi sarei mai immaginata “La villa del mistero” e non perché non mi reputassi in grado di scrivere un thriller, ma perché sono stati dei sogni ricorrenti a indurmi a considerare questa eventualità. Il fatto che l’intreccio sia liberamente ispirato ad una villa reale desta non poca curiosità. Quindi il mistero è fitto.

La scelta del titolo è stata semplice o aveva varie alternative?

     Avevo pensato a diverse alternative ma poi non volevo assolutamente discostarmi dalle parole chiave “villa” e “mistero” e quindi ho scartato le altre opzioni. Questi due piccoli satelliti semantici dovrebbero riuscire a far cogliere la fitta trama che lega gli eventi della storia.

Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

     Direi che Emilia Vinci è il mio alter ego. Un personaggio che mi rispecchia molto ma, come spesso accade con i personaggi immaginari, lei è due passi avanti a me.

     Tuttavia i sogni ricorrenti sono un qualcosa di reale su cui ancora oggi mi interrogo. La storia che ho narrato è liberamente ispirata ad una villa esistita realmente.

Ebook o cartaceo?

     Assoluta compresenza. L’ebook è un’idea geniale che si è concretizzata, ma non è paragonabile al rapporto umano e fisico che si instaura con la carta. Impugnare il proprio libro preferito, percepirne l’odore dei caratteri di stampa, inserirci il segnalibro personalizzato, sgualcirlo inevitabilmente, riporlo in borsa e portarlo con sé ovunque capiti…è un qualcosa che non può essere replicato.

     Non riuscirei mai a rinunciare al cartaceo, ma ho una grande e profonda sensibilità verso le tematiche ambientali e quindi auguro all’ebook una crescita esponenziale. Anche se ancora non mi sono messa a tavolino a soppesare l’aggravio ambientale che si lega alla tecnologia utile alla presenza del libro virtuale (industrie, trasporto, pc, tablet, smartphone, connessioni, elettricità) rispetto al libro cartaceo (deforestazione, industria, trasporto).

Cosa pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro? 

    Considero l’audiolibro un valido ausilio in caso di disabilità, ma anche e soprattutto per chiunque sia un autodidatta e voglia perfezionarsi nell’apprendimento di una nuova lingua oppure desideri migliorare la propria dizione. 



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