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venerdì 31 marzo 2017

Sotto la protezione di Artemide Diana

Recensione: Jacqueline Spaccini, Sotto la protezione di Artemide Diana – L’elemento pittorico nella narrativa italiana contemporanea (1975-2000), Rubettino Editore, Catanzaro 2008, pp. 341.
«Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio» (Bertolt Brecht). La citazione introduttiva già preannunzia un insegnamento di vita e non, come suggerisce il titolo, un mero excursus sulla presenza dell’elemento pittorico nella narrativa italiana moderna.
Il testo si rivela abbastanza complesso e di ampio respiro, ricco di esemplificazioni atte a chiarificare il rapporto esistente tra pittura e narrazione, tra parola e immagine.
L’autrice mette subito al bando ogni sorta di equivoci sancendo la differenza tra elemento pittorico, artistico ed iconico-figurativo. Non essendo possibile un’indagine completa sul connubio tra pittura e narrativa, pertanto il campo è stato circoscritto agli ultimi cinque lustri del ventesimo secolo.
Il lavoro parte da una domanda sul ruolo effettivo del quadro e del pittore all’interno di un romanzo; su quale sia il suo valore; se il suo impiego abbia una matrice allegorica; se utilizza l’artifizio della finzione, con un rapido nesso alla locuzione theatrum mundi che lega l’immaginario – in questo caso l’elemento pittorico – con il reale contesto culturale.
Al pari di un’opera allegorica un quadro si rivolge solo ad un pubblico di nicchia, ad un’élite, pur essendo accessibile ad una moltitudine di osservatori. Un dipinto cela significati e connessioni ai quali si perviene solo dopo una profonda meditazione.
Il pittore instaura un rapporto di fiducia con la sua opera, poiché essa fonde e nasconde motivazioni che svelerà solo agli studiosi tenaci. Ne è un esempio l’utilizzo di anamorfosi, l’artificio pittorico mediante il quale in una composizione si inseriscono immagini non percepibili se non osservate da un altro punto di vista. Va sottolineato che anche gli stereogrammi hanno una tecnica simile. A questo punto si rivela interessante percorrere le tappe che hanno permesso di porre in evidenza il rapporto tra pittura e letteratura, mediante una complessa articolazione di opere letterarie in cui sono rintracciabili gli elementi figurativi.
Artemisia di Anna Banti, ispirata alla figura di Artemisia Gentileschi, prima vera donna artista italiana, percorre il viaggio introspettivo con tono affabulatorio, celando una evidente identificazione. L’io storico di Artemisia eclissa e protegge l’io autoriale che si mimetizza con una reticente biografia protesa verso l’autobiografia. La Banti prende in prestito – in segreto – immagini del suo vissuto e le plasma nell’opera, ritraendo il personaggio con estrema dedizione quasi fino all’analisi, con vera empatia, nonostante alcuni secoli di distanza. Siamo di fronte a una sorta di proiezione spazio-temporale, un anacronistico rapporto di fiducia mista a sintonia tra autrice e pittrice.
Nel 1991 viene alla luce Sogno a Herrenberg, l’unica opera di Giuliana Morandini in cui il protagonista è un pittore, Jörg Ratgeb. Anche questo romanzo è proiettato in un arco temporale remoto, più precisamente nel XVI secolo. Al pari dei giovani intellettuali contemporanei, anche l’artista alemanno Ratgeb compì il suo viaggio in Italia per completare la sua formazione intellettuale e rafforzare il suo già vigoroso punto di vista: il pittore deve mostrare i quadri piuttosto che parlarne, poiché un dipinto è di per sé più che eloquente.
Cavaliere senza destino, opera di Marisa Volpi, comprende due racconti ispirati a Géricault e Böcklin. Nel primo, a rendere allettante la storia, c’è il ricorso ai flash-back tra tappe, svolte ed una ricostruzione psicologica. Nel secondo, Böcklin parla in prima persona, ma non per molto. La rievocazione del vissuto personale ha la funzione di avviare la narrazione e rendere partecipe il lettore. È inequivocabile l’assonanza tra gli stati d’animo del protagonista e la natura con le sue condizioni atmosferiche e l’alternarsi delle stagioni.
Gabriele è l’ultimo romanzo di Giancarlo Marmori. La storia viene collocata nel 1850 e ha inizio con la rappresentazione viva e immediata di alcune rose selvatiche, vero esempio di ipotiposi che si ripete con frequenza nel romanzo che sin dall’inizio appare ricco di immagini pittoriche.
Le pietre volanti, di Luigi Malerba, ha per protagonista la figura di un pittore immaginario, ma il titolo in sé è rivelatore perchè rimanda ad un’opera del pittore italiano Fabrizio Clerici. I riferimenti biografici appaiono enigmatici, a tratti fittizi e premeditati, proiettati verso la visione di un mondo inteso come luogo di finzioni, affermazione che si scontra con l’immagine del quadro come finestra aperta sul mondo, elaborata già nel XV secolo da Leon Battista Alberti. Per l’autore il pennello è uno strumento che delinea inganni e la stessa pittura è illusione, finzione, mentre viene messo in discussione il concetto stesso di verità. Diviene necessario ridefinire le caratteristiche di base del modello biografico: narrazione cronologica che escluda il montaggio delle scene, che si basi su eventi e persone realmente accaduti/esistiti e la cui voce narrante sia neutra.
Nel 1998 il mercato editoriale si gloria del contributo di Vincenzo Consolo, autore de Lo Spasimo di Palermo, che richiama il nome di una delle opere meno note e di difficile lettura di Raffaello Sanzio. A fare da centro gravitazionale vi è la certezza del dolore, appunto spasimo, sempre ben definita. L’autore inoltre confessa una realtà già oggetto di sospetto: gli scrittori, volenti o nolenti, rielaborano il proprio vissuto nelle opere letterarie.
Con Il Ritratto Ovale Edgar Allan Poe si aggiudica l’appellativo di pioniere del giallo moderno di matrice iconica, in cui l’inchiesta racchiude elementi fantastici come la donna effigiata, custode di  un segreto.
In Todo modo e Il cavaliere e la morte Sciascia sostiene che il giallo risvegli lo spirito investigativo. Il lettore avverte l’atmosfera di sfida e tensione che gli impedirà di abbandonarsi ad una lettura passiva, ma lo indirizzerà verso la ricerca degli elementi metaletterari, quelli nascosti in un testo e che lo connettono ad altri generi letterari. Sciascia ci prospetta il romanzo poliziesco come un scena del delitto costellata da elementi probatori e indizi disposti in una fitta trama. Molto spesso la chiave della verità è ben visibile poiché impressa in un dipinto. Lo sguardo lo carpisce immediatamente; è la formulazione del senso che tarda a completare la seriosi.
Con Ai margini del caos di Franco Ricciardiello il viaggio intrapreso attraverso l’affascinante mondo dell’elemento pittorico ci porta nel campo della psichiatria. È la sindrome di Stendhal, secondo la quale il contatto estetico con un quadro risveglia in un individuo contenuti inconsci fino a generare sintomi quali turbe del pensiero, devianza della percezione della realtà, crisi di panico e senso di angoscia.
Nel tour pittorico-narrativo in cui si colloca Sogni di sogni di Antonio Tabucchi non manca la lezione freudiana sui sogni, in particolare quando si sogna un quadro. L’attività onirica rappresenta un portale con vista sul subconscio, ben espressa dalla metafora dello specchio deformato che da un lato riflette, ma dall’altro induce a interpretare accuratamente le immagini. Allo stesso modo un dipinto ingloba una trama di elementi variegati, volti a comporre una scena che non si può cogliere nella sua totalità. L’unità originaria è divisa in piccoli tasselli camaleontici da percepire, ricomporre ed interpretare.
Dopo aver ripercorso cinque lustri di convivenza tra narrativa italiana ed elemento figurativo, era inevitabile una conclusione che fa spazio alla giurisprudenza. In osservanza dell’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio italiano si estrapola la definizione di museo: «struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio». Qui si salvano beni che andrebbero persi o distrutti; si preservano le opere artistiche come impareggiabile patrimonio culturale e strumento di comunicazione generazionale che realizza la volontà di tramandare la memoria artistica delle singole nazioni. Ciascuna opera acquista un valore sopranazionale unito al carattere universale che si propaga dalle sale dei musei.
L’autrice, soffermandosi ampiamente sui testi presi in esame, ne traccia le linee essenziali in un percorso di analisi accurata, volta alla ricerca di una innegabile simbiosi tra l’espressione letteraria e la traduzione pittorica, già annunciata con estrema semplicità da Orazio: ut pictura poesis
La recensione è apparsa su «La Nuova Ricerca», Rivista del Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia Moderna, anno XIX, N. 19, Fabrizio Serra Editore, Pisa–Roma 2010, pp. 283–285.

mercoledì 29 marzo 2017

Zanichelli Junior. Il vocabolario di italiano adatto ai ragazzi

Hai un’età compresa fra i 10 e i 16 anni? Hai figli o conosci piccoli cittadini di quella fascia anagrafica? Allora soffermati a leggere questa recensione perché lo Zanichelli Junior è approdato sul mercato editoriale per fare la differenza.
Copertina Dizionario Zanichelli Junior
A quanti mi chiedono come io abbia fatto ad arricchire così tanto il mio lessico rispondo sempre che mi è costato un duro e costante lavoro che non ha mai avuto termine. Ma la verità è che in questo avventuroso tragitto tra le onde della mia lingua madre non sono mai stata sola: c’era sempre un dizionario Zanichelli a tenermi compagnia e a dipanare ogni mio dubbio o ad illuminarmi sul significato di un nuovo lemma. Posso affermare a gran voce che sono una madrelingua italiana grazie a Zanichelli. Sembra un ringraziamento scontato così come l’ausilio che un dizionario fornisce in età scolastica e che spesso si declina. Eppure di recente l’Editore Zanichelli ha saputo stupirmi con la sua novità editoriale.
In un contesto formativo di forte attrito tra alunni e incremento lessicale ecco spuntare un nuovo sole della conoscenza: un nuovo vocabolario. Ancora uno?! Niente sarcasmo, questo volume è prezioso e mi fa considerare il testo come una muta che deve assolutamente essere fatta su misura per garantire un’esperienza subacquea entusiasmante e senza problemi. Lo Zanichelli Junior è stato pensato appositamente per i giovani studenti delle scuole medie e per il biennio di scuola superiore. È realizzato su misura per le loro esigenze. Non una versione ridotta dello Zingarelli, bensì un’opera di alta sartoria lessicale creata per nutrire e guidare le giovani menti nel loro viaggio di studio proprio nel periodo più florido per apprendere. Oggi presentiamo loro un nuovo migliore amico, uno strumento intramontabile. Oggi avviamo i ragazzi alla pratica della consultazione consapevole del dizionario. Oggi doniamo al futuro della società l’indiscusso vantaggio di poter possedere il caleidoscopio lessicale. A chi piace la monotonia linguistica? Sarebbe come osservare un dipinto in bianco e nero! Completezza e chiarezza concettuale e una ricca tavolozza dei pensieri sono ora disponibili e al vaglio della nostra sola volontà di attuare il miglioramento.
Qualcuno una volta mi ha suggerito di parlare dei libri così come si presenterebbe un’auto o un dispositivo tecnologico: elencarne le caratteristiche più incisive. Bene, dunque!
Lo Zanichelli Junior conta 35.000 voci e 65.000 significati nella sua sola versione cartacea, ma dispone anche di una comoda e pratica versione digitale.
Il lemmario trae spunto dai testi scolastici e li integra. L’uso dei vocaboli è chiarito nei diversi contesti di applicazione. Gli “spiegaesempi” inducono a inserire nel quotidiano il nuovo termine al fine di memorizzarlo con minore fatica. Significato etimologico e pronuncia aiutano a chiarire l’origine e la dizione delle parole. Ma soprattutto ritengo fondamentale la presenza della sillabazione per ogni voce. 
L’appendice è ampia e conta prefissi, suffissi, nomi degli abitanti d’Italia, ere geologiche, piante, animali, unità di misura e la tavola periodica degli elementi. 
Parole nuove, sinonimi, contrari, etimologie, rimandi grammaticali vi aspettano numerosi e ridurranno le vostre incertezze linguistiche. Se fossi in voi non sprecherei nemmeno un secondo, immergiamoci nelle acque rigeneratrici dello Zanichelli Junior.

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venerdì 24 marzo 2017

Consorzio ASI: progredire con la zavorra delle irregolarità

Il Consorzio ASI e le insidie che la brama di progresso cela
Consorzio Asi irregolarità
Il Consorzio ASI (Area per lo sviluppo industriale) in Puglia, per voce dei presidenti, ha promesso maggiori servizi e migliore qualità. Ma l’ASI tende ad appropriarsi di ampi spazi aperti come porzioni di terreni appartenenti a privati cittadini. A sostegno del mio assunto vi sono alcune cause di tribunale ancora in corso. Non un indennizzo, non un risarcimento per quello che la legge definirebbe «danno giusto». L’art. 42 comma 3 della Costituzione stabilisce che un terreno può essere espropriato per pubblico interesse (ad es. per costruzione infrastrutture), ma è previsto un indennizzo determinato in base al valore del prezzo di mercato. 
Questo modo di gabbare il prossimo, che puntualmente paga le tasse per il possesso di quei terreni, è tipicamente Made in Italy. Forse è una manovra volta a porre in essere l’Usucapione che nella disciplina italiana consiste nell’acquisizione di un proprietà, facendone perdere il diritto al proprietario, mediante il possesso continuato nel tempo (nel caso dei beni immobili è 20 anni, art. 1158s Codice Civile). 
consorzio asi bari la scorribanda legale
Ad essere incriminata è l’area comprendente gli agglomerati di Bari – Modugno – Molfetta. Quando la cause giudiziarie ebbero inizio il presidente ASI era l’attuale governatore di Puglia, all’epoca sindaco di Bari. Il binomio schiacciante tra le due cariche, quella di presidente ASI e quella di primo cittadino del capoluogo pugliese, era stato oggetto di un appello proposto dall’avv. Cannillo che ne sosteneva l’incompatibilità. Ma il Tribunale ha rigettato l’appello stabilendone l’insussistenza. Nel 1494 il Trattato di Tordesillas spostò la linea di demarcazione fra zona di espansione portoghese e spagnola in modo che sei anni più tardi, quando il portoghese Cabral scoprì il Brasile, questo sarebbe rientrato perfettamente nell’area portoghese. Questa variazione di confini rispetto alla bolla Inter coetera era premeditata. Stesso modus operandi dell’ASI che con linee di confine stabilisce ciò che gli appartiene. 
Per coronare l’obiettivo proposto in apertura occorrono onestà e lealtà. Per alcuni la correttezza non è appagante perché i furbetti vincono in maniera subdola. In realtà essere onesti rappresenta «un piccolo passo per l’uomo», ma se le azioni oneste coinvolgessero la collettività, allora costituirebbero «un balzo da gigante per l’umanità». Progredire significa protendersi verso l’innovazione senza trascinare la zavorra delle irregolarità. 

mercoledì 22 marzo 2017

Vespe vasaie e vespe cartonaie. Se le conosci le… eviti!

ape e vespa     Per prima cosa è il caso di imparare a distinguere le api dalle vespe. Le api sono goffe e pelose e producono miele. Pungono se minacciate (perdendo il pungiglione) e la loro vita ormai è sempre più a rischio. Le vespe invece hanno colori accesi, un bel vitino stretto e un gran caratteraccio. Possono pungere ripetutamente semplicemente perché aggressive. Ad entrambe si riconosce il pregio di essere lavoratrici instancabili.

     Tra le vespe vi sono due tipologie molto diffuse: vespe cartonaie e vespe vasaie.

     Le vespe cartonaie possono nidificare nei luoghi più impensati e spesso, troppo vicino alle dimore degli esseri umani. I loro nidi sono un prodigio della natura. Le cellette dalla forma esagonale sono molto precise ed offrono loro un riparo per la notte. Vengono costruiti con un impasto di legno e saliva ed hanno la consistenza di un cartoncino, donde il nome.
Nido vespe cartonaie La scorribanda legale

     Le vespe vasaie hanno un corpo più longilineo. Esse percorrono anche lunghi tragitti per trasportare piccole quantità di terreno impastato con la loro saliva che poi utilizzano per modellare i propri nidi simili a dei vasi di terracotta, ma dalla consistenza assai più solida. 
Vespe vasaie e nidi La scorribanda legale

     Le loro punture causano effetti da non sminuire. La loro stessa, eccessiva, presenza potrebbe essere il segnale che hanno nidificato. Conviene correre ai ripari.
     Gli insetticidi costituiscono un pericolo per l’uomo (con qualche eccezione per gli interventi specialistici), i repellenti naturali citati in rete sono tutti una gran bufala! Si comincia con la polvere di caffè da ardere fino alle fettine di cetriolo… ma le sgradite ospiti banchettano ugualmente. 
     Ucciderle per legittima difesa o a scopo preventivo scatena pericolose rappresaglie poiché la vespa a cui si è tolta la vita sprigiona dei feromoni che attirano le colleghe pronte alla vendetta. 

martedì 21 marzo 2017

Sculture con i palloncini. Cavallo a dondolo

     Un gioco senza tempo, dimorante nelle camere dei bambini: il cavallo a dondolo. 
     Con tre palloncini modellati con pazienza si può ricreare il fascino del gioco che ci riporterà al periodo dell’infanzia. 
Cavallo a dondolo sculture palloncini Silvana Calabrese Blog

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domenica 19 marzo 2017

Quando l’assicurazione non assicura il tacito rinnovo…

Gentile Cliente, La informiamo che l’art. 22 del Decreto Legge 18.10.2012, n. 179 (nel testo modificato dalla Legge di conversione n. 221 del 17.12.2012) innova il D.lgs. 7.9.2005, n. 209 (Codice delle assicurazioni private), prevedendo che il contratto di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile e penale derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti non potrà essere tacitamente rinnovato, in espressa deroga all’art. 1899, comma 2 del Codice Civile. In adempimento alla succitata disposizione, il Suo contratto non verrà tacitamente rinnovato alla sua naturale scadenza. 
Silvana Calabrese dirigente La scorribanda legale
È ciò che compare nelle missive che le assicurazioni hanno recapitato ai contraenti di una polizza in scadenza. Significa che dal 1 gennaio 2013 si potrà incorrere nel rischio di una grossa multa o di un sinistro non coperto nel caso in cui ci si dimentichi la data di scadenza della polizza (fatto salvo il periodo di tolleranza di 15 giorni dopo la scadenza in cui la copertura resta attiva). Si tratta di un’innovazione figlia del decreto sviluppo del Governo tecnico Monti… una novità mossa dalle migliori intenzioni dell’onorevole. Ma sappiamo bene che ogni grande male nasce sempre dalle migliori intenzioni. Infatti se l’art. 22 del D.l. 18.10.2012 n. 179 reca il titolo «Misure a favore della concorrenza e della tutela del consumatore nel mercato assicurativo» è perché l’obiettivo della norma risiede nello svincolare gli utenti dal vincolo assicurativo permettendo la stipula di un contratto con nuove compagnie (in cerca di risparmio). Ad oggi è possibile effettuare il rinnovo della polizza presso la stessa compagnia assicurativa mediante la stipula di un contratto ex novo che però comporta una spesa superiore a quella che avremmo sostenuto prima del decreto. Ci sono subdole modalità per alleggerire il portafoglio degli italiani e le apprendiamo vivendole. In realtà prima che si attuasse questo stratagemma attira–moneta, il tacito rinnovo non comportava un legame impossibile da rescindere: lo suffraga il fatto che era possibile ottenere senza fatica l’attestato di rischio (ATR) aggiornato e per posta alcune settimane prima della scadenza della polizza. È quello il documento che consentiva il cambio di assicurazione senza problemi. Invece ora ci troviamo a dover spendere di più anche con la compagnia di sempre. Questo è ciò che accade in un paese dove il tasso di egoismo ed avidità è ai massimi storici. Poco importa se poi i più parsimoniosi si disperano e nei casi estremi ci scappa il morto. Il termine assicurazione dovrà mutare etimologia poiché assicura molto poco. 


venerdì 17 marzo 2017

17 marzo Festa dell’Unità d’Italia

Ecco come demolire una ricorrenza nazionale
Leggo una pagina di televideo, la 129 per l’esattezza, intitolata «Festa Unità, presidi contro Gelmini». La lettura del testo mi ha sconcertata: «Niente lezioni il 17 marzo per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. L’associazione nazionale dei presidi risponde così al ministro dell’Istruzione Gelmini che invece vorrebbe le scuole aperte. Mi pare importante sottolineare la ricorrenza con una vacanza scolastica – dice il presidente dell’Anp Rembado. E intanto la polemica sul centocinquantesimo dell’Unità continua a scuotere la maggioranza…».
17 marzo Unità d'Italia Silvana Calabrese Blog
[La sottoscritta non si riveste certo della stessa autorità di un membro dell’associazione nazionale dei presidi, lascerò che sia il rettilineo della logica ad emanare autorità.] Provate a immaginare come sarebbe la giornata di uno studente, anzi, non ragioniamo per astrazione, consideriamo la data del 2 giugno. È festiva, è la festa della Repubblica, ma se interrogati i ragazzi faranno confusione sull’evento: si votò per la forma istituzionale e la forma repubblicana ottenne il 54% dei voti prevalentemente dal nord perché il sud, condizionato dal clientelismo, affidò il proprio voto alla monarchia. Il 2 giugno 1946 è anche la data in cui per la prima volta viene concesso il voto alle donne (suffragio universale). L’Assemblea Costituente si impegnò nella redazione della Costituzione che entrò in vigore l’1 gennaio 1948, prima di allora vigeva lo Statuto Albertino.
Il 17 marzo 1861 si giunse all’Unità d’Italia e Vittorio Emanuele II ne fu re. Ma l’unificazione non era ancora completa: il Veneto non era ancora annesso all’Italia, e nemmeno Roma (si dovette attendere la Breccia di Porta Pia, 1870). Quella che oggi chiamiamo capitale d’Italia è la terza lungo la linea temporale: Torino era l’antica capitale, poi Firenze e infine Roma.
Quella dell’Unità d’Italia è una conquista collocata in una data di cui ricorre l’anniversario, ma preceduta da numerosi avvenimenti storici. Quella giornata di lezione potrebbe essere utile a comprenderla, una giornata di vacanza contribuirebbe solo a depauperare il bagaglio conoscitivo degli studenti.
Stiamo forse cercando di sminuire la storia del nostro Paese? 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 18 febbraio 2011, p. 22.  

mercoledì 15 marzo 2017

Gli aspetti psicologici della celiachia - Scuola "G. Santomauro"

Corso di giornalismo scuola Santomauro
     La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine la cui ingestione causa un’infiammazione dell’intestino tenue. Il celiaco può mangiare solo cereali naturalmente privi di glutine: riso, mais, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto e tutti i tipi di frutta e verdura, legumi, latte e derivati, carne, pesce, uova, etc. Dunque la dieta resta equilibrata. Per la sicurezza della sua salute, è importante che il cibo del soggetto celiaco non entri mai in contatto con prodotti contenenti glutine, nemmeno in piccolissime parti. La causa è prevalentemente genetica e le conseguenze a carico della salute sono varie e di varia gravità. I genitori dei bambini celiaci hanno un ruolo fondamentale in quanto devono assicurarsi che il figlio non assuma glutine. Inoltre devono educare il bambino a stare attento e a non trasgredire le regole. L’adolescente invece si può sentire isolato, depresso e può anche negare il suo problema finendo col mettere a rischio la propria salute. L’adulto, spesso, riesce a controllarsi. By: S. R. Rotunno, A. Corrado, A. G. Gissi, S. Benvestito.

Corso di giornalismo scuola Santomauro
     La celiachia è una condizione molto diffusa in Italia e nel mondo, per questo sono nate molte aziende alimentari che producono cibi privi di glutine. La celiachia di manifesta talvolta nell’infanzia dopo il periodo dello svezzamento, nei soggetti geneticamente predisposti. L’assunzione di alimenti contenenti glutine o tracce di esso provoca un’anomala reazione immunitaria dell’intestino tenue. Per tale motivo è importante prestare molta attenzione.
     Un ragazzo potrebbe vergognarsi in presenza dei suoi compagni perché potrebbe sentirsi a disagio. È difficile infatti essere diversi, anche nel cibo. Tra gli adulti, invece, il problema potrebbe essere preso alla leggera o rimarcato eccessivamente, ma molto dipende dalla sensibilità e dall’educazione di chi circonda il celiaco che rimane costretto a portarsi il cibo ovunque vada. By: S. Colaianni, F. De Blasi, E. Laviosa, C. Piscitelli, L. Timpano. 

Corso di giornalismo scuola Santomauro
     Ogni celiaco affronta la sua malattia in modo diverso. C’è chi la accetta e non ha paura del giudizio degli altri e chi compromette la propria salute evitando di dirlo e mangiando i cibi sbagliati. Vi sono molti aspetti psicologici dietro la celiachia e tutti nascondono un disagio nel rapporto col prossimo. Ma non bisogna sentirsi diversi dagli altri se si mangiano cose differenti perché non è il modo di mangiare che conta ma avere l’atteggiamento giusto e positivo. Questo è il pensiero che dovrebbe letteralmente colpire la maggior parte dei celiaci che devono attenersi a una dieta perenne. By: C. Conciatori, D. Grimaldi, V. Marchitto, E. R. Ricco. 

     Gli aspetti psicologici della celiachia sono vari e possono essere positivi o negativi.
Corso di giornalismo scuola Santomauro
     Uno degli aspetti negativi è che un celiaco può sentirsi a disagio, nei confronti degli amici, soprattutto quando un compagno lo invita a casa sua (o in occasioni speciali come una festa di compleanno), sentendosi un peso per chi cucina.
     Mentre un aspetto positivo è quello raccontato da chi scopre di essere celiaco in età adulta: pur dovendo cambiare interamente i prodotti da mangiare si sentono finalmente in salute e ne sono felici.
     Tuttavia una persona affetta da celiachia può sentirsi sola con un vuoto dentro di sé poiché vede le altre persone (parenti, amici o estranei) che a volte gustano qualsiasi cibo ricco di glutine.
     Ma chiudiamo con un aspetto positivo: la celiachia consente alla persona che ne è affetta di mangiare cibi molto più sani rispetto a quelli pieni di glutine. Ci si adatta a una dieta più sana ed equilibrata. By: A. Facile, A. Laviosa, D. Pegna, D. Sciacovelli. 

Corso di giornalismo scuola Santomauro Silvana Calabrese
     La redazione, tutta: Sophia Benvestito, Serena Colaianni, Camilla Conciatori, Antonio Corrado, Francesco De Blasi, Alessandro Facile, Alessia Giorgia Gissi, Davide Grimaldi, Alessandro Laviosa, Eleonora Laviosa, Vittoria Marchitto, Dario Pegna, Carla Piscitelli, Elisabetta Rosa Ricco, Sophia Renata Rotunno, Daniela Sciacovelli, Linda Timpano.  
     Scuola “G. Santomauro” A.S. 2016–2017

Della sezione "Celiachia" fanno parte anche: 

lunedì 13 marzo 2017

Il discorso di fine corso di giornalismo 2017

Banconota USA - In God we trust
    Cari ragazzi, oggi si conclude il nostro corso di studi sulla scrittura e sul giornalismo. A me piace definirlo un’avventura che ci lascia una reciproca esperienza e tanti ricordi. E come sempre, sono così primadonna da aver realizzato un discorso finale. Credo che tocchi a noi dare valore alle piccole cose che faranno parte di noi e ci determineranno.
Monete USA In God we trust
     In questo giorno lascerò che una banconota ispiri le mie parole. È il dollaro americano. Sulla sua facciata posteriore campeggia a chiare lettere la scritta «In God we trust» che significa «In Dio noi confidiamo». Per qualcuno può essere sacrilego porre il nome di Dio sul denaro, altri possono restare indifferenti, ma io voglio cogliere ed estendere a voi un invito alla riflessione. Perché se ogni moneta e banconota degli Stati Uniti riporta il medesimo motto c’è un senso da ricercare o una metafora da ideare.
     Monete e banconote sono emesse dal ministero del Tesoro degli Usa e garantite dal governo federale che ripone la sua fiducia in Dio e lo fa per fede. Gli Stati Uniti emettono valuta recante una dichiarazione di fede in Dio. Cosa vuol dire? E cosa può avere a che fare con voi del corso di giornalismo? Prendo in prestito dagli americani il concetto di fede che consiste nel credere, senza ripensamenti, a qualcosa di cui non si può avere una prova o una dimostrazione.
     Quando vi tornerà in mente il mio corso di giornalismo, figuratevi anche il dollaro statunitense e il suo motto e poi trasferitelo su di voi. Il mio invito è quello di avere fede e fiducia nelle vostre capacità e nei risultati che lo studio serio e costante e il duro lavoro producono. Fede significa credere in quello che non si vede: può trattarsi di Dio, ma anche del vostro livello culturale e della possibilità di realizzarvi nella vita come individui e cittadini esemplari.
     Non intendo mentirvi, c’è anche la possibilità che dopo tanto lavoro non riusciate a coronare i vostri sogni e che, nel peggiore dei casi, restiate disoccupati. Ma questo non deve provocare un crollo della fede che riponete nelle vostre capacità. Una volta persa, nemmeno tutto l’oro estraibile potrà più restituirvi la fede. È quindi una qualità da custodire gelosamente e da alimentare. Negli Stati Uniti se ne ricordano ogni volta che maneggiano il denaro, dal centesimo al verdone da cento dollari, voi invece dovrete ricordare le parole del mio discorso di fine corso. 
     Siate sempre fieri dei valori più semplici e genuini, non smarriteli. E non smarritevi, nuotate contro corrente, vi irrobustirà.   

Guarda gli altri discorsi di fine corso:

domenica 12 marzo 2017

Wikipedia: vantaggi e debolezze - Scuola "G. Santomauro"

Giornalismo Scuola media Santomauro Bari
     Wikipedia è un’enciclopedia online che permette di trovare informazioni riguardo a vari argomenti. Ha dei vantaggi, tra cui quello di incrementare la conoscenza degli internauti che fanno delle ricerche a seconda delle attività da essi svolte. Ma ha anche molte debolezze, tra cui: l’utilizzo di termini scientifici e parole complicate (se gli utenti frequentano le scuole medie); il diminuire l’uso dei libri; la funzione “modifica testo” che permette a chiunque di scrivere notizie fittizie; il non essere adatto a tutte le fasce d’età.
     Esistono delle alternative a Wikipedia ad esempio un ritorno all’enciclopedia cartacea o anche online, ma che abbia una vera redazione scientifica ad occuparsi delle voci enciclopediche.
     Ci è sembrato ironico trovare su Wikipedia l’argomento “pregi e difetti” proprio nel momento in cui dovevamo scrivere un articolo in merito. Permette alla gente di farsi un’idea del sito.
     By: Daniela Sciacovelli, Alessandro Facile, Alessandro Laviosa, Dario Pegna.

Giornalismo Scuola media Santomauro Bari
     Wikipedia è uno strumento di ricerca, usato a livello globale, che ha dato una svolta al metodo di studio delle generazioni attuali. È stato creato il 15 gennaio 2001 da Jimmy Wales e Larry Sanger. Questa enciclopedia online ha riscontrato, fin dai primi anni, molto successo ma altrettanti problemi. Il più importante di questi è la sua inattendibilità in quanto chiunque può aggiungere, eliminare o modificare i testi pur non essendo un esperto del settore. Infatti nel 2005, l’allora 78enne Seigenthaler venne diffamato ingiustamente di essere coinvolto nell’omicidio dei Kennedy e di appartenere all’Unione Sovietica. Dopo questo avvenimento Wikipedia venne riaggiornata in modo da tutelarsi.
     Questo sito può essere considerato utile e dannoso allo stesso tempo: se da un lato rende più facile la ricerca di informazioni, dall’altro rende le notizie meno attendibili. Il nostro consiglio è di utilizzare questo strumento di ricerca con cautela e di verificare l’autenticità degli articoli. Nonostante tutti i problemi legati alla veridicità dei suoi contenuti viene comunque utilizzato da milioni di persone.
     By: Linda Timpano, Sophia Rotunno, Antonio Corrado, Alessia Gissi, Alessandro Rufo.

Giornalismo Scuola media Santomauro Bari
     Wikipedia è da sempre utilizzata come enciclopedia online in tutto il mondo per la sua velocità e per la ricchezza di informazioni. E ovviamente ha dei pro e dei contro.
     Le voci enciclopediche, essendo scritte dagli utenti stessi, potrebbero non essere attendibili (manca un comitato scientifico n.d.r.) e ciò comporterebbe l’apprendimento di notizie errate. Inoltre essendo scritti in varie lingue, gli argomenti potrebbero contenere delle traduzioni prive di senso compiuto.
     Viene consultata spesso dai ragazzi per fare ricerche, ma a volte contiene termini troppo complessi per la loro età. A volte i più giovani non rielaborano le informazioni prese da Wikipedia ed è per questo motivo che la maggior parte delle ricerche svolte sono tutte uguali. Gli studenti si limitano a stamparle o a copiarle senza interessarsi davvero all’argomento. Tuttavia c’è da dire che Wikipedia offre una vasta gamma di informazioni consultabili in ogni momento grazie alle tecnologie odierne. Non bisogna affidarsi troppo alle informazioni che fornisce, ma confrontarsi con altri siti, usare la testa e… anche i libri.
     By: Sophia Benvestito, Camilla Conciatori, Elisabetta Ricco, Davide Grimaldi, Vittoria Marchitto.

Giornalismo Scuola media Santomauro Bari
     Wikipedia è un sito internet nel quale possiamo trovare informazioni su diversi argomenti. Queste svariate categorie portano sia vantaggi che debolezze. I vantaggi sono molti come la presenza di notizie molto dettagliate e veloci da raccogliere anche se questo può provocare lo svolgimento di temi e ricerche molto simili tra loro.
     Un elemento non favorevole è il non conoscere l’autore delle pagine di ricerca, cosa che provoca dubbi sulla veridicità delle informazioni. Una prova di queste incertezze è un avvenimento accaduto nel 2005 al signor Seigenthaler (ex collaboratore del Presidente Kennedy), il quale è stato falsamente accusato dall’enciclopedia di aver preso parte all’omicidio dei fratelli Kennedy. Questa notizia forse è una prova che Wikipedia è stata oggetto di strumentalizzazione.
     Tra le debolezze di questo sito vi è anche la pigrizia mentale che porta con facilità alla pratica del “copia e incolla”. Per le ricerche scolastiche non è proprio l’ideale.
     By: Serena Colaianni, Eleonora Laviosa, Carla Piscitelli, Chiara Valenti.

     La redazione, tutta: Sophia Benvestito, Serena Colaianni, Camilla Conciatori, Antonio Corrado, Alessandro Facile, Alessia Giorgia Gissi, Davide Grimaldi, Alessandro Laviosa, Eleonora Laviosa, Vittoria Marchitto, Dario Pegna, Carla Piscitelli, Elisabetta Rosa Ricco, Sophia Renata Rotunno, Alessandro Rufo, Daniela Sciacovelli, Linda Timpano, Chiara Valenti. 
     Scuola “G. Santomauro” A.S. 2016–2017

giovedì 9 marzo 2017

La pedagogia nel taschino

Silvana Calabrese, La pedagogia nel taschino, Edizioni Leucotea, Sanremo 2017, pp. 236.
     Un viaggio in cui inviteremo la pedagogia a mostrarci i suoi documenti di riconoscimento. Per proseguire chiederemo alla scuola di munirci della bussola per orientarci attraverso le diverse epoche sociali, passato, presente e pronostici o propositi futuri. Don Lorenzo Milani e gli allievi della Scuola di Barbiana ci consegneranno una mappa. Con gli strumenti adeguati daremo inizio alla nostra attività investigativa analizzando il valore dell’istruzione attraverso i dossi sociali. Solcheremo i cieli dei mondi scolastico ed accademico. Sarà un volo turbolento che ci costringerà ad effettuare un atterraggio di fortuna su una pista abbandonata, l’attitudine agli studi
Copertina  La pedagogia nel taschino Silvana Calabrese
     Da questo punto faremo provviste perché ci occorre energia per incamminarci lungo il ripido ed impervio sentiero della vocazione per l’insegnamento. Raggiungeremo un punto panoramico prospiciente la vallata dell’osservazione in diretta. Sarà possibile scorgere gli effetti del nutrimento della lettura, delle capacità infantili nella composizione di temi sociali ed antropologici, della fantasia quale ricco repertorio di risorse. La vetta raggiunta è molto alta e il cielo è minaccioso: l’unico percorso che ci è possibile intraprendere è paracadutarci in mezzo alla tempesta, una pratica rischiosa come educare il proprio figlio. Terminata la turbolenza celeste avremo ormai toccato la terra, dove ci delizieremo della gioia di pianificare progetti poiché questi sono formativi. Torneremo in città, in un grande campo sportivo dove comprenderemo l’importanza dell’educazione fisica. Avremo una visione nella quale ci compariranno dei bambini comodamente seduti su di un divano intenti a guardare la televisione soli. Volgendo lo sguardo verso un’altra direzione noteremo strumenti tecnologici che favoriscono la formazione a distanza, una nuova frontiera della didattica protesa verso l’ignoto. Ci desteremo da questo sogno avvertendo un tonfo ed un rumore perché ci sarà cascato sul capo il libro più venduto e il meno letto: la Bibbia. A questo punto faremo un campeggio e ci ritroveremo assisi intorno ad un fuoco. Ne udiremo il crepitio che ci rilasserà. Faremo salotto e parleremo del fare ricerca, del fare ricerche e della funzione dei libri. Il grado intellettuale raggiunto, unito ad una scintilla dal focolare, ci consentirà il primo vero viaggio nel passato in periodi storici e luoghi differenti. Incontreremo ed udiremo le parole di Jean–Jacques Rousseau, Maria Montessori e Benjamin Spock. Le loro parole saranno per noi fonte di spunti critici e riflessioni. Torneremo nel presente e sosteremo in un ambiente molto accogliente: la piccola aula della Scuola Media “G. Santomauro” dove è avvenuta la mia esperienza di insegnamento e dove giace la mia nostalgia. Con lo spirito d’esplorazione vispo come quello di un pargolo, ripartiremo sulla route delle mie ricerche. Osserveremo degli svincoli, tanti quanti ne nascono dalla lettura di libri e quotidiani.
Copertina  La pedagogia nel taschino Silvana Calabrese
     Punti di forza
     L’essere una guida alla pedagogia quotidiana perché il processo educativo non ha turni di riposo e se ne avesse l’educazione non potrebbe compiersi.
     Il fornire gli strumenti necessari per affrontare le sfide contemporanee con una visione prospettica che favorisce la formulazione di pronostici. In pedagogia ogni attimo è fondamentale e trascorre in fretta. Ogni istante è da consacrare all’educazione.
     L’estensione al benessere del paese. La pedagogia contemporanea siripropone in una nuova veste, quella di guida del fanciullo che si accinge a diventare un cittadino che guardi al suo paese con orgoglio e che con buon senso lo conduca verso contesti sociali più quieti e ragionevoli.
Silvana Calabrese La pedagogia nel taschino
     Per quale pubblico di lettori
     Per la madre, curatrice dei destini del mondo.
     Per il padre che si sentirà spronato a svolgere il proprio compito al meglio.
     Per i nonni che oggi sono molto presenti ed influenti nella vita dei nipotini.
     Per ogni baby–sitter che si rispetti, affinché abbia una copia personale della guida che le agevolerà il lavoro.
     Per gli insegnanti che vi troveranno una catarsi dai pregiudizi sul loro conto e ritroveranno o ricercheranno o creeranno ex novo la vocazione per l’insegnamento, perché per molti anni ancora influenzeranno migliaia di generazioni.
     Per gli impiegati della pubblica amministrazione, affinché traggano il calore della riconciliazione con i loro doveri perché tutti loro conducono la nostra nazione verso la creazione di un sistema stabile e funzionante.
     Per le scuole superiori, vascelli colmi di giovani che di giorno sono a contatto con l’istituzione formativa ed impiegano la vita notturna nelle discoteche, istituzioni ludiche per antonomasia. Sono giovani vite padrone della propria esistenza e ignare che è nella loro anima che dimorano le sensazioni forti tanto ricercate. Con la guida de La pedagogia nel taschino possono ritornare sulla corsia del grande circuito della vita nella quale potranno qualificarsi come campioni assoluti. 
Silvana Calabrese, La pedagogia nel taschino, Edizioni Leucotea, Sanremo 2017, pp. 236.
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Indice dell’opera
Introduzione
Capitolo I. Pedagogia, favorisca un documento di riconoscimento
Capitolo II. Scuola: bussola per il futuro
2.1   Il primo giorno di scuola
Capitolo III. Il valore dell’istruzione attraverso i dossi sociali
Capitolo IV. Impegno, ostacoli, scorciatoie: un trinomio impossibile
4.1   Bocciare è come sparare in un cespuglio
4.2   La bocciatura in prima elementare
4.3   Il mondo universitario: un breve spaccato
Capitolo V. L’attitudine agli studi
Capitolo VI. La vocazione per l’insegnamento
Capitolo VII. Osservazione in diretta
7.1   Leggere nutre la mente
7.2   Un bimbo compone e pensa da adulto
7.3   Se la fantasia infantile incontra la realtà
Capitolo VIII. Educare il proprio figlio
Capitolo IX. Educazione fisica
Capitolo X. Televisione: maestra ed educatrice?
Capitolo XI. Fad: le nuove frontiere della didattica
Capitolo XII. Il libro più venduto e il meno letto: la Bibbia
Capitolo XIII. Fare ricerca e fare ricerche
13.1   La funzione dei libri
Capitolo XIV. Un balzo nel passato
14.1   Jean–Jacques Rousseau
14.2   Maria Montessori
14.3   Benjamin McLane Spock
Capitolo XV. Esperienza di insegnamento
Capitolo XVI. Le mie ricerche
Conclusione
Silvana CalabreseLa pedagogia nel taschinoEdizioni Leucotea, Sanremo 2017, pp. 236.