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venerdì 17 marzo 2017

17 marzo Festa dell’Unità d’Italia

Ecco come demolire una ricorrenza nazionale
Leggo una pagina di televideo, la 129 per l’esattezza, intitolata «Festa Unità, presidi contro Gelmini». La lettura del testo mi ha sconcertata: «Niente lezioni il 17 marzo per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. L’associazione nazionale dei presidi risponde così al ministro dell’Istruzione Gelmini che invece vorrebbe le scuole aperte. Mi pare importante sottolineare la ricorrenza con una vacanza scolastica – dice il presidente dell’Anp Rembado. E intanto la polemica sul centocinquantesimo dell’Unità continua a scuotere la maggioranza…».
17 marzo Unità d'Italia Silvana Calabrese Blog
[La sottoscritta non si riveste certo della stessa autorità di un membro dell’associazione nazionale dei presidi, lascerò che sia il rettilineo della logica ad emanare autorità.] Provate a immaginare come sarebbe la giornata di uno studente, anzi, non ragioniamo per astrazione, consideriamo la data del 2 giugno. È festiva, è la festa della Repubblica, ma se interrogati i ragazzi faranno confusione sull’evento: si votò per la forma istituzionale e la forma repubblicana ottenne il 54% dei voti prevalentemente dal nord perché il sud, condizionato dal clientelismo, affidò il proprio voto alla monarchia. Il 2 giugno 1946 è anche la data in cui per la prima volta viene concesso il voto alle donne (suffragio universale). L’Assemblea Costituente si impegnò nella redazione della Costituzione che entrò in vigore l’1 gennaio 1948, prima di allora vigeva lo Statuto Albertino.
Il 17 marzo 1861 si giunse all’Unità d’Italia e Vittorio Emanuele II ne fu re. Ma l’unificazione non era ancora completa: il Veneto non era ancora annesso all’Italia, e nemmeno Roma (si dovette attendere la Breccia di Porta Pia, 1870). Quella che oggi chiamiamo capitale d’Italia è la terza lungo la linea temporale: Torino era l’antica capitale, poi Firenze e infine Roma.
Quella dell’Unità d’Italia è una conquista collocata in una data di cui ricorre l’anniversario, ma preceduta da numerosi avvenimenti storici. Quella giornata di lezione potrebbe essere utile a comprenderla, una giornata di vacanza contribuirebbe solo a depauperare il bagaglio conoscitivo degli studenti.
Stiamo forse cercando di sminuire la storia del nostro Paese? 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 18 febbraio 2011, p. 22.  

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