Il
Consorzio ASI e le insidie che la brama di progresso cela
Il Consorzio
ASI (Area per lo sviluppo industriale) in Puglia, per voce dei presidenti, ha
promesso maggiori servizi e migliore qualità. Ma l’ASI tende ad appropriarsi di
ampi spazi aperti come porzioni di terreni appartenenti a privati cittadini. A
sostegno del mio assunto vi sono alcune cause di tribunale ancora in corso. Non
un indennizzo, non un risarcimento per quello che la legge definirebbe «danno
giusto». L’art. 42 comma 3 della Costituzione stabilisce che un terreno può
essere espropriato per pubblico interesse (ad es. per costruzione
infrastrutture), ma è previsto un indennizzo determinato in base al valore del
prezzo di mercato.
Questo modo di gabbare il prossimo, che puntualmente paga le
tasse per il possesso di quei terreni, è tipicamente Made in Italy. Forse è una
manovra volta a porre in essere l’Usucapione che nella disciplina italiana
consiste nell’acquisizione di un proprietà, facendone perdere il diritto al
proprietario, mediante il possesso continuato nel tempo (nel caso dei beni
immobili è 20 anni, art. 1158s Codice Civile).
Ad essere incriminata è l’area
comprendente gli agglomerati di Bari – Modugno – Molfetta. Quando la cause
giudiziarie ebbero inizio il presidente ASI era l’attuale governatore di
Puglia, all’epoca sindaco di Bari. Il binomio schiacciante tra le due cariche,
quella di presidente ASI e quella di primo cittadino del capoluogo pugliese,
era stato oggetto di un appello proposto dall’avv. Cannillo che ne sosteneva
l’incompatibilità. Ma il Tribunale ha rigettato l’appello stabilendone
l’insussistenza. Nel 1494 il Trattato di Tordesillas spostò la linea di
demarcazione fra zona di espansione portoghese e spagnola in modo che sei anni
più tardi, quando il portoghese Cabral scoprì il Brasile, questo sarebbe
rientrato perfettamente nell’area portoghese. Questa variazione di confini rispetto
alla bolla Inter coetera era premeditata. Stesso modus operandi dell’ASI che
con linee di confine stabilisce ciò che gli appartiene.
Per coronare
l’obiettivo proposto in apertura occorrono onestà e lealtà. Per alcuni la
correttezza non è appagante perché i furbetti vincono in maniera subdola. In
realtà essere onesti rappresenta «un piccolo passo per l’uomo», ma se le azioni
oneste coinvolgessero la collettività, allora costituirebbero «un balzo da
gigante per l’umanità». Progredire significa protendersi verso l’innovazione
senza trascinare la zavorra delle irregolarità.
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