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sabato 30 gennaio 2016

Lungo i sentieri dell’identità. Intervista a Silvana Calabrese 1

Silvana Calabrese, Lungo i sentieri dell’identità, Aracne Editrice, Roma 2012, pp. 196. Collana Università “Sapienza” di Roma.

     Ci racconti una peculiarità. Il web mi ha consentito di stringere amicizie con gli abitanti del globo ed è a tutti loro che ho dedicato il mio blog “La scorribanda legale”.
     Di cosa parla il suo libro? Affronta il delicato argomento dell’identità intesa come richiamo costante al quale siamo sottoposti. Ogni giorno pensiamo al modo in cui percepiamo noi stessi e questa percezione è oggi minata dalla difficoltà nel trovare un’occupazione (oggetto di un curioso capitolo). 
     Il libro rappresenta un biglietto di andata e ritorno sul viale dei ricordi. Parla della riconciliazione con se stessi, un bisogno sempre più frequente. Parla di genitori e figli, del difficile ed incisivo periodo dell’infanzia. Tratta l’argomento del matrimonio, istituzione colpita da un crollo di valori. Non mancano le questioni attuali unite al legame tra identità e videogiochi e web.
     Com’è nata l’idea? L’idea nasce dall’osservazione della vita quotidiana diagnosticandone la frenesia. Ne deriva l’esigenza di premere il tasto pausa e inserire la modalità “riflessione”. In corso d’opera quell’idea si è rivelata terapeutica e mi ha consentito di ripercorrere la mia vita e di osservare con incanto la vita del mio prossimo, senza giudizi e pregiudizi. Ogni giorno avvertivo il bisogno proseguirne la stesura perché non facevo altro che incamminarmi lungo i sentieri dell’identità. Il testo nasce dal desiderio di offrire un dono ai lettori, il viaggio interiore alla scoperta di sé.
     Quale messaggio vuole lanciare ai tuoi lettori attraverso questo libro? Lancio un invito a ripensare alla vita affinché non se ne smarriscano i progressi e i doni.
     Offro conforto a chi ha vissuto il lato triste della vita e lo esorto a guardare l’orizzonte, a riformulare nuovi obiettivi per poter credere in quello che ancora non si vede, il futuro.
     Lancio un messaggio di speranza: perspicacia e perseveranza garantiscono di sormontare ogni ostacolo.
     La scrittura nella sua vita che ruolo gioca? La scrittura nella mia vita gioca un ruolo “identitario”. Sono ben presto diventata una opinion leader per amici e conoscenti. Si tratta di una passione nata nel periodo dell’infanzia che mi ha regalato soddisfazioni personali e pubbliche. Se mi trovassi catapultata su un’isola deserta… rinuncerei al cibo e all’acqua pur di avere carta e penna.
     Come è giunta alla pubblicazione? Quando scrivo mi sento realizzata… quando pubblico mi emoziono. Sono giunta alla pubblicazione perché il testo ha delle caratteristiche inedite che necessitavano di divulgazione.
     Che rapporto ha col suo editore? La supporta nella promozione? Il mio editore è insostituibile, tuttavia l’opera di promozione è relativamente necessaria. I lettori sanno quello che nutre la loro mente e lo cercano.
     Progetti futuri? Sono molti gli aneddoti sugli scrittori. Si dice che siano poveri ed alcolizzati. Questo assunto è opinabile, specie nella sua seconda parte, mentre è reale e concreta la credenza secondo la quale un autore non conceda mai indiscrezioni sui progetti del domani. Tuttavia posso confidarvi che continuo ad alimentare la mia mente con numerosissime letture al punto che la mia libreria di fiducia è ora la mia seconda casa.

Consulta la scheda del libro Lungo i sentieri dell'identità

Nella sezione "L'autrice risponde" troverai anche:
- Tutti i misteri sono risolti, l'intervista ;
Theatrum mundi. Sbarco sulla Luna, l'intervista ; 
La grande energia delle ispirazioni (video) .


Consulta anche la sezione "Libri":
- Tutti i misteri sono risolti;
- Theatrum mundi. Sbarco sulla Luna;
- Lungo i sentieri dell'identità ;
- Sammichele di Bari attraverso il catasto onciario del 1752 ;
- Bitonto nel XVI secolo. Catasto antico del 1586 ;
La pedagogia nel taschino .

venerdì 29 gennaio 2016

Che cos’è la chimica? Di Peter Atkins

     Recensione: Peter Atkins, Che cos’è la chimica? Un viaggio nel cuore della materia, Zanichelli, Bologna 2015, pp. 158, € 11,50.
     «Spero di aprire i vostri occhi su un mondo affascinante che vorrei mostrarvi». Se Peter Atkins introduce il suo testo con queste parole, non può che esserci chimica tra autore e lettori.
     Dallo zucchero che si scioglie nel caffè all’acqua che bolle all’ora di pranzo; dall’umidità che avvolge il Golden Gate Bridge al calore irradiato dal sole; dalla tintura per i capelli al trattamento sbiancante per i denti; dall’annerimento di una mela tagliata all’assunzione di antiossidanti per l’invecchiamento cellulare… la chimica è ovunque. Intorno a noi e in noi. Sì, proprio in noi che siamo fatti di atomi come il mondo che ci circonda. Eppure abbiamo spesso dissacrato la nostra stessa essenza schivando quella materia a scuola. Ma la chimica è talmente saggia da non prendersela e per nome di autorevoli divulgatori scientifici ci dona una seconda chance. Che cos’è la chimica? rappresenta un’occasione d’oro per comprendere una disciplina che ci appare così lontana pur essendo alla base della quasi totalità dei fenomeni a cui assistiamo.
     Il formato tascabile dell’opera è un invito a non separarvi mai dalla chimica e se solleverete l’aletta posteriore troverete una sorpresa: la tavola periodica degli elementi che vi sarà sempre accanto pronta a fornire una risposta a ogni vostro quesito.
     Il testo ha la preziosa proprietà di irradiare una luce molto potente che equivale al faro della conoscenza. Infatti comprenderete a fondo quanto un uso spregiudicato della chimica sia stato causa dell’inquinamento odierno. Anche le mastodontiche industrie farmaceutiche hanno asservito la chimica ai loro interessi, ancor prima che alle necessità dei pazienti. Ma non tutto è perduto perché questo viaggio nel cuore della materia vi indurrà ad osservarne l’immensità. Ne resterete ammaliati specialmente perché se un impiego sconsiderato dei principi della chimica ha provocato danni ambientali, è nel cuore stesso della disciplina che risiedono le possibili e impensate soluzioni. È un mondo da esplorare a partire da un semplice, ma indispensabile volume.

Della sezione "Speciale Zanichelli" fanno parte anche:

giovedì 28 gennaio 2016

Energia per l’astronave Terra. Nuovi scenari energetici

     Recensione: Nicola Armaroli – Vincenzo Balzani, Energia per l’astronave Terra. Nuova edizione aggiornata e ampliata con gli scenari energetici per l’Italia di domani, Zanichelli, Bologna 2011, pp. 287, € 13,90.
     Chiunque custodisca qualche reminiscenza scolastica saprà che esiste una sola cosa indispensabile per ogni attività umana: l’energia. Col tempo abbiamo scoperto che lo sviluppo di un paese è direttamente proporzionale al consumo di energia. A nostro svantaggio stiamo sperimentando gli effetti di un egoistico e spasmodico impiego di energie. Si sta rendendo indispensabile una rivalutazione degli stili di vita mondiali, ma il primo passo per un’adeguata trasformazione è la capacità di documentarsi sul problema energetico vigente in Italia e nel resto del pianeta. Gli studiosi Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani provano a sopperire a questa esigenza consegnandoci una “chiave di lettura” degli scenari energetici attuali e futuri. Informazioni precise, dati inequivocabili e solidi ragionamenti ci illumineranno su una questione a lungo oggetto di dibattiti sclerotizzati.
     Il testo vi stupirà fin dall’introduzione, quando gli autori vi sveleranno il dispendio di energia di cui siete protagonisti giorno dopo giorno anche se vi impegnaste nel rimanere immobili.
     Diventerete spettatori coscienziosi delle energie non rinnovabili di cui facciamo largo uso e che derivano da carbone, petrolio e metano. Scoprirete che sono destinate a esaurirsi e non gradirete il loro inconveniente maggiore: l’inquinamento e il rilascio in atmosfera di gas serra ozono lesivi e di polveri sottili nocive per la salute.
     Qualche timore vi procureranno le pagine relative all’energia nucleare, da produrre in apposite centrali che non possono arginare il pericolo legato a malfunzionamenti, sostanze radioattive, smaltimento delle pericolose scorie e incidenti a cui è già capitato di assistere. Sono devastanti per la vita sulla Terra.
     Vi si accenderà l’entusiasmo nel sapere qualcosa in più sulle energie alternative, dette anche rinnovabili o pulite. Per loro natura inesauribili, ma soprattutto non inquinanti: idrica, geotermica, solare, eolica e ricavata dalle biomasse. Sarebbero una risorsa preziosa se solo i governi si ponessero l’obiettivo di investire su di esse. Eppure le parole di Obama dovrebbero innescare un ardente desiderio verso cui l’animo umano è da sempre incline: diventare leader indiscussi mediante lo sviluppo di energie rinnovabili. La posta in gioco è alta, una supremazia incontrastata su scala planetaria per il terzo millennio. Ma chi raccoglierà la sfida?
     Nel corso dei secoli abbiamo dimostrato ottime capacità distruttive verso gli elementi naturali del pianeta Terra. Oggi potremmo dare prova di essere forme di vita intelligenti rendendo quegli stessi elementi della natura nostri alleati gratuiti. Le correnti delle acque, il soffiare del vento, il calore del sole e della crosta terrestre, i geyser e i rifiuti organici al nostro servizio in un ciclo infinito. Sembra impossibile che nessuno abbia ancora colto questo affare tanto appetibile. Forse il titolo scelto per l’opera può rivelarsi promotore di nuove intuizioni: se ci abituassimo a pensare alla Terra come a un’astronave ci sentiremmo motivati ad implementare il suo corretto e duraturo funzionamento. Dopo tutto vaghiamo nel cosmo come fossimo su un’astronave!
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giovedì 21 gennaio 2016

Dietro la scena del crimine

     Recensione: Cristina Brondoni, Dietro la scena del crimine. Morti ammazzati per fiction e per davvero, Las Vegas Edizioni, Torino 2015, pp. 164, € 10,00.
     Cosa pensate ci sia dopo la morte? Silenzio? Mistero dell’aldilà? Certezza di una vita stroncata? Indubbiamente, ma spesso è la quiete a mancare poiché una gran frenesia avvolge le malcapitate spoglie della vittima di un crimine e ne ritarda il riposo eterno.
     Le indagini partono dal rinvenimento di un corpo straziato da qualche furia omicida, sia essa premeditata, preterintenzionale o mossa da un irrefrenabile impulso. Integro o da ricomporre, quel corpo rappresenta la “non vita”, ma soprattutto il fatto compiuto. Solo una ricerca sistematica potrà consentire di ricostruire gli ultimi momenti di vita del soggetto. Si dovrà ragionare a ritroso per giungere alle vicende della sua esistenza che sono state determinanti per la sua morte.
     Le serie televisive e i romanzi gialli ci viziano ponendo sullo schermo detective intuitivi e ingegnosi capaci di tracciare profili e risolvere casi, crimini di ogni genere ed epoca.
     La criminologa Cristina Brondoni mette la sua esperienza al nostro servizio e, quasi usasse il gesso per tracciare la sagoma di un cadavere, disegna una linea di confine tra le sceneggiature per la Tv e il macabro copione dei delitti reali. L’autrice rievoca le tecniche di indagine delle fiction e le colloca nella vita vera per testarne la sopravvivenza. L’esito di questo esperimento dona ai lettori il più prezioso degli elementi: la verità.
     Individuare la causa del decesso, l’autore dell’assassinio e il suo movente: sono queste le tre risposte che gli inquirenti sono intenti a cercare. La scena del crimine funge da contesto che potrebbe rivelare utili informazioni affinché il caso proceda. E sul lettino del medico legale si interroga la vittima. Ma non è morta? Certo, ma pur nel silenzio ha molto da dire e tanto di quel che traspare dall’autopsia ha un significato ermetico, tutto da interpretare come il più complicato dei rebus.
     Le recenti scoperte scientifiche come il prelievo e il confronto del DNA hanno aperto nuovi “intriganti” varchi nelle indagini. Può sembrare sacrilego l’impiego dell’aggettivo “intriganti”, sarebbe più appropriato associarlo alle serie Tv, ma sappiamo bene che la rappresentazione televisiva prende spunto dalla realtà e che nel mondo vero talvolta si mutua la visione televisiva.
     La morte è statica, ma Dietro la scena del crimine scorre impetuosa una linfa vitale. Dopo aver letto questa guida non sarete più semplici spettatori delle fiction o dei film thriller. Cristina Brondoni ha ucciso la “sospensione dell’incredulità”. Il movente? Offrirci la verità per mezzo di un sacrificio.
     Il caso è risolto, a voi la lettura.
 

martedì 19 gennaio 2016

Checco Zalone, i messaggi subliminali la chiave del successo

     Luca Pasquale Medici, classe ’77, ha conquistato il favore del pubblico raggiungendo picchi inediti di gradimento. Il suo segreto? Preparare esilaranti sketch, canzoni e film sulla falsariga di quel che accade nella nostra società, di per sé ridicola. Sono i nostri atteggiamenti a ispirarlo. Siamo noi la sua linfa vitale. Ma la sua ironia è sottile e pungente solo se la si sa cogliere in profondità. È un sarcasmo divertito e alleggerito perché altrimenti il pubblico lo avvertirebbe come rimprovero e allora… addio incassi. Gli spettatori non devono accorgersi del reale messaggio veicolato.
     Quindi fa ricorso a piccole strategie di marketing, a cominciare dal nome d’arte, non proprio anagramma ma quasi. Che cozzalone è l’esclamazione tipicamente meridionale che si trasforma in Checco Zalone. C’è chi ha pensato che fosse il bonario nomignolo di Francesco Zalone, ma ora forse è chiara a tutti la scelta lessicale. Dimostra eccelse qualità di acuto osservatore della società italiana, tanto controversa e discutibile. Individuata l’inesauribile fonte di materia prima, al dottor Medici (è laureato in giurisprudenza) tocca scoprire come trasformarla in arma a lunga gittata. Così inizia fin da subito a sfruttare a proprio vantaggio i messaggi subliminali. Il termine deriva dal latino sub- e limen, liminis e vuol dire sotto la soglia di percezione. In psicologia indica uno stimolo troppo debole per essere percepito e riconosciuto dal pensiero conscio. Ma dopo che la pubblicità ne ha mutuato il significato, il messaggio subliminale è diventato un’informazione che la mente assimilerebbe a livello inconscio.
Ci diverte vedere come gioca con l’italiano sgrammaticato o le sue gaffe oppure quello stile tipico di chi trionfa con l’ingenuità o con le maniere grossolane. Tutto questo è palese, ma il fatto di aver estrapolato dalla realtà determinate situazioni o atteggiamenti, li allontana da noi e li rende divertentissimi perché non li riconosciamo come nostri. È come se non ci rappresentassero.
C’è un messaggio profondo in quel che Zalone ci trasmette: l’italiano impoverito, il condizionale al posto del congiuntivo, il rapporto col web, l’apparenza, i dieci dei bambini a scuola, gli acquisti a rate, affari e finanza, la brama di ricchezza, l’omofobia, la fuga dei cervelli trasognati, il mobbing sul posto di lavoro e… il posto fisso. Tutto l’operato del dottor Medici (è strano associare il suo vero cognome ai meccanismi psicologici menzionati) ha seminato qualcosa nelle nostre menti. Prima o poi germoglierà e si spera sotto i migliori auspici.

venerdì 15 gennaio 2016

Dimmi la tecnica di bonifica e ti dirò se è amianto

     Nel lontano 1998 ho acquistato una casa e mi ci sono trasferita. Ho un balcone esterno con vista su una villa abbandonata ampia il doppio del mio grande comprensorio. È la villa del mistero che ha stregato grandi e piccini. Non v’è certezza sulla sua storia che forse si lega al binomio ricchezza-dissolutezza. A conferirle il vero fascino è la folta vegetazione che avvolge viali e fabbricati e che infuoca l’immaginazione di chi vuole ricostruirne le vicende. Di tanto in tanto i cancelli si aprono ai lavori di potatura degli alberi di confine, segno dell’esistenza di eredi che si assumono le proprie responsabilità. Di recente è accaduto qualcosa che sembrava stesse per togliere la villa dalla condizione di abbandono. Degli operai hanno iniziato a rimuovere le falde inclinate dei tetti delle dépendance presenti nella proprietà. Osservandone i lavori è stato possibile individuarne la tipologia edile: non una ristrutturazione, bensì interventi di bonifica… dall’asbesto. È l’altro nome dell’amianto. Ora ci corrono dei brividi gelidi lungo la schiena. Un tempo (fino agli anni ’80) era impiegato in edilizia per le coperture dei fabbricati, canne fumarie e tubature, ma poi si è scoperto che le fibre di amianto, se inspirate, causano gravi patologie polmonari tra cui il cancro. La legge n. 257 del 27.03.1992 ne ha vietato l’uso in Italia. Lo smantellamento dell’Eternit (cemento più fibre di amianto) è dunque necessario.
     Gli operai indossavano tute bianche e mascherine mentre estraevano, (in giornate con forti raffiche di vento, 6-11.2.2015) le lastre del tetto dopo averle ricoperte con una specie di spray rosso. Questa procedura prende il nome di incapsulamento e consiste nell’impregnare l’amianto con delle resine resistenti in modo da bloccare la dispersione delle fibre cancerogene. Gli incapsulanti hanno una colorazione rossastra che permette all’operatore di verificare l’omogeneità dell’applicazione.
     Uno di quei tetti presentava una spaccatura, forse causata dalla caduta di un ramo, già nel ’98. Il processo di deterioramento era già avvenuto e in tutti questi anni abbiamo respirato a pieni polmoni l’ossigeno di quegli alberi e polveri d’amianto. I lavori di smaltimento da poco ultimati derivano dal timore degli eredi di esser citati in giudizio? Il rischio di insorgenza di tumori non doveva costituire una spinta motivazionale ad assumersi un preciso impegno? Mi rivolgo agli eredi a nome dei vicini: non mi resta che esprimere gratitudine per averci donato le bellezze di tutto il verde gratuito e incontaminato che circonda la villa, ma noi lo abbiamo pagato al caro prezzo della salute dei nostri polmoni. Meno indugi in futuro!
     Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 10 aprile 2015, p. 22.

venerdì 8 gennaio 2016

Paralumi… all’uncinetto

     Ogni angolo della vostra casa dovrebbe dire qualcosa. È la vostra dimora e rappresenta i vostri gusti.
     Per il salone, l’ingresso o la camera da letto pensate ad un indispensabile complemento d’arredo all’uncinetto: i paralumi.
     L’abat-jour conferirà lucentezza alla stanza.
     In qualunque merceria provvedete all’acquisto dello scheletro del paralume della forma che preferite. Poi munitevi di uncinetto, cotone e pazienza. Il risultato vi ripagherà del tempo speso. 
Della sezione "Uncinetto" fa parte anche:


venerdì 1 gennaio 2016

Scopare fa bene alla salute

Dalla piattaforma con furore… il Vlog “La scorribanda legale”
La scorribanda legale ha la sua web tv

Il blog che state visitando ha inaugurato il suo omonimo Video-blog coinvolgendo (o stravolgendo) la piattaforma. 
Non sarete più solo dei lettori, ma degli spettatori.
E dopo una visione che si spera sia sempre di vostro gradimento, vi chiediamo di eseguire poche semplici operazioni
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