Luca Pasquale
Medici, classe ’77, ha conquistato il favore del pubblico raggiungendo picchi
inediti di gradimento. Il suo segreto? Preparare esilaranti sketch, canzoni e
film sulla falsariga di quel che accade nella nostra società, di per sé
ridicola. Sono i nostri atteggiamenti a ispirarlo. Siamo noi la sua linfa
vitale. Ma la sua ironia è sottile e pungente solo se la si sa cogliere in
profondità. È un sarcasmo divertito e alleggerito perché altrimenti il pubblico
lo avvertirebbe come rimprovero e allora… addio incassi. Gli spettatori non
devono accorgersi del reale messaggio veicolato.
Quindi fa ricorso a piccole
strategie di marketing, a cominciare dal nome d’arte, non proprio anagramma ma
quasi. Che cozzalone è l’esclamazione tipicamente meridionale che si trasforma
in Checco Zalone. C’è chi ha pensato che fosse il bonario nomignolo di
Francesco Zalone, ma ora forse è chiara a tutti la scelta lessicale. Dimostra eccelse
qualità di acuto osservatore della società italiana, tanto controversa e
discutibile. Individuata l’inesauribile fonte di materia prima, al dottor
Medici (è laureato in giurisprudenza) tocca scoprire come trasformarla in arma
a lunga gittata. Così inizia fin da subito a sfruttare a proprio vantaggio i
messaggi subliminali. Il termine deriva dal latino sub- e limen, liminis e vuol dire sotto la soglia di
percezione. In psicologia indica uno stimolo troppo debole per essere percepito
e riconosciuto dal pensiero conscio. Ma dopo che la pubblicità ne ha mutuato il
significato, il messaggio subliminale è diventato un’informazione che la mente
assimilerebbe a livello inconscio.
Ci diverte
vedere come gioca con l’italiano sgrammaticato o le sue gaffe oppure quello
stile tipico di chi trionfa con l’ingenuità o con le maniere grossolane. Tutto questo
è palese, ma il fatto di aver estrapolato dalla realtà determinate situazioni o
atteggiamenti, li allontana da noi e li rende divertentissimi perché non li
riconosciamo come nostri. È come se non ci rappresentassero.
C’è un
messaggio profondo in quel che Zalone ci trasmette: l’italiano impoverito, il
condizionale al posto del congiuntivo, il rapporto col web, l’apparenza, i
dieci dei bambini a scuola, gli acquisti a rate, affari e finanza, la brama di
ricchezza, l’omofobia, la fuga dei cervelli trasognati, il mobbing sul posto di
lavoro e… il posto fisso. Tutto l’operato del dottor Medici (è strano associare
il suo vero cognome ai meccanismi psicologici menzionati) ha seminato qualcosa
nelle nostre menti. Prima o poi germoglierà e si spera sotto i migliori
auspici.
Da “La
Gazzetta del Mezzogiorno”, 9 gennaio 2016, p. 16.
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