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martedì 7 aprile 2015

Geografia dei rischi naturali

     Recensione: Sergio Pinna, Geografia dei rischi naturali, Aracne, Roma 2015, pp. 296.
     L’ambiente naturale è denso di fascino, ingegno, ordine, ma anche rischio poiché manifesta dei fenomeni che mettono a repentaglio l’uomo e le sue opere. Terremoti, maremoti, alluvioni, trombe d’aria, precipitazioni persistenti, frane, eruzioni vulcaniche e molto altro creano un contesto di allerta. I fenomeni naturali assumono connotati di enormi proporzioni cagionando inevitabili disagi e in breve spazzano via le abitazioni di chi aveva stabilito la propria dimora in un luogo reputato sicuro. Non dimentichiamo le catastrofi sismiche ed eruttive che hanno raso al suolo intere città e che presto potrebbero ripresentarsi con la medesima veemenza.
     L’umanità resta sbigottita di fronte alle dirompenti espressioni della natura come se non ne avesse mai immaginato l’esistenza. Pare si stia rendendo necessaria una mappatura delle aree soggette alla manifestazione dei fenomeni calamitosi. In risposta a tale necessità giunge il volume fresco di stampa “Geografia dei rischi naturali”, opera del prof. Sergio Pinna, ordinario di Geografia all’Università di Pisa che ha conservato la virtù della semplicità espositiva. Il testo di configura come un manuale, anzi come un piccolo universo del sapere geografico che travalica i confini delle aule universitarie per approdare alla mente del lettore generico. È un libro di ampia ed autonoma divulgazione, merito delle numerose immagini che corredano i concetti teorici esposti.
     Il lavoro di ricerca dell’autore è rivolto a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’ambiente, ma soprattutto induce a non sottovalutare i danni che potrebbero derivare dalla violenza degli eventi naturali. Effettuando previsioni e stime delle più probabili conseguenze di una calamità naturale si potrebbero in futuro evitare spiacevoli ed irreversibili disastri naturali.
     Per nulla avulsi da questo contesto sono i cambiamenti climatici, il rapporto tra clima e uomo e le questioni ambientali, le stesse da cui dovremmo apprendere che esistono corsi d’acqua indispensabili al drenaggio delle acque ed alberi sui costoni dei monti, le cui radici mantengono saldo il terreno.
     Analizzando la distribuzione geografica globale di aree vulcaniche, sismicità, tsunami, frane, erosioni, colate detritiche, esondazioni fluviali e fenomeni meteorici, potremmo calcolare e schivare i diversi livelli di pericolosità nonché indirizzare le costruzioni di centri abitati, dighe o ferrovie in località più sicure. Non è giustificabile edificare dense aree urbanizzate alle pendici di un vulcano nemmeno a fronte di un’esplosione demografica.
     L’opera non si fa vettore unicamente di un monito verso il mancato rispetto dell’ambiente. “Geografia dei rischi naturali” ha il pregio di veicolare le meraviglie della natura conducendo i lettori verso la scoperta del pianeta Terra.

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