Autore:
Calabrese Silvana
Titolo dell’opera:
La
villa del mistero
Genere dell’opera:
romanzo fantastico visionario
Sinossi
Questa storia è ispirata ad una villa disabitata realmente
esistente in cui solo il mistero dimora abitualmente.
Emilia Vinci è una giovanissima giornalista professionista
che non ha mai pensato di poter vivere o lavorare in altro luogo se non nella
sua città, nel profondo meridione d’Italia.
Fin da bambina ha sempre ostentato una propensione per lo
studio e le ricerche e a quanto pare non ha mai perso la sua peculiare
inclinazione. Nonostante questo, nessuno si sarebbe atteso molto da una
cronista, agli albori della carriera, ostinatamente ancorata al mezzogiorno. Ma
a volte le cose riescono a stravolgere la realtà più stantia.
A dispetto di ogni
avara aspettativa, sarà proprio lei a riportare alla luce un fatto di sangue
accaduto quarant’anni prima nell’alta società barese e a risolverne
definitivamente il giallo. Raggiungerà l’apice del successo giornalistico con
un’indagine e una scoperta in perfetto stile cold case. Tuttavia non sarà tutto
merito del suo ingegno e della sua perseveranza, bensì del carattere ricorrente
di alcuni strani sogni, tutti incentrati su una misteriosa villa abbandonata
sita nel suo vicinato.
Sono rari i casi in cui il mondo ultraterreno stabilisce una
connessione profonda col regno dei vivi. È una circostanza talmente inedita e
inquietante che la protagonista ne ha voluto lasciare traccia con un resoconto
scritto, un libro che non può non essere pubblicato.
Tutto ebbe inizio col suo sofferto trasloco, nel periodo
adolescenziale, in un appartamento nella periferia cittadina. Il suo balcone
era prospiciente un’immensa villa quasi completamente sommersa dalla
vegetazione più fitta. Emanava una costante aura misteriosa. Dipendeva da
alcune sinistre vicende che molti anni prima ne avevano coinvolto i residenti e
sconvolto l’opinione pubblica. Emilia ha sempre assicurato di non esserne mai
stata ossessionata, a differenza di tutti gli altri, ma fu proprio lei a notare
le prime agghiaccianti stranezze.
La sua sfera onirica
iniziò ad essere invasa da alcuni sogni sulla dimora inabitata, ma non vi diede
alcun peso. Poco tempo dopo si spalancarono i cancelli della villa del mistero
per avviare invasivi lavori di potatura uniti alla bonifica dall’amianto. Da
allora non riuscì più a staccare gli occhi da quella proprietà stregata finché
la visione di qualcosa che non poteva essere reale la atterrì completamente.
Quelle opere di manutenzione dovevano aver turbato una quiete spettrale rimasta
intatta per decenni e tutto fu sul punto di cambiare per sempre. Fece nuovi
strani e particolareggiati sogni che sembravano messaggi soprannaturali. Emilia
sentì di dover indagare fino in fondo se voleva ritrovare la serenità perduta.
C’erano fatti di cronaca da riesumare, una verità da evocare, un intreccio di
vicende da ricostruire, una razionalità da sospendere, una serie di visioni
dalle quali lasciarsi guidare e un caso da risolvere… proprio nel cuore della
tetra notte.
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