Mi chiamo Silvana Calabrese e dirigo il blog “La scorribanda
legale” e non intendo chiedere scusa per questo.
La prima domanda che le persone mi pongono è «Perché proprio questo titolo?».
Per scorribanda
si intende una vera e propria incursione nelle menti dei lettori. Ma è legale, cioè senza razzie poiché è
orientata a stimolare la riflessione. La finalità di base è quella di indurre
alla legalità, ossia al diventare dei cittadini muniti di buon senso e senso
civico.
La seconda domanda ricorrente è «Come
mai ci sono gli squali?».
I motivi sono due e sono correlati fra loro. Il simbolo
dello squalo compare sia nell’intestazione che nel logo del blog ed è il motivo
ricorrente dell’inno ufficiale scelto per la mia piattaforma: La grande onda. Tutto ruota attorno alla
società contorta nella quale viviamo e alla quale ci adeguiamo in modo
riprovevole. È un contesto in cui vige il marciume, i giovani sono soli ed
abbandonati e la rete domina le menti di ogni fascia anagrafica. È una metafora
oceanica: ci ritroviamo tra le onde impetuose e possiamo scegliere se sfidarle,
restare in equilibrio sulla tavola da surf o abbandonarci al loro potente moto.
In quest’ultimo caso resteremmo prede di feroci squali.
È facile affermare che la società è cambiata e che dobbiamo
adattarci per non restare in disparte. Io mi oppongo, ho una lunga esperienza
di nuotatrice in stile controcorrente.
Ho spalle robuste e potrei insegnare questa difficile disciplina. La
scorribanda legale funge da porto sicuro per i navigatori del web e per chi si
sente ormai esausto dagli sballottamenti della nostra società. Gli squaletti ci
sono e rappresentano il pericolo al quale dobbiamo saper tenere testa.
È ormai consolidata l’opinione che il mio blog sia una spina
nel fianco per chiunque. Ed io aggiungo che è controverso, ma non perché si
tradisce, bensì perché scuote gli animi e genera una non condivisione.
Oggigiorno ciò che stimola l’introspezione si accompagna anche a un monito e in
chi legge si scatena la risposta infiammatoria del tipico colpevole.
Tutti noi
siamo rei di disordini sociali e quando ci si riflette nel mio blog un fuoco
ardente ci pervade. Ogni singolo articolo ha l’effetto di un colpo al cuore,
ogni mio pezzo (a seconda delle tematiche e delle sezioni) genera un’emozione:
talvolta è tenerezza, altre compassione, ma anche rabbia, odio puro, invidia,
insofferenza, irritazione. Tutte emozioni potenti che si spera vengano
canalizzate in positivo. Ma mai i miei scritti hanno suscitato indifferenza. Ed
è di questo che vado fiera. Stimolo e scuoto nel profondo. Non ho mai cercato
la condivisione, bensì la rivolta. E la alimento costantemente. Il mio
obiettivo, fin dal principio, è stato questo. E non ho mai mancato un colpo.
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