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domenica 8 ottobre 2017

Eroi del quotidiano. Figure della serialità televisiva

Recensione: La Rocca – Malagamba – Susca (a cura di), Eroi del quotidiano. Figure della serialità televisiva, Bevivino Editore, Milano-Roma 2010, pp. 273.
Nel corso del tempo le rocambolesche vicende dei protagonisti di miti e racconti hanno ceduto il passo ad un nuovo mondo, quello delle serie televisive.
Miti, leggende e racconti hanno plasmato e al tempo stesso custodito l’identità sociale conferendole l’incanto dei momenti onirici. L’immaginario di ogni cultura ne traeva nuova linfa per le proprie capacità mentali. Gli eroi, inarrivabili abitanti delle pagine di libri o delle pieghe delle voci narranti, rappresentano il frutto dell’invenzione, ma le loro gesta sono ulteriori a questo livello, poiché divengono esempi, valori e sono portatrici di senso ed ispirazione.
Oggi si è stabilita una nuova categoria di miti ed eroi: le incarnazioni televisive. Non v’è più una figura che incarni il tramite fra la dimensione celeste e quella terrena dell’immaginario collettivo, bensì dei personaggi pubblici interposti tra la dimensione quotidiana e quella della sua spettacolarizzazione.
Eroi del quotidiano
Serial, serie, fiction, sit com, medical drama, soap opera, telenovela, reality show, telefilm sono le declinazioni della serialità televisiva. Le puntate consequenziali tessono una trama di fondo che si dirama con l’ingresso di nuovi personaggi, la cui personalità può essere scandagliata. Generano empatia, incontrano la fedeltà degli spettatori instaurando un rapporto familiare così tanto simile alla vita quotidiana per via di un espediente: l’instaurazione di una routine analoga a quella degli spettatori, ma che diverge poi per la presenza di un elemento di rottura che eccede la realtà. Generalmente può trattarsi di un atteggiamento ridondante pur essendo fuori dall’ordinario, come affrontare situazioni complesse con un instancabile sarcasmo, oppure con leggerezza, o ironia. È proprio il modus operandi dei personaggi di una serie a esaltare la devozione degli spettatori. Al pari della locuzione theatrum mundi che stabilisce un legame tra finzione e realtà, anche il telefilm da un lato cristallizza situazioni reali tipiche della vita quotidiana e dall’altro ne determina la possibile matrice.
Non si può omettere l’altro pregio delle serie tv, quello di attivare delle competenze enciclopediche negli spettatori citando periodi storici, come in Mad Men, oppure citando La nascita della tragedia di Nietzsche, come in Dexter.
L’opera si rivela complessa e offre numerosi spunti di riflessione attraverso l’analisi di alcune delle serie televisive dell’industria culturale americana che più incantano il pubblico: Six Feet Under, True Blood, I Soprano, House, In Treatment, Scrubs, Californication, Disperate Housewives, Gossip Girl, 24, Lost, Dallas, Plus belle la vie.
A quanti dei lettori si sia istintivamente prospettato l’interrogativo su come riesca a germogliare l’incanto verso gli episodi seriali e di conseguenza la capacità di identificarsi con i personaggi confluendo nella volontà di seguire le puntate con grande passione e puntualità, la risposta è nel capitolo inerente pratiche e strategie enunciative della serialità, dove la sigla diventa sigla bondage, capace cioè di instaurare un profondo e inscindibile legame tra spettatore ed ‘eroe moderno’.
Alla sigla spetta il compito di sedurre lo spettatore inducendolo alla stipula del contratto di veridizione, quel contratto di fiducia fondamentale per attivare la pratica della visione. Esso consente di credere ad un mondo immaginario, ma presentato come verosimile.
Restando fedele al suo etimo greco sigao, la sigla deve alludere ai contenuti visuali e contemporaneamente mantenerne taciti altri. 
La sigla di apertura esprime, in pochissimi fotogrammi, i tratti distintivi, comunica l’identità del testo e si fissa icasticamente nella memoria dell’astante. Contrapposta a tale ambiente liminale è la sigla finale. Crea un effetto di straniamento con un’interruzione ex abrupto dell’episodio che catapulta lo spettatore nella dimensione reale dopo averlo condotto all’apice dell’immedesimazione narrativa. Anche questo è un escamotage e innesca il desiderio di seguire la puntata successiva. 

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