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venerdì 22 dicembre 2017

Preserviamo i nativi digitali dall’eccesso di tecnologia

     Videogiochi e scuola? L’unica possibilità di sottrarre la scuola al suo torpore. Era l’opinione di un docente universitario riportata da «Avvenire» già nel 2009. Il torpore della scuola si deve alla sempre più scarsa professionalità dei suoi dipendenti. Il valore dell’istruzione è andato smarrito da tempo e si ritiene che una manciata di bit possa agire come una polvere magica.
Bambini nativi digitali Silvana Calabrese Blog
     L’articolo proseguiva con il solito alibi del salto generazionale che separa gli adulti dai giovani “nativi digitali”. In realtà questo slogan si è impresso nel nostro linguaggio troppo in fretta, come un’etichetta che ci risparmia la fatica di capire meglio il contesto nel quale ci ritroviamo ad operare. Ogni epoca ha avuto i suoi strumenti, con il cui ausilio, il genere umano è riuscito in imprese che i suoi avi non potevano immaginare. Pertanto in ogni generazione si può far leva su una scoperta maggiore rispetto alle precedenti ma inferiore se rapportata a quelle che verranno. Non intendo negare le enormi potenzialità del web, ma esso costituisce sia una ragnatela di infinite opportunità di conoscenza e sia un dedalo nel quale smarrirsi per sempre. La dimostrazione di quanto affermo deriva da alcune vicende da me direttamente osservate nei bambini di scuola elementare. Sono dei “nativi digitali”. La loro scrivania è scarna di oggetti, ma sono muniti del personal computer cui è collegata una stampante laser a colori. La tecnologia è nelle loro mani. Sono candidati a diventare i futuri premi Nobel grazie alle possibilità a loro concesse.
     Divaghiamo un momento con un esempio che disegnerà un sorriso sui volti dei lettori. Chiunque sia in possesso di una semplicissima penna a sfera, una biro, una vecchia scoperta–invenzione alla quale non diamo più peso, potrebbe scrivere affrontando qualunque argomento. I suoi scritti rimarrebbero impressi su carta perché la memoria, si sa, è più debole. Dunque la penna è uno strumento con un suo potenziale. Ma se chi la possiede non è in grado di toglierle il tappo, quello strumento sarà totalmente inefficace. Allo stesso modo un infante necessita innanzitutto di affinare le proprie capacità manuali e intellettive prima di essere dotato di strumenti tecnologici. Chi studia con il pc acceso, ne viene distratto. È inevitabile. [Se non ci avete fatto caso, è grave quanto un reato che come pena prevede l’ergastolo e non perché siete paleodigitali.] 
     Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 27 aprile 2012, p. 28.

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