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sabato 17 febbraio 2018

Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen

     Recensione: Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, Einaudi, Torino 2007, pp. 419.
Un’opera la cui pubblicazione è risultata travagliata e inizialmente anonima, divenuta poi un grande successo e giunta fino ai giorni nostri.
Nell’isola britannica sembra che la vita degli individui sia strettamente legata ad alcuni elementi: matrimonio, patrimonio, status sociale.
Il primo rappresenta una vera ossessione per chi abbia concepito prole di sesso femminile perché solo i figli maschi divengono eredi dell’intero patrimonio di una famiglia. L’unione coniugale consente di accrescere il patrimonio del nuovo nucleo, ma ben poco si può fare per un miglioramento dello status sociale.
Orgoglio e pregiudizio Jane Austen Silvana Calabrese
La vita sociale nel Settecento era circoscritta ai ricevimenti ed alle feste da ballo organizzati dai parenti o dalle famiglie del vicinato. Lo scopo era uno e uno solo (e le rivalità molteplici): permettere ai celibi, del posto o in visita, e alle nubili di fare nuove conoscenze perché …«è un fatto universalmente noto», come note sono le rendite annuali di ciascuna famiglia del Regno.
L’opera non propone soltanto le sospettabili dinamiche matrimoniali, ma si concentra sulla fitta trama che può derivare dall’unione tra orgoglio e pregiudizio.
All’epoca era piuttosto evidente l’impazienza che le donne avessero nell’accasarsi e i rampolli non ne erano all’oscuro: sapevano bene che sarebbero stati graditi all’altro sesso e che una loro proposta di matrimonio non avrebbe mai ricevuto un rifiuto. Dal loro canto, le fanciulle assumevano perfino comportamenti esasperanti pur di ottenere pubblici consensi e far risultare gradita la loro presenza.
La lettura del romanzo della Austen rende spontanei dei paragoni con il nostro tempo, specialmente in merito ai rapporti uomo-donna. Oggigiorno si fa ricorso all’espressione «dispersione di attenzione» dato che i corteggiamenti sono limitati, a volte inesistenti, e se una fanciulla respinge un giovanotto, quest’ultimo non perde tempo a trovare una valida alternativa. Nel Settecento invece la ritrosia di una donna di fronte ad una seria proposta di matrimonio contribuisce a renderla amabile, inoltre è una consuetudine quella di respingere l’uomo di cui ha sempre avuto in mente di accettare la proposta, che spesso si ripete per più volte. Tuttavia all’uomo che veniva seriamente rifiutato dalla presunta amata non mancavano certo nuove occasioni per ottenere un consenso da un’altra donna il cui patrimonio ed il cui status sociale fossero pari o superiori rispetto alla precedente.
Tutto questo sembra dare per scontato il sentimento dell’amore che non ha nulla di meccanico o premeditato, ma è spontaneo, lento, graduale, a volte latente come il crescere nella stima dell’altro senza accorgersene e senza che l’altro se ne accorga fino a quando l’attrazione raggiunge l’evidenza. È in questa sfumatura che si colloca il reciproco ma dapprima ruvido sentimento che si instaura tra i protagonisti: Elizabeth e Darcy. I loro rispettivi patrimonio e status sociale di certo non si eguagliavano, erano però simili in fatto di orgoglio e pregiudizi.
La critica che dal 1813 (anno di pubblicazione del volume) si è concentrata sull’opera conviene, unanime, su un aspetto, quello di attribuire a Darcy l’orgoglio di classe, mentre a Elizabeth il pregiudizio nei suoi confronti. Io me ne discosto associando l’orgoglio anche a Lizzy. Si tratta di un orgoglio legato alla classe inferiore, consapevole di esserlo e incapace di nasconderlo a causa delle eccessive esuberanze della madre in pubblico. Chi appartiene ad una classe inferiore, ma cura e controlla i propri comportamenti, il proprio portamento, intensifica la propria cultura ed ha modi cortesi ma non ingenui, non ammette atteggiamenti superbi nei propri confronti.
Anche il pregiudizio è comune a entrambi i protagonisti e affonda parte delle sue radici nell’orgoglio personale e di classe.
Elizabeth prova delle antipatie verso Darcy scaturite dall’opinione che la gente ha di lui (infatti la sua reputazione lo aveva preceduto alla festa da ballo in cui incontrò Elizabeth) e acuite dal giudizio espresso da lui troppo in fretta e incautamente, al punto da essere udito dalla protagonista, sul suo essere appena passabile.
Darcy considera negativamente la famiglia di Elizabeth sia per lo status sociale nettamente inferiore che per i modi poco controllati della madre di lei e per la condotta poco ortodossa delle figlie minori della famiglia Bennet. Inoltre elabora delle personali congetture basate solo e unicamente sull’apparente freddezza di sentimenti di Jane, sorella di Lizzy, nei riguardi del suo amico Bingley. Il suo saldo ascendente sull’amico, unito all’apparenza osservata contribuiranno poi ad allontanare la giovane coppia. Ma sarà poi la stima e l’amore per la donna difficile da conquistare che lo indurranno a meditare sui suoi errori e a constatare la correttezza di alcuni dei pregiudizi che però vale la pena di accantonare perché l’affinità caratteriale è troppo forte.
Deporrà il suo innato orgoglio come fosse l’unica arma capace di difenderlo nelle metaforiche lotte quotidiane e aprirà il suo cuore a Elizabeth, inizialmente stupita e ancora di più preda dei suoi incrollabili rancori verso Darcy.
Le presenterà una lunga lettera di scuse in cui svelerà la vera identità di Wickham anche a costo di confidarle un fatto, fino a quel momento tenuto segreto, e che se divulgato avrebbe irrimediabilmente infranto la reputazione di sua sorella Georgiana, la quale a quindici anni acconsentì al progetto di una fuga d’amore con il venale Wickham.
Porrà rimedio alla perdita di onorabilità di Lydia, la minore delle Bennet, fuggita con Wickham, falsamente intenzionato a sposarla. Corrompendolo con la promessa di estinguerne i debiti fino a quel momento accumulati, lo convinse a sposarla.
Contribuirà anche a rinsaldare l’unione tra il suo amico Bingley e Jane, da sempre fatti per stare insieme.
Assumerà modi gentili, quasi inverosimilmente attribuibili alla figura del Darcy che la gente ha imbastito. Cercherà di piacere agli zii di Elizabeth, i signori Gardiner, trattandoli come suoi pari. 
L’effetto prodotto dalle azioni di Darcy sarà quello di abbattere tutti i pregiudizi di Elizabeth nei suoi confronti. E la sua seconda proposta non può che essere accolta con gioia di Elizabeth e stupore del padre ignaro dell’evoluzione dei sentimenti della secondogenita nei confronti di Darcy.

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