Riccardo III in un… parcheggio, la storia incrocia la modernità
È in perfetto
stile cold case il ritrovamento delle
spoglie di re Riccardo iii a Leicester,
Inghilterra. Aveva la fama di sovrano spietato, oggi gli viene attribuito
l’appellativo di «uomo del parcheggio». È doveroso un balzo temporale per
spiegare la non casuale esumazione. Riccardo iii,
nato nel 1452 ed appartenente alla dinastia Plantageneta (che include i casati
di York e Lancaster), fu re d’Inghilterra dal 1483. Viste le vicende storiche, è
dubbia la liceità dell’incoronazione dato che dopo la morte del fratello maggiore
Edoardo iv, gli eredi ufficiali
erano i nipoti dichiarati illegittimi da Riccardo e spediti nella Torre di
Londra. Svanirono nel nulla e la cosa destò sospetti orientati verso la teoria dell’assassinio.
Il trono fu dunque usurpato. Il regno conquistato con l’inganno ebbe vita breve:
contro il re si sollevò una ribellione che culminò con la battaglia di Bosworth
(1485) nella quale perì per mano di Enrico Tudor, il futuro Enrico vii d’Inghilterra, membro da parte di
madre del casato di Lancaster. Con questa battaglia si concluse la guerra delle
Due Rose (1455–1485 combattuta tra le due famiglie dei Lancaster e degli York).
Di lui scrisse Shakespeare nel dramma storico Riccardo iii (1592). Il
componimento ne dipinge vita e personalità con fosche pennellate: un
personaggio negativo, malvagio, dal braccio avvizzito, andatura zoppicante e
schiena ricurva, dopo la morte del quale avvenne la presa di potere definitiva
dei Tudor. Descrizioni per secoli considerate inventate per rimarcare l’assenza
di scrupoli del sovrano. Le circostanze della sua dipartita furono cruente come
il suo temperamento: si narra che ricevette un colpo, alla base del cranio, che
gli fu fatale. I suoi resti vennero sepolti nella chiesa dei Frati Grigi
(Greyfriers Church). Nel 2012 l’Università di Leicester ha condotto indagini
archeologiche individuando il sito della chiesa che oggi ospita un parcheggio
sotterraneo. Una ricerca genealogica ha permesso di rintracciare l’ultimo
discendente vivente in linea di sangue materna e di esaminarne un campione di dna mitocondriale (si tramanda dal lato
materno e resta inalterato nelle generazioni), prelevato con un tampone orale.
Sotto il coro della chiesa vi sono i resti del famigerato monarca che
confermano le informazioni note: una lesione sulla parte posteriore del cranio
e un rachide (colonna vertebrale) affetto da scoliosi evolutiva con curve
accentuate che spiegano le gobbe unite a un’andatura claudicante. La datazione
al carbonio 14 rivela che i resti risalgono al Quattrocento. Il suo volto è
stato ricostruito in 3D.
Da “La
Gazzetta del Mezzogiorno”, 13 febbraio 2013, pag. 24.
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