Mettere in
pratica la raccolta differenziata dovrebbe essere un impulso fisiologico del
genere umano munito di animo sensibile verso l’ambiente in cui vive. Lo step
precedente dovrebbe prevedere un’autodisciplina che ci imponga di consumare
meno per evitare l’accumulo di rifiuti riciclabili e non. Ma naturalmente lo
spreco è di casa e l’uomo non riesce mai a fare della virtù il proprio credo.
I siti web
Amiu invertono, per ordine di importanza, le motivazioni del differenziare. Al
primo posto spicca l’obbligo di legge previsto dal decreto Ronchi (Decreto
legislativo n. 22 del 5.02.1997). Se su amiu.genova.it si invita ad un segno di
rispetto per l’ambiente e per il nostro futuro, su amiu.bari.it si riferisce
della possibilità di ridurre la quantità di rifiuti da smaltire nelle
discariche e di migliorare il funzionamento degli impianti di smaltimento.
Si auspica che
non dilaghi l’invito a scaricare applicazioni con l’Abc dei rifiuti perché
insita in esso c’è l’esortazione a procurarsi uno di quei cellulari smart non
esattamente ecologici.
A metà del
2014 il presidente Amiu Puglia, Gianfranco Grandaliano, si è espresso in favore
di maggiori controlli nel conferimento dei rifiuti negli appositi cassonetti,
ha più volte persuaso i cittadini alla collaborazione e per incrementare il
loro impegno nella differenziazione ha annunciato l’installazione di nuovi
contenitori (1200 circa) per l’organico (umido) dotati di serratura. Inoltre i
bidoncini marroni hanno un’apertura a caduta gravitazionale per cui non
dovrebbe mai capitare di vederli aperti, ma in realtà o il coperchio ruota ben
oltre i 90° verso l’esterno o viene forzato e la chiusura non è più garantita.
Non è ben chiaro il nesso tra la chiusura dei bidoni e il corretto
conferimento. E se analizziamo i costi e l’organizzazione pragmatica di questa
intuizione ci viene da riflettere. Il presidente ha inviato circa 50.000
missive alle famiglie baresi dotandole così della chiave unita al vademecum
della raccolta differenziata.
Con la
formazione da avvocato, il presidente sa sicuramente come vincere la battaglia
ai rifiuti mal conferiti, ma si possono raccogliere lunghi elenchi di cittadini
baresi che di buste con chiave per posta ne hanno ricevute già due. Per doveri
morali ed ambientali ci interroghiamo dunque su un intervento che, mosso da
buone ragioni, possa dirsi esente da sprechi sia economici (costo della
produzione di chiavi) che di materiale utilizzato (il metallo di cui è fatta la
chiave).
Da “La
Gazzetta del Mezzogiorno”, 15 febbraio 2015, p. 16.
L'articolo fa parte della sezione "Amiu e Rifiuti".
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