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venerdì 16 ottobre 2015

Tasse logiche e illogiche. Ora il canone Rai va in bolletta

Di questo passo tasseranno anche computer e telefonini
La tassa sul lusso quando il lusso è un diritto. Probabilmente risale a due anni fa la notizia che gelò il sangue ai proprietari di grosse imbarcazioni private. Si trattava di stabilire una «tassa sul lusso». La cosa fu ritenuta ingiusta e i diretti interessati all’unanimità si rifiutarono di adempiere al pagamento.
Di recente ho sentito recitare in uno spot la frase: «il lusso è un diritto». È tutto più chiaro. Io possiedo uno yacht, un quattordici metri, ormeggiato nel porto della città e la tassa sarei disposta a pagarla. Mi sono resa conto che a fronte delle storture sociali occorre un modo per potersi riconciliare con la realtà quotidiana. Ci ho provato con lo studio. Pensate che uno degli scrittori della cultura italiana della seconda metà dell’Ottocento ed esponente del Verismo, Luigi Capuana, ha composto «Fastidi grassi». Nel brano si evince il diritto che i ricchi si arrogano di lamentarsi di fastidi, noie e preoccupazioni derivanti proprio dalle ricchezze. E se trattiamo la cosa con ironia, quasi non ci infastidisce più. Il protagonista del racconto invidiava gli straccioni perché liberi dalla presenza dei funzionari addetti alla riscossione delle tasse. Si accenna anche al ruolo delle «vetture», ossia all’iscrizione su uno speciale registro, con conseguente tassazione, degli animali da soma che venivano chiamati vetture.
In un futuro non troppo lontano saranno previste tasse per il possesso di pc e telefonini, mentre gli evasori crescono e si moltiplicano come ratti. Rodari in una poesia ha scritto «astronavi di prima classe per quelli che non pagano le tasse». È proprio vero che l’ironia ci protegge dall’ulcera. Ho conosciuto gente che nel pieno della visione televisiva è capace di affermare «non possiedo l’apparecchio televisivo». In questa frase non c’è ombra di furbizia, ma solo la manifestazione della schizofrenia che provoca un’alterazione del rapporto con la realtà.
Se non debelliamo economia sommersa (lavoro nero) ed evasioni di ogni genere indurremo la nostra società al collasso, ma soprattutto per sanare l’economia nazionale ci verranno intimate le imposte più disparate.
Ricordate che la Rai è un esempio di tv pubblica, cioè che verte su canoni di abbonamento, mentre quella privata, detta anche commerciale, verte su introiti pubblicitari.
     Fate i bravi dunque, evadete la pratica Rai. Attenzione, in questo caso il termine evadere non vuol dire non ottemperare al pagamento, ma si riferisce all’altro significato della parola, ovvero eseguire, adempiere un obbligo.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 11 settembre 2011, p. 20.

1 commento:

  1. Siamo grati per la manovra che renderà l'evasione del canone Rai solo un brutto ricordo.

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