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martedì 19 gennaio 2016

Checco Zalone, i messaggi subliminali la chiave del successo

     Luca Pasquale Medici, classe ’77, ha conquistato il favore del pubblico raggiungendo picchi inediti di gradimento. Il suo segreto? Preparare esilaranti sketch, canzoni e film sulla falsariga di quel che accade nella nostra società, di per sé ridicola. Sono i nostri atteggiamenti a ispirarlo. Siamo noi la sua linfa vitale. Ma la sua ironia è sottile e pungente solo se la si sa cogliere in profondità. È un sarcasmo divertito e alleggerito perché altrimenti il pubblico lo avvertirebbe come rimprovero e allora… addio incassi. Gli spettatori non devono accorgersi del reale messaggio veicolato.
     Quindi fa ricorso a piccole strategie di marketing, a cominciare dal nome d’arte, non proprio anagramma ma quasi. Che cozzalone è l’esclamazione tipicamente meridionale che si trasforma in Checco Zalone. C’è chi ha pensato che fosse il bonario nomignolo di Francesco Zalone, ma ora forse è chiara a tutti la scelta lessicale. Dimostra eccelse qualità di acuto osservatore della società italiana, tanto controversa e discutibile. Individuata l’inesauribile fonte di materia prima, al dottor Medici (è laureato in giurisprudenza) tocca scoprire come trasformarla in arma a lunga gittata. Così inizia fin da subito a sfruttare a proprio vantaggio i messaggi subliminali. Il termine deriva dal latino sub- e limen, liminis e vuol dire sotto la soglia di percezione. In psicologia indica uno stimolo troppo debole per essere percepito e riconosciuto dal pensiero conscio. Ma dopo che la pubblicità ne ha mutuato il significato, il messaggio subliminale è diventato un’informazione che la mente assimilerebbe a livello inconscio.
Ci diverte vedere come gioca con l’italiano sgrammaticato o le sue gaffe oppure quello stile tipico di chi trionfa con l’ingenuità o con le maniere grossolane. Tutto questo è palese, ma il fatto di aver estrapolato dalla realtà determinate situazioni o atteggiamenti, li allontana da noi e li rende divertentissimi perché non li riconosciamo come nostri. È come se non ci rappresentassero.
C’è un messaggio profondo in quel che Zalone ci trasmette: l’italiano impoverito, il condizionale al posto del congiuntivo, il rapporto col web, l’apparenza, i dieci dei bambini a scuola, gli acquisti a rate, affari e finanza, la brama di ricchezza, l’omofobia, la fuga dei cervelli trasognati, il mobbing sul posto di lavoro e… il posto fisso. Tutto l’operato del dottor Medici (è strano associare il suo vero cognome ai meccanismi psicologici menzionati) ha seminato qualcosa nelle nostre menti. Prima o poi germoglierà e si spera sotto i migliori auspici.

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