C’è un argomento di cui in pochi parlano. È troppo
basso il numero di persone che sanno qualcosa della celiachia.
Il termine deriva dal greco koiliakos e
indicava una problematica ipotetica a livello gastrointestinale.
È un’intolleranza permanente al glutine, una frazione
proteica vegetale presente in alcuni cereali: grano (frumento), orzo, segale,
avena, farro, kamut e altri. L’assunzione di glutine da parte dei celiaci
comporta l’atrofizzazione dei villi intestinali adibiti all’assorbimento dei
nutrienti. Ciò vuol dire che l’esposizione al glutine causa una reazione
infiammatoria che interessa l’intestino. Di conseguenza il celiaco deve
evitare gli alimenti che contengono glutine. Tuttavia ci sono delle
alternative, ossia assumere cibi a base di mais, riso, quinoa, amaranto,
miglio, soia. L’unica cura possibile è condurre una dieta rigorosamente
priva di glutine per tutta la vita.
Non è semplice la diagnosi di celiachia: avvertiti i
sintomi, variabili e soggettivi, ci si sottopone ad analisi del sangue
specifiche (alla ricerca di anticorpi) e infine alla famigerata biopsia
intestinale.
La varietà dei sintomi rende difficile la diagnosi di
celiachia. Nel bambino compaiono gonfiore e dolore addominale, dissenteria,
dimagrimento, costipazione, rigetto, ritardo della crescita. Nell’adulto
invece disturbi gastrointestinali, anemia, affaticamento, osteoporosi precoce,
dolori ossei e articolari, artrite, perdita dei capelli, depressione, problemi
tiroidei e molto altro. I danni possono essere irreversibili.
La qualità della vita di un celiaco è una questione
prioritaria nella nostra società. Non è una malattia molto diffusa, ma si sta
diffondendo rapidamente. In Italia ne è colpito un individuo su 100. Non è
causata esclusivamente da fattori ambientali, ma anche da fattori genetici che
predispongono i figli di un celiaco a diventare tali.
L’adolescenza è un periodo critico in cui affrontare l’intolleranza,
ma è fondamentale parlare con gli altri della propria condizione che induce ad
avere uno stile di vita diverso.
Nel campo della ristorazione è importante che si
facciano dei corsi di formazione per la gestione della cucina senza glutine.
Per facilitare la vita economica di un celiaco è
necessario che le ditte che confezionano alimenti gluten free rendano più
competitivi i loro prezzi.
L’articolo ha partecipato all’edizione 2016 del
Newspapergame ed è apparso su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 15 marzo 2016, p.
VII.
La redazione:
Luca Abrescia, Giulia Amenduni, Paolo Botta, Rebecca Bragazzi, Fabio Antonio
Caccamo, Anna Gioia Carnevale, Sara Cason, Gaia De Martino,
Anna De Vita, Erica Di Candia, Siria Elena Di Candia, Martina Mangieri, Giulio
Masciopinto, Claudia Morelli, Leonardo Pansini, Martina Rendina, Sofia Risola
Iandolo, Martina Santacroce, Gianluca Tunzi,
Ilaria Verni.
Scuola “G.
Santomauro” A.S. 2015–2016
Visita le sezioni "Gli alunni della Santomauro" e "Newspapergame"
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