Viviamo in una
condizione di conto alla rovescia. Il mondo finisce o non finisce? Non molto
tempo fa si udiva spesso in televisione la pubblicità di alcune trasmissioni
televisive, tra cui Voyager, e si poteva notare come esse vertessero su frasi a
impatto come ad esempio: “2012: la fine del mondo?”. Pur inserendovi il punto
interrogativo, la frase contiene un’intrinseca affermazione candidata ad
attecchire nella mente degli spettatori.
Piramide di Kukulcan o El Castillo e il cortile dei mille guerrieri a Chichén Itza |
Può darsi che
in pochi siano realmente interessati alla civiltà dei Maya, ma oggi hanno
acquisito la massima notorietà grazie al messaggio che il potente mezzo
mediatico ha veicolato.
La presunta
fine del mondo non ha generato una psicosi collettiva, bensì un senso di potere
da parte degli individui. L’umanità ha dimostrato, nel corso delle epoche
storiche, la sua brama in merito ad un argomento: saper stabilire la data
esatta o comunque l’anno in cui la vita sul pianeta Terra cesserà. La nostra
presunzione non avrà mai fine!
Tuttavia
abbiamo creduto alle parole dei conduttori televisivi, parole verbali cariche
di un’importanza e di una rilevanza che la cassa di risonanza mediatica ha
conferito loro. Ma siamo anche corsi in libreria ad acquistare una o più copie
di quei libri che promettevano di esaurire l’intero repertorio circa il
famigerato 2012.
La televisione
ha un potere ipnotico... anche quando si accinge a smentire un messaggio che si
era ormai consolidato.
Se Giacobbo
avesse continuato a parlare di fine del mondo e se questa poi fosse mancata all’appuntamento,
l’intera credibilità del conduttore sarebbe crollata molto più in fretta del
Muro di Berlino. Oggi nella sua trasmissione ritratta l’argomento e ci prepara
all’evento che non accadrà.
È una fortuna
che le cose scritte su carta e opportunamente datate resistano allo scorrere
del tempo, perché ho proprio una citazione per Voi:
«Il calendario
Maya riporterebbe due previsioni future: la prima riguardava la conquista
spagnola; la seconda menziona una data, il 21 dicembre 2012, giorno in cui
secondo la profezia, si concluderà un ciclo cosmico. Tale previsione
del futuro, non va intesa come fine del mondo, ma indica la
conclusione di un anno galattico. Si presume che i Maya avessero scoperto non
solo che la Terra
gira intorno al Sole, ma che anche il sistema solare compie un moto di
rotazione intorno alla galassia. Un anno galattico, che indica il giro
completo, dura circa 25626 anni».
Citazione
tratta da: S. CALABRESE, Tutti i misteri sono risolti, Aracne Editrice, Roma 2009, pp. 98–162.
Da “La
Gazzetta del Mezzogiorno”, 7 gennaio 2012, pag. 16.
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