Papa Francesco
è accanto a ciascuno di noi
Nel rivolgere
un saluto a Papa Ratzinger, che con la rinuncia al ministero Petrino ha dato
prova di umiltà d’animo, accogliamo al soglio pontificio Jorge Bergoglio che ha
ponderato accuratamente la scelta del nome pontificale indirizzandola verso
Francesco. Il Santo Padre ci saluta con fare fraterno e ci chiede di pregare
per lui affinché riesca ad adempiere alla sua missione di guida spirituale per
i fedeli. Oltre a pregare abbiamo il dovere morale di aiutarlo in questo
obiettivo. Come? Riflettendo sul senso della fede, anzi, ristrutturandolo
poiché la preghiera scissa dalle azioni perde buona parte del suo valore. La
fede non si acquisisce dal breviario, né si rinsalda con la conoscenza della
religione, perché è un sentire con l’anima. Trova la sua ragion d’essere nel
costante dialogo che dovremmo instaurare con la coscienza e deve coinvolgere
anche l’ateo poiché non deve essere solo il timor di Dio a costituire un
deterrente alle cattive azioni. In via teorica è semplice affrontare l’argomento,
ma la percezione e l’applicazione quotidiana della rettitudine è una questione
che richiede cautela. Poiché il mondo è caratterizzato dal libero arbitrio (per
volere divino) e dall’assenza di equilibrio tra bene e male, salute e malattia,
ricchezza e indigenza, si è spesso spinti a ritenere che fortuna e gioia siano
da ricondurre a premi che il Signore ci dona per aver fatto del bene. Ma questo
ragionamento non si può applicare alle persone meno fortunate.
Non abbiamo
compreso che la ripartizione di premi e punizioni non avviene nella vita
terrena, bensì il giorno del giudizio universale. Ma allora come spiegare le
disuguaglianze? Che lo vogliate credere o meno si tratta di prove alle quali
siamo sottoposti. Si potrebbe anche giungere a sostenere che si tratti di
piccoli inganni divini per testare i nostri comportamenti. Chi conduce una vita
disgraziata è messo alla prova e dovrà continuare ad avere fede e agire
rettamente anche laddove vede il male e nessuna possibilità di riscatto, ma
solo il continuo deterioramento sociale e umano.
Mentre chi
vive nell’agio e gode della fortuna di incontrare le persone giuste, ottenere
un ottimo impiego, convolare a nozze con un consorte gentile e premuroso, avere
figli o nipoti in buona salute e sani, è posto ugualmente di fronte a una
prova. Penserà che gli sia tutto dovuto o che stia ricevendo delle ricompense
meritate e questo lo renderà avido, superbo, altezzoso e privo del minimo
riguardo verso il prossimo. Pregherà e si recherà alla Santa messa, ma non compirà
mai atti di fede, quelli che per definizione sono incondizionati e dettati solo
dall’umile considerazione verso l’altro e non in vista di un tornaconto.
Da “La
Gazzetta del Mezzogiorno”, 20 marzo 2013, pag. 16.
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IO CREDO CHE MOLTE PERSONE SI DOMANDINO CERTE VOLTE DOV'ERA DIO QUANDO CI FU AUSCHWITZ, I VARI TERREMOTI, LE VARIE GUERRE, ATTENTATI..E SONO PERSONE CHE HANNO MOLTA FEDE COME ME. BEH IL PROBLEMA E' CHE L'UOMO HA MESSO DIO SUL MARCIAPIEDE E DIO VEDE LO SCEMPIO SENZA CHE PUO' FAR NULLA PERCHE' COMUNQUE DIO VUOL BENE A TUTTA L'UMANITA' E PERDONA SEMPRE QUALSIASI COSA E NEFANDEZZA, ANCHE SE E' CHIARO CHE E' ARRABBIATISSIMO PERCHE' L'UMANITA STA ROVINANDO QUELLO CHE LUI HA CREATO IN 7 GIORNI. PURTROPPO ORMAI NON C'E' GIORNO CHE SI SENTE NOTIZIE TRAGICHE DI TUTTI I TIPI, NOI CREDENTI NON POSSIAMO FARE ALTRO CHE PREGARE, PREGARE, PREGARE
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