Recensione: John
Merrett, Grandi viaggi in piccole
imbarcazioni, Magenes Editoriale, Milano 2014, pp. 123, € 12,00.
Quando avventura e rischio si fondono si ottiene la formula
perfetta dell’esplorazione. Pur con la zavorra delle incognite hanno luogo
viaggi straordinari, scoperte rivoluzionarie e naufragi drammatici. Sono
esperienze che, postume, alimentano l’immaginazione di scrittori e
sceneggiatori. Se ci è dato saperne qualcosa, lo dobbiamo alle testimonianze
che ci pervengono in forma orale o scritta con zelo sui diari di bordo. Lontani
dalla civiltà e dagli affetti, gli uomini dell’equipaggio ci trasferiscono
l’emozione, la tensione, il brivido e gli stati d’animo che li hanno
accompagnati nei loro grandi viaggi. Ma non esistono viaggi che possano
definirsi davvero grandi se non quelli compiuti a bordo di piccole
imbarcazioni. Sfidare il mare aperto con degli scafi di modeste dimensioni è un
azzardo immane.
Avventurarsi tra i flutti oceanici è un’impresa che nasce da
uno sconfinato spirito impavido che si nutre di nuove conoscenze. Ma potrebbe
anche trattarsi dell’unica alternativa possibile. È il caso degli incidenti in
alto mare, quando l’ultimo lembo di terra emersa è scomparso dietro l’orizzonte.
Il naufragio fortuito (esiste anche quello volontario) non concede altra scelta
e l’istinto di sopravvivenza è l’unica forza in grado di sospingere i minuscoli
natanti. Mille peripezie si celano tra le onde e migliaia di traversie e
insidie sono ciò che la ciurma deve affrontare, inclusa la scarsità di riserve
di cibo e acqua.
Nel corso degli anni alcune di queste vicende sono state
portate all’attenzione della gente, hanno acquisito fama e verranno divulgate a
oltranza. Altre storie sono finite nell’oblio, ma c’è ancora chi prova a
recuperarle per darne nota.
Tra le aspettative dei lettori, al riparo sulla terraferma,
c’è la suspense, ma anche l’appagamento della propria curiosità. Non di minore
importanza è l’occasione di conoscere l’audacia che ha tratto in salvo quei
navigatori e ne ha reso imperiture le gesta. Joshua Slocum, William Bligh,
Foster, Thor Heyerdahl, Ernest Shackleton ed Alain Bombard non sono soltanto
capitani appartenuti a varie epoche storiche. Sono personaggi immortali. In vita
hanno solcato i mari della Terra ed è alle acque che apparterranno per sempre.
Ma una parte di loro continua a navigare tra le pagine di libri come questo che
approdano tra le nostre mani.
In omaggio alla cultura, la sezione "Recensioni (libri)" è vasta. Tra le opere di Magenes Editoriale rientra anche:
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