Recensione: Aldo Buonaiuto, Halloween. Lo scherzetto del diavolo, Sempre Comunicazione, Legnago (VR) 2016, pp. 126, € 10,00.
Ancora oggi c’è una minoranza di persone che balbetta il
nome di una festività che qualche anno fa ci era del tutto estranea e che oggi
vede un coinvolgimento collettivo nel nostro paese. Ma quanto accade in Italia
non è allarmante se paragonato al modo che gli Stati Uniti hanno di osservare
la ricorrenza di Halloween. La macchinazione commerciale è tale da raggiungere
elevati volumi di affari, ma soprattutto rende la vigilia di Ognissanti seconda
solo al Natale.
Un quesito spontaneo riguarda le motivazioni per cui la
partecipazione si sia tanto espansa. Gran parte della gente la subisce
passivamente – merito dell’effetto domino – e la considera un’occasione di
svago da condividere con gli amici, ma il movente per cui è nata e prospera
potrebbe essere tetro.
Fin dalle sue origini Halloween ha raccolto una folta
schiera di favorevoli e detrattori, ma gli uni non danno ascolto agli altri.
Però se è un sacerdote esorcista ad esprimere un’opinione, gli dobbiamo
credito. Don Aldo Buonaiuto è esperto in materia di satanismo, sette,
occultismo e problematiche connesse all’emarginazione – sempre tanto vigorosa
nella società del progresso.
Se il pastore di anime sostiene che la festa delle zucche
sia, in realtà, una festa per zucche vuote nonché uno scherzetto demoniaco
fatale per l’anima, è più che certo che ha delle valide ragioni a suffragio di
tale assunto.
No, no! Fermi, lettori! Non andate via! Continuate a
leggere! Non si fugge dalla verità!
È da un grande lavoro di ricerca che viene alla luce l’opera
del Buonaiuto. L’autore ha a lungo investigato e scavato a fondo fino a
giungere a una sorgente sotterranea, quella di Halloween.
Quasi duplicasse il carnevale indossa la maschera
dell’innocenza, ma traghetta tematiche spettrali.
Si giova del propellente tipicamente anglosassone che rende
tutto mastodontico e teatrale, ma dietro le quinte cela un orripilante anelito.
È una ricorrenza che raccoglie ogni anno sempre più fedeli
nell’atto di compiere un rito. Può esserci qualcosa di demoniaco in questo? È
possibile, specialmente quando il sollazzo cede il passo all’orrifico.
A partire da un’indagine di natura storica e antropologica,
fino ad un’osservazione social contemporanea, i tratti salienti dei
festeggiamenti del 31 ottobre sono chiari, benché tenebrosi: si tratta di un
limbo non solo tra il regno dei vivi e quello dei morti – come vuole la
tradizione – ma anche tra mostruoso e piacevole, trasgressivo e divertente,
tetro e gioioso, fino ai sommi opposti, bene e male.
Halloween forse è parte dell’horror e come tale serve a
sdrammatizzare la paura della morte, ma a quanto pare l’ultimo giorno di
ottobre è anche un’importante data del calendario satanista che ora si è
insinuata nel calendario dei cristiani (non in quello cristiano).
Chi non si schiera o ne sottovaluta gli effetti non è
estraneo al cambiamento, anzi è colpevole di promozione latente dell’occulto.
Esiste una soluzione da mettere in atto prima che questa
festa ci si ritorca contro, e prima che sia troppo tardi per contrastarne le
conseguenze, e consiste nel reale significato che contribuiamo a veicolare:
dovremmo trasformarlo in un messaggio di luce che fende le tenebre e non
viceversa.
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