Cercare
un’occupazione non è affatto conveniente
A conti fatti
cercare un’occupazione non è affatto conveniente.
Questo è
l’assunto ed ora sviluppo la tesi a favore.
La frenesia
della società attuale non lascia molto spazio ai pronostici sulle sue future
evoluzioni. Dunque si rivela quasi impossibile ponderare oggi il ramo formativo
nel quale investire un lustro, se 5 anni dopo la situazione sociale risulterà
talmente mutata da invalidare gli studi conseguiti. Ai giovani viene richiesta
flessibilità, ma in questo caso il concetto degenera e si fa estremo. Tuttavia
alla base di qualsiasi lavoro lecito sono necessarie: cultura, capacità di
osservazione e di ragionamento. L’esperienza è fondamentale, ma lo è anche la capacità
di cogliere da essa degli insegnamenti. Non la pensano allo stesso modo le
aziende in procinto di assumere o le agenzie interinali che concedono udienza
ai candidati. Al primo posto nella classifica dei requisiti si collocano le
esperienze di lavoro retribuito maturate. Guai ad avere un periodo di stasi tra
il lavoro di cameriere e quello di commesso! Le esperienze accumulate devono
avere una caratteristica: la retribuzione. In caso contrario qualunque
attitudine abbiate non vale niente. Si dimostrano indispensabili anche i titoli
di studio universitario, ma solo in qualità di «pezzi di carta». Si consiglia
infatti di alternare lo studio con il lavoro, due elementi che non si coniugano
bene impoverendo l’aspetto culturale. Il risultato? Le agenzie interinali hanno
spesso al loro cospetto «cercatori di lavoro» privi di grinta e totalmente
incapaci di illustrare le proprie abilità. Il loro lessico è povero. Per un
individuo capace e meritevole le condizioni sociali descritte sono mortificanti
e demotivanti, specie per chi è un convinto fautore della cultura.
Gli anni
scorrono e se non si impegnano le forze giovani, esse svaniranno per sempre.
Posta a
confronto con quanto riportato, la disoccupazione non è sgradevole come può
apparire. I «parassiti dello Stato» gravano sul sommo ente percependo esenzioni
fiscali e sanitarie. Ciò avviene a scapito dello Stato e per sua colpa.
Alla luce di
questo, l’assunto è valido: cercare lavoro? Ma chi me lo fa fare!
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 7 ottobre 2014, p. 16.
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