Recensione: Giovanna Da Molin, Donna a Bari tra famiglia e lavoro. Nuovi bisogni di servizi e tempi
della città, Cacucci Editore,
Bari 2012, pp. 100.
Essere donna, in un contesto di cambiamenti sociali,
comporta sacrifici ed equilibrismi. Sintomo evidente del mutamento è il calo
della fecondità: si mettono al mondo meno figli e più tardi. Tra i fattori che
concorrono a tale declino si annovera il progressivo investimento
nell’istruzione. Ad un titolo di studio elevato corrisponde un’aspettativa:
l’inserimento attivo nel mondo del lavoro ed il conseguimento della
realizzazione professionale. Si tratta di aspetti primari costituenti
l’identità femminile. Nonostante i progressi registrati, i livelli
professionali di rilievo restano difficilmente raggiungibili senza tuttavia
ostacolare la crescita dell’occupazione femminile, elemento che ha fatto
sorgere problemi di conciliazione tra il lavoro extradomestico ed il ruolo di
moglie, madre e casalinga. È un’agenda priva di spazi vuoti, quella delle donne,
che induce a mettere in atto gli equilibrismi, citati in apertura, nella
gestione del tempo quotidiano a discapito perfino dei tempi riservati al sonno
e alla cura personale. A complicare tale organizzazione vi è la scarsa collaborazione
degli uomini ai lavori domestici. È emerso che la fase del ciclo di vita
familiare che mostra una maggiore partecipazione dei padri è quella successiva
alla nascita di un figlio. Quando non si opta per la rarefazione delle nascite
si tenta di conciliare lavoro e famiglia con le possibilità di lavoro a
distanza con l’ausilio del telefono o degli orari di lavoro part–time la cui
controindicazione è la mancata opportunità di avanzamento di carriera.
Nell’opera la donna, abile e silenziosa conduttrice del
proprio ménage, viene interrogata
sulla sua condizione, sui suoi bisogni di ottenere servizi che le consentano di
usufruire di una tanto desiderata sinergia tra istituzioni locali ed individui.
L’autrice conduce un’indagine sociodemografica volta ad evidenziare
l’importanza che ha assunto l’ingresso delle donne lavoratrici sulla scena
pubblica al cospetto degli enti comunali e regionali affinché, attraverso
questa ricerca, le esponenti di sesso femminile possano comunicare le proprie
necessità a precisi enti. Le donne sono state protagoniste indiscusse delle
trasformazioni che hanno coinvolto la società degli ultimi decenni e ne hanno
costituito una grande potenzialità. Rappresentano una risorsa per il mondo
produttivo, ma anche la culla della fecondità.
L’indagine è stata condotta sul campo attraverso la
somministrazione di un questionario, appositamente predisposto, compilato da un
campione di riferimento costituito da 530 donne occupate nel capoluogo
pugliese. Lo strumento ha consentito di raccogliere i dati relativi
all’intervistata e alla sua famiglia, alla conciliazione negli ambiti
familiare, lavorativo e cittadino. Quest’ultimo settore ha permesso di trarre
informazioni sui servizi di trasporto, ma anche sui servizi comunali, di
pubblica utilità, commerciali e di nuova generazione, quelli online.
Di notevole interesse risulta la raccolta di proposte
avanzate dalle donne stesse. Poter leggere le necessità che le intervistate
hanno direttamente presentato mostra aspetti sociali che spesso sono tralasciati
o trascurati nel nostro paese.
Il testo rimarca un elemento fondamentale che ha
accompagnato i molteplici cambiamenti sociali ossia il supporto rappresentato
dalle reti di sostegno familiare, in particolare dal ruolo svolto dai nonni.
Forniscono un servizio gratuito e più flessibile di quello offerto dai servizi
pubblici e privati col vantaggio indiscusso della relazione di fiducia. Ma
all’aumentare dell’età dei nonni diminuisce la loro disponibilità ad accudire
un nipotino.
Il lettore potrà immedesimarsi nella condizione non solo
femminile, ma anche coniugale e familiare e comprendere quasi empaticamente le
situazioni in cui una donna coniugata deve prendersi cura dei figli che ha
messo al mondo, della casa, dei propri genitori o suoceri, ormai anziani e non
sempre in buona salute, senza trascurare se stessa.
La
recensione è apparsa su «Lettera Internazionale», Rivista trimestrale europea,
Edizione italiana, II trimestre 2013 N. 116, Arti Grafiche La Moderna, Roma
2013, pp. 57–58.
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