Ne avevamo
rispetto quando esercitava il fascino del pericolo indomabile. Il timore verso
il mare è durato finché gli esploratori hanno affrontato l’ignoto varcando le
colonne d’Ercole, il limite del mondo conosciuto. Attraverso i documentari
scopriamo gli ambienti sottomarini equilibrati, ben organizzati, funzionali,
dotati di ciclicità, senza alcun bisogno dell’uomo. Anzi l’intervento umano ne sconvolge la perfezione, deturpando lo
splendore senza tempo delle realtà abissali. L’uomo, preso da febbrili
bramosie, non si ferma nemmeno un istante a lasciarsi sedurre da una realtà
meravigliosa. Gli oceani, il bioma terrestre maggiormente diffuso, garantiscono
l’equilibrio biologico del pianeta. Sono serbatoi d’acqua e costituiscono il
fulcro del ciclo dell’acqua. Rappresentano serbatoi di calore irradiato dal
sole, divenendo un fattore di controllo del clima.
È un ambiente ospitale: è
nel brodo primordiale che sono comparse le prime forme di vita. Il concetto
inconfutabile di catena alimentare si riconduce proprio al bioma oceanico. Un
insieme di organismi vegetali, il fitoplancton, fluttua nell’acqua grazie al
moto ondoso e produce ossigeno oltre a costituire la base della catena
alimentare. Quantità e diversità delle specie viventi in un oceano dipendono
dalla combinazione di diversi fattori: profondità, temperatura dell’acqua,
trasparenza, concentrazione di gas e sali. Nei mari caldi e poco profondi
prendono vita delle formazioni calcaree che si estendono anche per Km nei mari
tropicali: sono le barriere coralline, dai variegati colori e sensibili alle
variazioni ambientali. L’uomo ha intaccato la crescita dei coralli.
Nel
Pacifico, lontane dai luoghi antropizzati, sorgono le Isole Galápagos, un
arcipelago di origine vulcanica abitato da una fauna endemica a lungo studiata
dal naturalista inglese Charles Darwin che maturò la teoria sull’evoluzione
delle specie. Nel 2001 la petroliera Jessica mise in ginocchio quel delicato
equilibrio. L’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche sta compromettendo
l’ecosistema oceanico.
In Antartide possiamo ammirare banchi di minuscoli
gamberetti detti Krill, alimento delle balene e base della catena alimentare,
ma sempre meno numerosi a causa dell’effetto serra e dell’ossessiva pesca
finalizzata alla produzione di mangimi. Non dovremmo mai dimenticare gli
esperimenti nucleari francesi e non solo, condotti negli anni ’80 e ’90 nell’atollo
corallino di Mururoa, nel cuore del Pacifico. Un test nucleare implica un
gravissimo sovvertimento degli equilibri ambientali.
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