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lunedì 19 giugno 2017

L’uomo è l’unico intruso nell’ambiente marino

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Ne avevamo rispetto quando esercitava il fascino del pericolo indomabile. Il timore verso il mare è durato finché gli esploratori hanno affrontato l’ignoto varcando le colonne d’Ercole, il limite del mondo conosciuto. Attraverso i documentari scopriamo gli ambienti sottomarini equilibrati, ben organizzati, funzionali, dotati di ciclicità, senza alcun bisogno dell’uomo. Anzi l’intervento umano  ne sconvolge la perfezione, deturpando lo splendore senza tempo delle realtà abissali. L’uomo, preso da febbrili bramosie, non si ferma nemmeno un istante a lasciarsi sedurre da una realtà meravigliosa. Gli oceani, il bioma terrestre maggiormente diffuso, garantiscono l’equilibrio biologico del pianeta. Sono serbatoi d’acqua e costituiscono il fulcro del ciclo dell’acqua. Rappresentano serbatoi di calore irradiato dal sole, divenendo un fattore di controllo del clima. 
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È un ambiente ospitale: è nel brodo primordiale che sono comparse le prime forme di vita. Il concetto inconfutabile di catena alimentare si riconduce proprio al bioma oceanico. Un insieme di organismi vegetali, il fitoplancton, fluttua nell’acqua grazie al moto ondoso e produce ossigeno oltre a costituire la base della catena alimentare. Quantità e diversità delle specie viventi in un oceano dipendono dalla combinazione di diversi fattori: profondità, temperatura dell’acqua, trasparenza, concentrazione di gas e sali. Nei mari caldi e poco profondi prendono vita delle formazioni calcaree che si estendono anche per Km nei mari tropicali: sono le barriere coralline, dai variegati colori e sensibili alle variazioni ambientali. L’uomo ha intaccato la crescita dei coralli. 
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Nel Pacifico, lontane dai luoghi antropizzati, sorgono le Isole Galápagos, un arcipelago di origine vulcanica abitato da una fauna endemica a lungo studiata dal naturalista inglese Charles Darwin che maturò la teoria sull’evoluzione delle specie. Nel 2001 la petroliera Jessica mise in ginocchio quel delicato equilibrio. L’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche sta compromettendo l’ecosistema oceanico. 
In Antartide possiamo ammirare banchi di minuscoli gamberetti detti Krill, alimento delle balene e base della catena alimentare, ma sempre meno numerosi a causa dell’effetto serra e dell’ossessiva pesca finalizzata alla produzione di mangimi. Non dovremmo mai dimenticare gli esperimenti nucleari francesi e non solo, condotti negli anni ’80 e ’90 nell’atollo corallino di Mururoa, nel cuore del Pacifico. Un test nucleare implica un gravissimo sovvertimento degli equilibri ambientali. 
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