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domenica 19 ottobre 2014

Non si è mai pronti alla perdita di un figlio

Per non dimenticare Daniele Bonante
     Ogni giorno ci destiamo e ad attenderci sulle pagine dei quotidiani cartacei e online c’è la notizia di una dipartita. Si rischia di incorrere nell’assuefazione, un rischio scongiurato dalla caducità della vita umana che può colpire chiunque. Infatti giunge il mattino in cui scopriamo che l’individuo che ha perso la vita lo conoscevamo e il nostro cuore palpita di dolore. Un giorno salutiamo il nostro bambino, ormai adulto, che si accinge ad andare al lavoro e poche ore dopo ci informano che non lo rivedremo mai più perché un incidente fatale ce lo ha portato via e da genitori ne restiamo devastati. È questo ciò che è accaduto alla famiglia di Daniele Bonante, il ragazzo di 21 anni venuto a mancare a causa di un fatale incidente stradale mentre si recava sul posto di lavoro.
     Questa giovane vita stroncata io la conoscevo. Dov’è adesso Daniele? In un posto migliore? Sono questi i casi in cui la fede può placare le nostre sofferenze. Anche se subito dopo ci interroghiamo sul senso delle cose e sull’esistenza di una giustizia divina.
     Per trovare un senso di pace interiore io provo a rifugiarmi sul viale dei ricordi. Ripenso ad un paio di anni fa quando mi ero aggregata alla famiglia di Daniele per una gita fuori porta. Il suo era un quadretto familiare meraviglioso, capace di godere delle piccole gioie della vita. Lui era un ragazzo come pochi che portava il massimo rispetto verso i suoi genitori ed aveva un buon rapporto con il fratello minore. Solare ed aperto al dialogo, amava le partite di calcio, la pizza e si mostrava sempre collaborativo con i parenti.
     Quante volte il lavoro si trasforma in anticamera della morte! Lui non tornava da una nottata brava trascorsa in discoteca, ma andava a svolgere il proprio dovere per costruirsi un futuro in completa autonomia senza vivere alle spalle dei genitori. In un attimo è tutto finito per un ragazzo dai buoni propositi e dagli onesti valori. 
     Perché non diventi un’abitudine, se c’è anche una vaga possibilità di rendere più sicure le strade che percorriamo quotidianamente, attuiamola. 
     Come si fa a dare conforto ai suoi genitori, a suo fratello? Sono inconsolabili.
     Forse possiamo cercare di dare un volto ai cari estinti affinché il loro ricordo non svanisca e permanga anche nell’animo di chi gli era completamente estraneo.  
     Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 19 maggio 2014, p. 12.

1 commento:

  1. 26 agosto 2015
    Tanti auguri di buon compleanno, caro Daniele Bonante. Non lo festeggi con noi, ma la tua essenza sarà sempre intorno a noi. Perchè ci hai donato tanto. Perchè ci hai resi fieri. Perchè ci hai rallegrati. La tua luminosità caratteriale rischiarava ogni dubbio, ogni perplessità. Tutti dovremmo cercare di essere tuoi umili emuli.
    Passeranno gli anni e solo ad udire il tuo nome o a ricordarti in un gesto i nostri sguardi si rattristeranno. Un'ingiustizia della vita ti ha portato via dai tuoi più cari affetti. Un'istante ha spento una luce. Non è rimasto che un bagliore.
    Per non dimenticare

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