Recensione: Giovanna Da Molin – Biagio Moretti, La cultura della vita. Seconda indagine
sociodemografica sui giovani, Cacucci Editore, Bari 2011, pp. 219.
Adolescenza, ricerca della propria personalità, sviluppo
dell’identità, senso di appartenenza al gruppo, accettazione nel gruppo,
emulazione tra coetanei, sono dinamiche tipiche delle fasi evolutive che
l’individuo attraversa nel corso della sua vita. Si tratta di elementi che
rientrano nella normalità se non fosse che spesso gli atteggiamenti giovanili
convergono verso l’assunzione di comportamenti a rischio per la propria e
l’altrui incolumità. Comportamenti irresponsabili come porsi alla guida di una
vettura al termine di una serata in discoteca con consumazione alcolica al
seguito conferisce al Paese il primato della vergogna e delle premature vite
stroncate da incidenti automobilistici, la cui funesta notizia giunge di
domenica mattina. Per limitare ancor prima di porre fine a tutto questo, nasce
la Fondazione “Ciao Vinny”. Fu istituita nel 2002 dopo la scomparsa di Vincenzo
Moretti dovuta a un incidente del sabato sera. Affinché la dipartita di
Vincenzo non sia vana, affinché il suo ricordo rimanga impresso tra i più
giovani è stato avviato il progetto La
cultura della vita con l’obiettivo di trasmettere il messaggio del
divertimento consapevole dei limiti oltre i quali vi è l’eccesso e più spesso
la fine precoce di una vita.
I giovani, con il loro futuro incerto, rappresentano il futuro
stesso della società. Da questo assunto emerge la necessità di comprendere
l’universo giovanile, le sue problematiche tipiche, il suo codice
comportamentale al fine di avviare strategie educative ed informative volte a
minimizzare i rischi che attentano alla loro vita. Troppo spesso data per
scontata, La cultura della vita va
diffusa, interiorizzata, divulgata, custodita gelosamente e generosamente
elargita.
L’opera vaglia gli stili di vita degli studenti frequentanti
l’ultimo anno di scuola superiore, si occupa di constatarne le opinioni in
merito ad eventi d’attualità e le conoscenze da loro detenute circa gli aspetti
sanitari. I ragazzi rappresentano lo specchio della società e le indagini
sociodemografiche la superficie speculare che li riflette nell’atto di
transizione all’età adulta.
Gli autori scandaglieranno Opinioni e stili di vita delle matricole dell’Università di Bari
per ottenere una “veduta aerea” della condizione giovanile individuandone i
modelli di comportamento, il rapporto con la salute, l’impiego dei mezzi di
comunicazione e delle nuove tecnologie, ma soprattutto il piano dell’opera è
quello di individuare gli aspetti peculiari dell’utilizzo del tempo libero
dalla pratica sportiva, sana finché non degenera in estrema, all’ormai diffusa
abitudine del divertimento notturno in un luogo divenuto emblema della
gioventù: la discoteca.
Molteplici sono gli allarmi sociali così come multisfaccettate
sono le forme di violenza nella società contemporanea. Il capitolo I giovani e la cultura della non violenza
ne analizzerà gli aspetti espliciti, trasmessi quotidianamente in mondovisione,
e quelli sommersi, taciuti dalla vittima che trova nella paura un deterrente
alla volontà di denunciare un episodio di violenza. Carente e poco radicata è
la cultura della legalità poiché marcata è la mancanza di fiducia nel sistema
giudiziario italiano. Il campione di intervistati dovrà esprimere la propria
percezione della violenza e proporre le possibili strategie preventive da
mettere in atto per arginare i comportamenti devianti che rappresentano un
costo economico sul piano sanitario, ma anche legale, professionale e
produttivo.
La cellula fondamentale della società, la famiglia, che
nasce dall’incontro tra estranei, ha subito notevoli trasformazioni a carico
della sua struttura e della sua composizione. Matrimonio, famiglia e figli: fra tradizione e nuovi modelli si
occupa di indagare sulla percezione del significato di unione, coppia, alla
luce di una duplice tendenza: il calo della nuzialità e l’incremento di
separazioni e divorzi. L’analisi ha per oggetto la sfera onirica dei giovani,
il campo della loro progettualità in vista del futuro. Non solo la famiglia ha
vissuto dei mutamenti, ma anche il concetto di giovinezza è cambiato. Oggi si
accompagna a “lunga”. La “giovinezza lunga” o “sindrome del ritardo” consiste
nel dilatare i tempi di convivenza con il nucleo familiare originario. Le
motivazioni di tale scelta sono da ricercarsi nel contesto sociale in cui i
tempi dedicati alla formazione sono nettamente più ampi che in passato, di
conseguenza si instaura negli individui, non più esattamente giovani, il
desiderio di veder realizzate precise ambizioni professionali, cosa che
prolunga la permanenza con la famiglia d’origine. Inoltre la realizzazione
professionale è divenuta un aspetto inalienabile dell’identità femminile che
mal si coniuga con l’orologio biologico delle donne. Il mancato o tardivo
raggiungimento di stabilità economica priva di sicurezza chiunque intenda
metter su famiglia e alloggiare in un nuovo appartamento. In questi passaggi si
colloca la preoccupante riduzione della natalità. Sul banco degli imputati si
trova anche la famiglia contemporanea, accusata di eccessiva accondiscendenza,
assenza di obblighi è concessione di ampie libertà verso i figli.
È inevitabile affrontare la tematica Fumo e alcol: tra uso e abuso. Avvertiti nella maggior parte dei
casi come forme di evasione e di socializzazione, il fumo di tabacco si
accompagna al consumo di alcolici e superalcolici. Si tratta di un’abitudine
che ha raggiunto un livello elevato, ma che ancora permette uno spiraglio
d’azione verso interventi rivolti a rettificare abitudini tutt’altro che
salutari. Considerati riti di iniziazione alla vita adulta, bere e fumare hanno
assistito ad un abbassamento considerevole della soglia anagrafica in cui si
comincia ad assumere un comportamento che diverrà stabile nel tempo. La buona
conoscenza dei danni provocati dal fumo sembra quasi un elemento utile a
sdrammatizzare la triste realtà dell’universo dei fumatori. Allarmante è
l’attribuzione, alle bevande alcoliche, di effetti benefici di cui non godono.
I giovani trascurano il pericolo maggiore di tali rituali: la dipendenza
inestirpabile.
Giovani e salute
prende in esame il rapporto che i giovani hanno con la loro salute, con i
servizi medico–sanitari e il livello di informazione rispetto ad alcune
patologie quali rosolia, Papilloma virus, influenza suina, Aids. La cura verso
la propria salute si attesta su un livello discreto, ma induce alla riflessione
la frequenza con cui ci si sottopone al check–up ematochimico annualmente,
abitudine che si associa alla possibilità di prevenire l’insorgenza di
malattie. Il ricorso massiccio all’acquisto di “pillole del giorno dopo” unito
al considerarle un metodo contraccettivo preventivo, e non estremo, dimostra
quanto scarna sia l’educazione sessuale, spesso desunta da fonti inaffidabili.
I destinatari del libro sono tutti coloro i quali si
impegneranno nella lettura attenta e scrupolosa dei fenomeni che ci riguardano
da vicino. I riceventi sono coloro i quali adempiono al compito di formare ed
educare. Il testo è indirizzato a chi è a capo di istituti governativi, ma
anche ai medici, ai docenti, ai genitori, affinché comprendano il codice
comunicativo e comportamentale dei figli e fungano per loro da valida guida.
Infine l’opera è rivolta ai giovani stessi perché riflettano sulla loro vita
vulnerabile, sui loro sogni da concretizzare, sull’intero apparato di valori
che oggi appare troppo sfuocato. L’efficacia di un messaggio si misura
all’arrivo: se i ragazzi verranno lambiti dal contenuto dell’indagine allora
nutriranno un’ardente volontà di iniziare a vedere ogni cosa con
nitidezza.
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