Vi sono beni di consumo che non necessitano di una
recensione poiché fin dal loro approdo sul mercato riescono ad occupare un
posto permanente nell’immaginario collettivo. È il caso di Jimny, un’auto
giapponese che avevo notato per la prima volta all’età di dieci anni. So bene
che è insolito per una bambina sfogliare le pagine della rivista Quattroruote,
ma è esattamente ciò che facevo io.
Otto anni dopo approfittai della settimana
del Test Drive per salirci e guidarla, ma i tempi non erano ancora maturi
affinché ne possedessi un esemplare. Da maggiorenne neopatentata salita a bordo
dell’elegante fuoristrada non mi restava che domandarmi fino a quando la Suzuki
avrebbe prodotto Jimny e se avrei fatto in tempo a procedere con un eventuale
acquisto. Molte vetture mutano completamente la propria fisionomia e non
resistono sul mercato automobilistico, ma questa regola non si applica a Jimny,
un fuoristrada per veri fuoriclasse. Sono trascorsi circa vent’anni e la si produce
ancora. Per me era il momento di recarmi in concessionaria e dare il via ad un
nuovo cambiamento.
Per esperienza personale sento di poter fare dono di un
consiglio a quanti hanno il sogno di possedere la vettura dei propri desideri.
Non fatevela regalare. Lavorate sodo, risparmiate il denaro indispensabile ad
acquisto, manutenzione e mantenimento… e procedete. Non avrete solo comprato
un’auto, avrete siglato il più importante dei documenti: la vostra indipendenza
associata indiscutibilmente all’autonomia personale.
Vi aspettavate una recensione tradizionale? Spiacente, Jimny
è fuori dal comune perciò merita che le si dedichi una recensione fuori…
strada.
Da adesso in poi “La scorribanda legale” nella persona
fisica del direttore e fondatore Silvana Calabrese ha il piacere e l’onore di
guidare la vettura che solo venti anni prima ammirava sulle pagine del
periodico Quattroruote.
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