Un
nuovo governo finalmente, speriamo bene (così scrivevo)
Dopo le
vicissitudini politiche che in breve tempo hanno condensato più storia che in
un programma scolastico; dopo un governo caduto; elezioni anticipate; un
governo che ha inasprito gli animi; un governo tecnico e l’ingovernabilità,
Napolitano incarica Enrico Letta di formare un nuovo governo che si inaugura
sotto i migliori auspici. L’elenco dei ministri scelti pare foriero di novità
impensate per l’Italia. È scesa l’età media dei parlamentari, un traguardo non
indifferente. È un governo misto che raccoglie esponenti del Partito
Democratico e del Popolo della Libertà, una formazione operativa che osiamo
pronosticare vincente, protesa al dialogo e avente come obiettivo la pronta
guarigione del paese. [A due mesi dalle elezioni si schiera ora una squadra
composta da 21 promettenti ministri. Per la prima volta fa la sua comparsa un
ministro di colore, il medico congolese Cecile Kyenge. È ministro dell’Integrazione.
La sua presenza porrà fine (si spera) ai residuali atteggiamenti di
insofferenza razziale. Josefa Idem, canoista campionessa olimpica tedesca
naturalizzata italiana, si occupa di ciò che le sta a cuore: lo sport e le
politiche giovanili.
A seguire:
Alfano all’Interno e vicepremier; Bonino agli Esteri; Saccomanni (direttore
della Banca d’Italia) all’Economia; Cancellieri alla Giustizia; Mauro alla
Difesa; Giovannini (presidente dell’Istat) al Lavoro; il rettore Carrozza all’Istruzione;
Zanonato (Pd) allo Sviluppo economico; Lupi (Pdl) alle Infrastrutture; Orlando (Pd) all’Ambiente; Bray
(direttore della Treccani) a Cultura e Turismo, Lorenzin (Pdl) alla Salute; De
Girolamo alle Politiche agricole e forestali; Trigilia (Pd) alla Coesione territoriale;
Milanesi agli Affari Ue; Delrio agli Affari Regionali; D’Alia alla Pubblica
Amministrazione; Franceschini ai Rapporti con il Parlamento; Quagliariello alle
Riforme Costituzionali.
Il giuramento
è avvenuto secondo una formula pronunciata da tutti i ministri «Giuro di essere
fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di
esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione». Le
difficoltà vissute fino ad oggi conferiscono un’aura di sacralità al giuramento.
Questa volta andrà mantenuto parola per parola.] Si spera in un governo che
dimostri maturità in modo che i cittadini ne divengano onesti emulatori. Ci si
augura anche di non avvertire più la pressione di nuove tasse perché esse altro
non sono che contributi non volontari.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”,
1 maggio 2013, p. 22.
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