…all’indomani
della sconfitta referendaria
con
massima affluenza alle urne
Mi accingo ad
effettuare l’esame autoptico dell’ormai defunto governo Renzi. Mi arrogo il
diritto di stilare tale referto come lui era salito al potere senza essere
eletto.
Non vorrei sbagliare, ma forse il Matteo è stato il nostro
governante più giovane e con orgoglio affermava: «Nessuno vi concederà il
potere. Spetta a voi andare a prenderlo». Questo suo aforisma mi fa venire in
mente la linea politica che ha seguito con discreto successo e con fare
dinamico.
Matteo Renzi era stato definito un brillante comunicatore da
un popolo italiano per il quale l’ignoranza è una virtù. L’ex premier era di
certo l’uomo degli slogan – ora potrebbe dedicarsi ad una promettente carriera
nella pubblicità – ma una frase ad effetto non fa un buon comunicatore ed è
questo delicato aspetto che gli italiani non sanno cogliere nel prossimo.
L’ormai dimissionario Matteo ha dimostrato di essere un
pessimo comunicatore proprio quando aveva la cinepresa puntata ed un pubblico
di spettatori, gli italiani, ai quali spiegare la sua manovra più complessa. In
quel momento occorrevano doti comunicative, ma è proprio lì che la
comunicazione si è interrotta.
Chi governa ha la rara occasione di servire ed onorare un
paese fatto di persone umili, le stesse che ancora risentono della crisi
economica e della disoccupazione.
Cosa cercava Renzi? Il dialogo e la comunione con i suoi
concittadini? Oppure la popolarità? È proprio in stile liceale che interpreto
scenografie come le cene alla Casa Bianca, l’abbraccio ai pompieri intenti a
salvare vite dopo il sisma, il viaggio negli States per sostenere le tenniste
italiane e molto altro. Avrebbe dovuto desiderare tutti noi e non cedere
all’idolatria. Avrebbe dovuto pensare concretamente a tutti i giovani
adultescenti che ancora aspettano di iniziare a vivere da cittadini attivi,
sopportando il suo modo di biasimarli: «Vi piangete addosso!».
Ed ora un’ultima metafora a me molto cara, quella col mondo del surf, mia grande passione.
Per tutta la vita Matteo Renzi ha dimostrato di essere come
un surfista che va in cerca della grande onda. Da giovanissimo ha conquistato
un bel gruzzolo nel quiz televisivo di Mike Buongiorno e lo ha investito nella
politica. Da quel momento ha coronato sogni e collezionato successi. Ma proprio
quando le onde si sono fatte più alte e adatte a surfare, lui è crollato ed è
corso a rassegnare le dimissioni.
Il vero surfista cade dalla tavola da surf perché restare in
equilibrio non è semplice, ma ci si rimette sulla tavola e si riprova perché la grande onda si deve cavalcare fino in fondo. Mollare non è contemplato.
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