Una volta diplomata, il sogno grande quanto
impossibile era recarmi a San Francisco a visitare il ponte da cui ha avuto
origine la mia tesina e che ancor oggi è sempre presente nel mio quotidiano,
manifestandosi sotto forma di segnali variegati: dalla raffigurazione sul
tappetino del mio mouse, acquistato per caso, ai nomi che si riferiscono alla
zona, alle immagini del ponte in tv…
Uno dei tanti segni si è manifestato perfino dove non
me lo sarei mai immaginato: la Play Station. L’incontro col “segno del destino”
è stato del tutto casuale. Ero dai miei cugini per giocare al Grand Theft Auto San Andreas. Il mio
personaggio era appena rinato dopo essere stato massacrato dalla polizia e di
conseguenza si trovava in un posto desolato, affollato di trattori e belle
motociclette. Rubata una di queste, decisi di abbandonare la routine dei furti
e degli omicidi per provare l’ebbrezza del viaggio senza meta, e feci bene ad
intraprendere quel viaggio. La radio della moto trasmetteva della musica adatta
ai viaggi lunghi e avventurosi, credo fosse musica country. Non sapevo davvero dove stessi andando, ma ancora una
volta stavo seguendo il mio cuore: destra, sinistra, inversioni di marcia,
chissà dove mi avrebbe condotto quella strada.
Il mio istinto omicida nel mezzo del viaggio si
risvegliò e così provocai degli incidenti a catena su quella grande strada. Si
trattava di una strada litoranea e quindi per opera mia finirono in acqua auto,
moto e fuoristrada della polizia. Poiché l’acqua, baciata dai raggi
arancio–rossastri di un sole calante, era invitante mi tuffai anch’ io, anzi, il mio personaggio.
Nuotai fino a che la barra della resistenza muscolare
non fosse arrivata al massimo.
Mi fermai per riprendere fiato.
Guardai dinnanzi a me e all’orizzonte, con grande
sorpresa, vidi il ponte, il Golden Gate Bridge.
Provai un brivido.
Credevo si trattasse di un’allucinazione legata al
mondo virtuale. Poi compresi che c’era sicuramente un’analogia geografica tra
il nome del gioco e la faglia di Sant’Andrea.
Raggiunsi il ponte a nuoto. Purtroppo per quella sera
non mi fu possibile effettuare ulteriori escursioni e stando in acqua era un
po’ difficile rimediare una moto per percorrere il ponte, ma non persi
l’occasione di farlo il giorno dopo ed utilizzai perfino un elicottero.
Successivamente mi sono informata sul gioco: si tratta
proprio della trasposizione virtuale delle zone californiane attraversate dalla
faglia di Sant’Andrea, donde il nome.
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