Dopo una decade torna ad ardere la località siciliana
Canneto di Caronia. La frazione di Messina prospiciente il mare è teatro di
fatti inspiegabili: vi si innescano incendi improvvisi e gli elettrodomestici
entrano in corto circuito nonostante l’energia sia sospesa; le chiusure
centralizzate delle auto vanno in tilt; i cellulari squillano senza essere
chiamati; gli oggetti prendono fuoco per autocombustione compromettendo il
lavoro di una intera vita. Esperti a livello nazionale si interessano al caso,
coadiuvati da apparecchiature sofisticate. Hanno monitorato i campi
elettromagnetici ed impiegato telecamere termiche.
In opposizione a chi cerca
di trovare soluzioni scientifiche vi è chi si abbandona ad ipotesi esoteriche,
demoniache o extraterrestri.
Il mistero si infittisce e le ipotesi si
susseguono in un’enorme spirale. Si aggiungono gli avvistamenti di sfere
luminose in cielo e luci bluastre sottomarine. Perfino l’ago della bussola
subisce cambiamenti repentini. Gli abitanti incolpano la ferrovia, esperimenti
militari top-secret e si giunge a parlare di interessi legati alla malavita
fino al sospetto che i fenomeni incendiari siano di natura dolosa, e che
sarebbero gli stessi oriundi ad appiccarli.
Nell’arco di 10 anni la situazione appare immutata,
ma la soluzione del mistero esisteva già e risiede nella sismologia. I fenomeni
che hanno turbato la serenità di Caronia sono imputabili a fasci
elettromagnetici che producono energie termiche fortissime e combustioni. A
causarli sono cariche elettriche dovute allo scorrimento-compressione degli
strati rocciosi sotterranei. L’emissione di dette cariche fino in superficie e
il contatto con le apparecchiature elettriche avrebbero dato luogo agli
incendi. In merito gli avvistamenti di sfere di luce, il sismologo Ignazio
Galli (1841-1920) stilò per primo una raccolta di fenomeni luminosi che
accompagnano i terremoti.
Galli descrisse numerosi casi, tra cui proprio quelli
avvenuti nel corso dei gravissimi terremoti che sconvolsero la Calabria e
Messina negli anni 1905 e 1908,
in cui si verificò una sequenza impressionante di
fenomeni ottici durante scosse, fra cui luminescenze diffuse nel cielo. Galli
ha anche citato fenomeni relativi a fiammelle (fiammelle fatue), nebbie
luminescenti, bagliori diffusi, colonne luminose derivanti dalla fuoriuscita di
sostanze gassose dalle fratture (di origine sismica) della crosta terrestre.
L’autocombustione dei gas provoca anche bruciature nella vegetazione, senza
evidenza di fiamme. (Informazioni
tratte da Tutti i misteri sono risolti, pp. 99–101).
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