Mi è giunta di recente l’e-mail di un tale che lavora
nell’Università. Il suo messaggio inizia e termina con i gentili costrutti di
rito, ma mi chiede il frutto di un grande lavoro di ricerca. Me lo chiede così,
senza batter ciglio e senza mutare il colorito del viso.
Gentile dottoressa,
vorrei chiederle
cortesemente potrebbe inviarmi il database che ha costruito dal catasto di Bitonto, limitatamente alla variabile reddito in once e alla professione del capo-famiglia.
Ne avrei bisogno per un’analisi statistica.
La ringrazio in anticipo,
Cordialmente, *****
Avevo due alternative:
1. ignorare il messaggio di chi non ha il benché minimo
rispetto per il prossimo e che avrebbe potuto lavorare duramente sul documento
originale (esattamente come ho fatto io);
2. poiché nel primo caso avrei rimuginato ed avrei
brontolato con amici e parenti, ho optato per una risposta rigida, severa ma
non collerica. Così è come quando si insegna l’educazione ad un figlio, lo si
fa con calma ma con fermezza per abituare il pargolo alla vita vera
orientandolo a diventare un buon individuo.
Sig. *****,
la sua e-mail mi fa comprendere che le occorre aiuto. Sarò
lieta, dunque, di illustrarle delle brevi ma essenziali linee guida per il lavoro
che ha l’onore di svolgere.
Quasi nessuno sa o intuisce il gravoso sacrificio che si
cela dietro un’attività di ricerca propriamente detta. Innanzi tutto si
effettua sul campo, osservando i tempi della burocrazia, e richiede delle
trasferte seguite da mesi dedicati alla raccolta dei dati, gli stessi che poi
si inseriscono nei database con perizia e molta pazienza. Da quel momento in
poi i dati si elaborano, si sviluppano e si commentano fino a formare una tesi
o una pubblicazione. E della fatica nessuno sa nulla.
Nel momento in cui mi esterna una richiesta tanto oscena che
lei cerca di attenuare con un “limitatamente a professioni e once” è lei stesso
che mi dona l’ardire di scriverle queste righe severe.
Lei ha l’occasione di prestare servizio presso l’Ateneo,
forse perfino a tempo indeterminato. Forse qualcuno ha creduto in lei e le ha
reso meno ostico l’ingresso oppure è dipeso da una casualità… ma ora deve fare
in modo che quell’opportunità professionale coincida con merito, dedizione,
duro e costante lavoro.
Dovrà bramare gli straordinari se desidera condurre attività
di analisi statistiche.
Dovrà orientare le sue capacità ad un lavoro condotto in
prima persona, lecitamente e con le proprie forze e non chiesto ad altri
preconfezionato.
Consacri se stesso all’Università che le ha dato molto.
In questo momento sono certa che non comprenderà la mia
risposta. Essa suonerà come un pesante rimprovero, ma il giorno in cui avrà
seguito le mie linee guida sarà il giorno in cui potrà immedesimarsi in me.
In fondo le scrivo come farebbe una madre, colei che ha
l’obbligo morale di educare il proprio figlio, specie se questo ruolo è stato
evaso.
Mediti bene sulle mie parole.
Eleganza vuole che lei non risponda alla presente né mi
contatti in futuro, piuttosto canalizzi le sue energie verso un lavoro onesto e
instancabile.
Dott.ssa Silvana Calabrese
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