Recensione: La
Rocca – Malagamba – Susca (a cura di),
Eroi del quotidiano. Figure della serialità televisiva, Bevivino Editore,
Milano-Roma 2010, pp. 273.
Nel corso del
tempo le rocambolesche vicende dei protagonisti di miti e racconti hanno ceduto
il passo ad un nuovo mondo, quello delle serie televisive.
Miti, leggende
e racconti hanno plasmato e al tempo stesso custodito l’identità sociale
conferendole l’incanto dei momenti onirici. L’immaginario di ogni cultura ne
traeva nuova linfa per le proprie capacità mentali. Gli eroi, inarrivabili
abitanti delle pagine di libri o delle pieghe delle voci narranti,
rappresentano il frutto dell’invenzione, ma le loro gesta sono ulteriori a
questo livello, poiché divengono esempi, valori e sono portatrici di senso ed
ispirazione.
Oggi si è
stabilita una nuova categoria di miti ed eroi: le incarnazioni televisive. Non
v’è più una figura che incarni il tramite fra la dimensione celeste e quella
terrena dell’immaginario collettivo, bensì dei personaggi pubblici interposti
tra la dimensione quotidiana e quella della sua spettacolarizzazione.
Serial,
serie, fiction, sit com, medical drama, soap
opera, telenovela, reality show, telefilm sono le
declinazioni della serialità televisiva. Le puntate consequenziali tessono una
trama di fondo che si dirama con l’ingresso di nuovi personaggi, la cui
personalità può essere scandagliata. Generano empatia, incontrano la fedeltà
degli spettatori instaurando un rapporto familiare così tanto simile alla vita
quotidiana per via di un espediente: l’instaurazione di una routine analoga a
quella degli spettatori, ma che diverge poi per la presenza di un elemento di
rottura che eccede la realtà. Generalmente può trattarsi di un atteggiamento
ridondante pur essendo fuori dall’ordinario, come affrontare situazioni
complesse con un instancabile sarcasmo, oppure con leggerezza, o ironia. È
proprio il modus operandi dei personaggi di una serie a esaltare la devozione
degli spettatori. Al pari della locuzione
theatrum mundi che stabilisce un
legame tra finzione e realtà, anche il telefilm da un lato cristallizza
situazioni reali tipiche della vita quotidiana e dall’altro ne determina la
possibile matrice.
Non si può omettere l’altro pregio delle serie
tv, quello di attivare delle competenze enciclopediche negli spettatori citando
periodi storici, come in Mad Men, oppure citando La nascita della tragedia di
Nietzsche, come in Dexter.
L’opera si
rivela complessa e offre numerosi spunti di riflessione attraverso l’analisi di
alcune delle serie televisive dell’industria culturale americana che più
incantano il pubblico: Six Feet Under, True Blood, I Soprano,
House, In Treatment, Scrubs, Californication, Disperate
Housewives, Gossip Girl, 24, Lost, Dallas, Plus
belle la vie.
A quanti dei
lettori si sia istintivamente prospettato l’interrogativo su come riesca a
germogliare l’incanto verso gli episodi seriali e di conseguenza la capacità di
identificarsi con i personaggi confluendo nella volontà di seguire le puntate
con grande passione e puntualità, la risposta è nel capitolo inerente pratiche
e strategie enunciative della serialità, dove la sigla diventa sigla bondage,
capace cioè di instaurare un profondo e inscindibile legame tra spettatore ed
‘eroe moderno’.
Alla sigla
spetta il compito di sedurre lo spettatore inducendolo alla stipula del contratto
di veridizione, quel contratto di fiducia fondamentale per attivare la
pratica della visione. Esso consente di credere ad un mondo immaginario, ma
presentato come verosimile.
Restando
fedele al suo etimo greco sigao, la sigla deve alludere ai contenuti
visuali e contemporaneamente mantenerne taciti altri.
La sigla di
apertura esprime, in pochissimi fotogrammi, i tratti distintivi, comunica
l’identità del testo e si fissa icasticamente nella memoria dell’astante.
Contrapposta a tale ambiente liminale è la sigla finale. Crea un effetto di
straniamento con un’interruzione ex abrupto dell’episodio che catapulta
lo spettatore nella dimensione reale dopo averlo condotto all’apice
dell’immedesimazione narrativa. Anche questo è un escamotage e innesca il
desiderio di seguire la puntata successiva.
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