Translate in your language

domenica 29 ottobre 2017

Lettera a un figlio mai nato

Silvana Calabrese bambina
Silvana Calabrese     Ti immagino come se tu fossi accanto a me capace di comprendere, ma soprattutto di ascoltare. Tu non appartieni a questo mondo e ciò ti rende in grado di guardare le cose da altre prospettive, senza influenze, senza delusioni. Tu sei il figlio/a che non ho mai messo al mondo… e nemmeno concepito, intendiamoci! Però ti voglio scrivere, sento di doverti almeno questo dato che comincio a credere che non ti darò mai alla luce. Non mi piace questa società e perdonami se mi arrogo il diritto di scegliere per te. 
     Ti scrivo qualche riga così almeno saprò che abbiamo avuto un legame. Aspettative, speranze, ammonizioni e anche come ti avrei immaginato. Per prima cosa ti avrei preferito maschio, perché è una balla quella della parità dei sessi. Tra uomo e donna c’è una disparità insanabile e le donne non godranno mai del rispetto che meritano sul nostro pianeta.
     Ti avrei voluto forte e determinato, proprio come me, ma decisamente meno sensibile. Per il tuo avvenire avrei gradito una società caratterizzata dal rispetto per il prossimo e dall’immedesimazione. In merito alle amicizie, avrei voluto che tu provassi la gioia di una risata spontanea con amici sinceri. È questo il dono più grande dell’amicizia vera che fa tanto bene alla psiche e al sistema immunitario.
Sarebbe stato bello vederti crescere in compagnia di un forte entusiasmo perché esso è il motore trainante della società ed è anche ciò che le manca.
     Al tuo fianco, per la vita, avrei voluto un partner che ti completi. Uomo o donna, non ha alcuna importanza, l’omofobia deve finire.
     Mi sarebbe piaciuto guardarti negli occhi intravedendo in essi una parte di me, quella migliore, unita al tuo spirito serio, allegro e dinamico, ma anche onesto e generoso.
     Avrei voluto stringerti tra le braccia sapendo che l’unico vero e significativo segno del mio passaggio sulla Terra sei tu e soltanto tu. Perché solo tu avresti potuto perpetuare il mio lavoro portando in dote un pizzico della mia essenza e trasmettendola ai tuoi figli.
     È assurdo che io scriva proprio a te che nemmeno esisti? Non lo so, ma sono certa che a te piacerebbe leggere le mie parole perché tu saresti gentile, educato e disponibile al dialogo e all’ascolto.
     Per te vorrei solo e soltanto il meglio insieme a ciò che mi è mancato nella vita. 
     Ovunque tu sia, sappi che ti avrei amato tanto. 

Nessun commento:

Posta un commento