Recensione: Robert
L. Leahy, Se perdi il lavoro non
perdere la testa. Come sopravvivere alla disoccupazione, Eclipsi, Firenze 2015,
pp. 271, € 19,00.
Recensione: Daniela
Leveni – Paolo Michielin – Daniele Piacentini, Superare la depressione. Un programma di terapia
cognitivo-comportamentale, Eclipsi, Firenze 2014, pp. 258, € 16,00.
Si dice che
l’Università sia un luogo di formazione in grado di fornire le competenze
necessarie ad affrontare il mondo del lavoro. Non potrà mai esserlo davvero se
non menziona o prevede gli intoppi della vita reale. Se un giorno venisse
istituito un corso universitario denominato “Fondamenti della disoccupazione”
avrebbe in programma i due libri di cui sopra e formerebbe individui capaci di
fronteggiare anche i periodi più sfavorevoli dell’esistenza umana. Un corso
simile non esiste, ma abbiamo la fortuna di poter usufruire di due preziosi
testi che rappresentano un salvagente nel burrascoso mare della disoccupazione
e della depressione.
Aver perso o non aver ancora trovato un impiego è uno dei
maggiori fallimenti della nostra società che si vanta di aver raggiunto l’apice
del progresso. La presenza crescente di inoccupati causa la stagnazione
dell’economia di interi paesi e costituisce anche una gravosa zavorra
socio-sanitaria. Chi non ha un lavoro non guadagna e non produce, si sente
afflitto, perde la scintilla vitale e rischia di veder perire la propria
salute. Non siamo venuti al mondo per questo. E allora dobbiamo reagire, tornare
ad essere combattivi o imparare ad esserlo. Ci occorre una nuova priorità di
vita: noi stessi. In attesa che il governo compia le scelte migliori per il
paese intero, dobbiamo prenderci cura della nostra psiche, inseparabile compagna
di vita, abolire la pigrizia, acquisire nuove competenze o fortificare quelle
già in nostro possesso e continuare la ricerca di un nuovo impiego. Dobbiamo
rettificare i pensieri più cupi e affrontare la vita con una personalità che
impareremo ad interiorizzare con queste guide.
Lo studioso Robert Leahy ci
accompagna, come una guida fraterna, in un percorso salvifico che ci aiuterà a
capire che si può sopravvivere alla disoccupazione,
anzi si può letteralmente operare una rinascita.
Ho associato due recensioni salvavita poiché tra lavoro e
identità esiste un legame profondo e ne consegue che la perdita del lavoro
comporta un grande senso di smarrimento cui spesso fa seguito la depressione.
Quando scrissi il testo Lungo i sentieri dell’identità, affrontai il nesso tra lavoro e identità: è indissolubile,
ma le due realtà possono coesistere su piani separati. Non è esatto ritenere
che il lavoro ci doni un’identità, piuttosto la professione svolta è il
contesto nel quale far emergere la nostra identità. Quindi non dovremmo mai
permettere alla disoccupazione di spingerci nel baratro della depressione. Superare la depressione è possibile seguendo il programma di terapia cognitivo-comportamentale.
La depressione non è una malattia incurabile. La depressione
non è necessariamente una conseguenza della disoccupazione, ma di una serie di
fattori (genetici o ambientali) o vicissitudini personali che ci spingono nella
spirale dell’autodistruzione. Imparare a riconoscerla è il primo passo per
provare a vincerla. Si menzionano i farmaci e con dovizia di particolari si enucleano
i loro effetti desiderati, indesiderati e i possibili rimedi. È fondamentale
esercitarsi nel mettere in pratica delle strategie comportamentali per uscire
da quel vortice di controproducente malinconia ed attuare una vera e propria
ristrutturazione cognitivo-comportamentale che ci terrà compagnia per tutta la
vita.
Ora mi congedo da voi affinché non perdiate altro tempo.
Avete un importante viaggio da compiere e un’ardua missione da assolvere:
salvare la vostra anima.
- Sbarazzarsi di ansia e depressione e... vivere sereni .
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