Translate in your language

venerdì 2 febbraio 2018

Mamma, papà… da dove vengono i bambini?

Facile diventare genitori, ma esserlo è difficile
Questo articolo non ha controindicazioni e può essere letto senza censure da grandi e piccini. È fin troppo semplice diventare genitori, ma esserlo è ben più complicato e se ne prende coscienza di fronte alla domanda ingenua o sorniona del bimbo: da dove vengono i bambini? La mamma arrossisce e il babbo impallidisce, specie se a chiederlo è la figlia femmina. Voi genitori siete pronti a confondere le idee ai figlioletti istigandoli ad approfondire l’argomento e i piccoli devono destreggiarsi fra bizzarri racconti come quello della cicogna che solca i cieli e da alta quota lascia cadere i teneri fagotti. Poi c’è la versione dei bambini che si trovano sotto i cavoli, ecco perché in alcuni asili vi sono invasioni di pidocchi! Una storia spezzata che si interrompe nei campi è quella delle api e dei fiori, è difficile intravedere un legame col concepimento. Di matrice giovanile è la narrazione delle vicende di Barbie e Ken; non c’è da sorprendersi se poi i bambini spogliano tutte le loro bambole! Un racconto d’élite è quello del babbo che inserisce i semini nella pancia della mamma, ma crolla la coerenza se il papà non ha il pollice verde. Basterebbe poco per dire la verità: i bambini sono il frutto di atti di dubbia moralità. Non capirebbero, ma smetterebbero col terzo grado. Il problema vero è che la risposta completa sono in pochi a conoscerla. Mi cimento io.
Concepimento fecondazione Silvana Calabrese blog
Nel lontano 1600 uno scienziato scoprì che i papà hanno dei girini (non ci è dato sapere come se li procurò) e diede alla loro coda un nome che sembrò un pronostico: flagello, infatti esso è sinonimo di disgrazia… che ci ha portati a essere 7 miliardi. Dunque, la mamma ha un ovetto (in realtà ne ha molti ma la parsimonia la induce a usarne uno al mese) e il babbo dispone di un piccolo esercito di girini in cerca di quell’ovetto. Non occorre studiare economia per osservare la netta sproporzione tra domanda e offerta. Come dice il profeta Gianni Morandi nella canzone, «uno su mille ce la fa». Un solo girino si associa all’ovetto e… indietro non si torna. Da questa specie di fusione aziendale anche detta «miracolo della vita» nasce una cellula che cresce e si sviluppa, lo zigote. La pronuncia di questo termine, articolata al punto da corrugare il viso, è un presagio. Suggerisce che entro 9 mesi giungerà a casa un tenero salasso finanziario chiamato bebè. Una ricerca di alcuni anni fa segnalava che accudire un bambino da 0 a 18 anni vuol dire affrontare una spesa pari a 300.000 euro. Una cifra da incubo e anche da aggiornare perché fino ad ora non ho mai visto un giovane che appena terminati gli studi riesca ad emanciparsi dalla propria famiglia, la metaforica cellula alla quale restano legati anche oltre i 40 anni. Tutto chiaro? 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” 5 febbraio 2015, p. 24. 


Nessun commento:

Posta un commento