Recensione: Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, Einaudi, Torino
2007, pp. 419.
Un’opera la
cui pubblicazione è risultata travagliata e inizialmente anonima, divenuta poi
un grande successo e giunta fino ai giorni nostri.
Nell’isola
britannica sembra che la vita degli individui sia strettamente legata ad alcuni
elementi: matrimonio, patrimonio, status sociale.
Il primo
rappresenta una vera ossessione per chi abbia concepito prole di sesso
femminile perché solo i figli maschi divengono eredi dell’intero patrimonio di
una famiglia. L’unione coniugale consente di accrescere il patrimonio del nuovo
nucleo, ma ben poco si può fare per un miglioramento dello status sociale.
La vita
sociale nel Settecento era circoscritta ai ricevimenti ed alle feste da ballo organizzati
dai parenti o dalle famiglie del vicinato. Lo scopo era uno e uno solo (e le
rivalità molteplici): permettere ai celibi, del posto o in visita, e alle nubili
di fare nuove conoscenze perché …«è un fatto universalmente noto», come note
sono le rendite annuali di ciascuna famiglia del Regno.
L’opera non
propone soltanto le sospettabili dinamiche matrimoniali, ma si concentra sulla
fitta trama che può derivare dall’unione tra orgoglio e pregiudizio.
All’epoca era piuttosto
evidente l’impazienza che le donne avessero nell’accasarsi e i rampolli non ne
erano all’oscuro: sapevano bene che sarebbero stati graditi all’altro sesso e
che una loro proposta di matrimonio non avrebbe mai ricevuto un rifiuto. Dal
loro canto, le fanciulle assumevano perfino comportamenti esasperanti pur di
ottenere pubblici consensi e far risultare gradita la loro presenza.
La lettura del
romanzo della Austen rende spontanei dei paragoni con il nostro tempo,
specialmente in merito ai rapporti uomo-donna. Oggigiorno si fa ricorso
all’espressione «dispersione di attenzione» dato che i corteggiamenti sono
limitati, a volte inesistenti, e se una fanciulla respinge un giovanotto,
quest’ultimo non perde tempo a trovare una valida alternativa. Nel Settecento
invece la ritrosia di una donna di fronte ad una seria proposta di matrimonio
contribuisce a renderla amabile, inoltre è una consuetudine quella di
respingere l’uomo di cui ha sempre avuto in mente di accettare la proposta, che
spesso si ripete per più volte. Tuttavia all’uomo che veniva seriamente
rifiutato dalla presunta amata non mancavano certo nuove occasioni per ottenere
un consenso da un’altra donna il cui patrimonio ed il cui status sociale
fossero pari o superiori rispetto alla precedente.
Tutto questo
sembra dare per scontato il sentimento dell’amore che non ha nulla di meccanico
o premeditato, ma è spontaneo, lento, graduale, a volte latente come il
crescere nella stima dell’altro senza accorgersene e senza che l’altro se ne
accorga fino a quando l’attrazione raggiunge l’evidenza. È in questa sfumatura
che si colloca il reciproco ma dapprima ruvido sentimento che si instaura tra i
protagonisti: Elizabeth e Darcy. I loro rispettivi patrimonio e status sociale
di certo non si eguagliavano, erano però simili in fatto di orgoglio e
pregiudizi.
La critica che
dal 1813 (anno di pubblicazione del volume) si è concentrata sull’opera
conviene, unanime, su un aspetto, quello di attribuire a Darcy l’orgoglio di
classe, mentre a Elizabeth il pregiudizio nei suoi confronti. Io me ne discosto
associando l’orgoglio anche a Lizzy. Si tratta di un orgoglio legato alla
classe inferiore, consapevole di esserlo e incapace di nasconderlo a causa
delle eccessive esuberanze della madre in pubblico. Chi appartiene ad una
classe inferiore, ma cura e controlla i propri comportamenti, il proprio
portamento, intensifica la propria cultura ed ha modi cortesi ma non ingenui,
non ammette atteggiamenti superbi nei propri confronti.
Anche il
pregiudizio è comune a entrambi i protagonisti e affonda parte delle sue radici
nell’orgoglio personale e di classe.
Elizabeth
prova delle antipatie verso Darcy scaturite dall’opinione che la gente ha di
lui (infatti la sua reputazione lo aveva preceduto alla festa da ballo in cui
incontrò Elizabeth) e acuite dal giudizio espresso da lui troppo in fretta e
incautamente, al punto da essere udito dalla protagonista, sul suo essere
appena passabile.
Darcy
considera negativamente la famiglia di Elizabeth sia per lo status sociale
nettamente inferiore che per i modi poco controllati della madre di lei e per
la condotta poco ortodossa delle figlie minori della famiglia Bennet. Inoltre
elabora delle personali congetture basate solo e unicamente sull’apparente
freddezza di sentimenti di Jane, sorella di Lizzy, nei riguardi del suo amico
Bingley. Il suo saldo ascendente sull’amico, unito all’apparenza osservata
contribuiranno poi ad allontanare la giovane coppia. Ma sarà poi la stima e
l’amore per la donna difficile da conquistare che lo indurranno a meditare sui
suoi errori e a constatare la correttezza di alcuni dei pregiudizi che però
vale la pena di accantonare perché l’affinità caratteriale è troppo forte.
Deporrà il suo
innato orgoglio come fosse l’unica arma capace di difenderlo nelle metaforiche
lotte quotidiane e aprirà il suo cuore a Elizabeth, inizialmente stupita e
ancora di più preda dei suoi incrollabili rancori verso Darcy.
Le presenterà
una lunga lettera di scuse in cui svelerà la vera identità di Wickham anche a
costo di confidarle un fatto, fino a quel momento tenuto segreto, e che se
divulgato avrebbe irrimediabilmente infranto la reputazione di sua sorella
Georgiana, la quale a quindici anni acconsentì al progetto di una fuga d’amore
con il venale Wickham.
Porrà rimedio
alla perdita di onorabilità di Lydia, la minore delle Bennet, fuggita con
Wickham, falsamente intenzionato a sposarla. Corrompendolo con la promessa di
estinguerne i debiti fino a quel momento accumulati, lo convinse a sposarla.
Contribuirà
anche a rinsaldare l’unione tra il suo amico Bingley e Jane, da sempre fatti
per stare insieme.
Assumerà modi
gentili, quasi inverosimilmente attribuibili alla figura del Darcy che la gente
ha imbastito. Cercherà di piacere agli zii di Elizabeth, i signori Gardiner,
trattandoli come suoi pari.
L’effetto
prodotto dalle azioni di Darcy sarà quello di abbattere tutti i pregiudizi di
Elizabeth nei suoi confronti. E la sua seconda proposta non può che essere
accolta con gioia di Elizabeth e stupore del padre ignaro dell’evoluzione dei
sentimenti della secondogenita nei confronti di Darcy.
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