È ufficiale: i lemmi ambizione, competizione e successo sono
stati travisati in pieno. Il significato che si attribuisce a questi termini è
tale da indurre a reputare malvagio chiunque dimostri di essere ambizioso,
competitivo o desideroso di raggiungere il successo. Non è che l’ennesimo modo
di assegnare un’etichetta ai comportamenti, uniformandoli, piuttosto che
analizzare gli elementi circostanziali. Vediamoli insieme.
Il dizionario svela la definizione di ambizione come volontà
di ottenere qualcosa che si desidera ardentemente. Nel senso immacolato,
rappresenta la viva aspirazione a migliorare la propria condizione attraverso
la dedizione e a costo di sacrifici. L’obiettivo è quello di ottenere dei meriti
e realizzarsi al livello personale. Nel senso corrotto, è brama di potere e di
successo. Vincenzo Cuoco (1770–1823) sostenne che «l’ambizione è un vizio o una
virtù, secondo le vie che sceglie, secondo il bene o il male che produce».
Dunque, sia un ragazzo studioso che un accanito giocatore d’azzardo sono
ambiziosi, ma è chiaro che vi sono delle enormi differenze.
Anche la competizione alla quale siamo costantemente
esortati ha doppia valenza: leale o sleale. Si può essere competitivi adottando
comportamenti sordidi e scorretti verso il prossimo per trarne profitto, oppure
si può risalire alla radice del vocabolo, ossia competenza. Competere vuol dire
gareggiare non con altri, bensì con l’accrescimento delle personali competenze
e conoscenze.
«Si sente spesso parlare di
successo e nella quasi totalità dei casi si fa riferimento alla sfera
economica, dimenticando che il termine indica anche uno stato di equilibrio
interiore, il cui raggiungimento dovrebbe essere un’ambizione seguita da un
esercizio costante. Il successo non è riferito alla notorietà, ma alla stima di
sé, senza di essa il progresso non può sussistere. A questo progetto ci si
lavora per tutta la vita. È fondamentale proporsi una méta consonante con le
proprie aspettative: non si tratta di un semplice desiderio, pertanto non deve
essere velleitario, bensì deve produrre motivazione che racchiuda grande
determinazione. È importante prepararsi e istruirsi per il conseguimento
dell’obiettivo stabilito» (cito Lungo i sentieri dell’identità, pp. 139–140).
Da qualche parte, in questo nostro mondo, c’è ancora qualche
ragazzo/a dell’idea che il giorno in cui crederà che l’importante sia solo
avere soldi, sarà giorno del tradimento degli ideali in cui ha sempre creduto.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 17 gennaio 2013, p. 32.
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