Dal
23.12.1978, con la legge n. 833 (riforma sanitaria), in Italia è stata
introdotta la figura del medico di famiglia. Lo si sceglie presso gli uffici
dell’A.S.L del comune di residenza, consultando la lista dei medici
disponibili. Fin dal principio tali medici sono stati referenti indiscussi dai
quali recarsi per motivi di cura o semplice consulenza. Pare debbano promuovere
la salute, prevenire le malattie e fornire cure e terapie. In questo consiste
la loro assistenza ai pazienti. Un ingranaggio troppo bello per mantenersi
integro! Come molti, anche il medico di fiducia tende a prescrivere con
sollecitudine integratori alimentari piuttosto che consigliare un’alimentazione
sana. In questo si prospetta una comune colpevolezza di medico e paziente
poiché quest’ultimo affolla le farmacie alla ricerca dell’integratore “giorno
da leoni” mentre diserta il mercato ortofrutticolo.
In un clima di
tagli e revisioni di spesa si sa che il paradosso è d’obbligo: si risparmia sul
necessario e si sperpera sul superfluo. L’assurdo si applica all’elenco delle
analisi ematochimiche indispensabili a condurre un check-up completo che per
definizione serve a verificare lo stato generale di salute del paziente e a
rivelare disfunzioni latenti. Capita che il medico curante ometta esami
fondamentali come le transaminasi. A volte accade che un paziente zelante ed
erudito fornisca un promemoria al medico di base, il quale sfoltirà molte voci
dalla lista. Sosterrà l’ipotesi che ogni disfunzione si annuncia palesemente.
Si domanderà più volte quale sia il suo ruolo di medico. Ribadirà che nelle
analisi di routine, la cui cadenza non deve essere annuale, non è necessario
spingersi oltre emocromo, sideremia, ferritina e fosfatasi alcalina. Obiezione!
Gli esami sono scarsi, ne occorrono altri. La glicemia ci indica il glucosio
presente nel sangue; trigliceridi e colesterolo ci parlano dei grassi; bilirubina
e transaminasi sono sentinelle della funzionalità epatica; azotemia e
creatininemia sono guardiane della funzionalità renale; tra gli ormoni
pancreatici annoveriamo insulina, amilasi e lipasi; calcemia e vitamina D
(carente a tutte le età) sono l’immagine della salute delle ossa; la tiroide
non ama restare nell’ombra, ma vuole parlarci tramite FT3, TSH, FT4, anticorpi
anti-tireoglobulina ed anti-tireoperossidasi. Da non trascurare è il valore
della vitamina B come anche l’esame delle urine e delle feci. Nessuno desidera
scadere nell’ovvio, ma prevenire è meglio che curare!
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”,
1 dicembre 2014, p. 12.
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