Translate in your language

domenica 15 aprile 2018

La nuova forma di genocidio, latente e vincente

La prevenzione. Consiglio inapplicabile a tavola
Silvana Calabrese prevenzione salute a tavola
Mangiar sano è ancora possibile? Come si spiega l’impennata dei casi di intolleranze alimentari? Il luogo in cui ci rifocilliamo, la tavola, è ora costellata di mine antiuomo. L’incremento dei disturbi gastrointestinali è imputabile a una nuova forma di genocidio latente e vincente: quella attuata ai danni della salute, aprendo il fuoco sul nostro centro di equilibrio, l’apparato digerente. Nelle corsie dei reparti di gastroenterologia non ci si sente mai soli: tanta gente si fa punzecchiare o soffia all’interno di palloncini, lungi dall’ornare una festa. Si sottopone a test per appurare l’insorgenza di un’intolleranza, scoperta la quale, prende il via una transumanza di consumatori dai supermercati ai negozi bio. «Prevenire è meglio che curare». Un consiglio che non va più applicato a tavola. La prevenzione si attua proteggendo l’ambiente. A nulla vale una sana ed equilibrata alimentazione se ingeriamo cibi noti per il loro apporto di fibre, vitamine e sali minerali, ma contaminati. L’ecosistema del globo è alterato. L’inquinamento è l’agente responsabile della rottura degli equilibri naturali mediante l’immissione in aria, acqua e suolo di sostanze nocive. È risaputo quanto pressante sia il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi domestici, urbani e chimici. L’incremento demografico arreca danni al suolo: crescono le discariche abusive e non per tutti è chiaro il sistema della raccolta differenziata. Il nostro pianeta non è fatto di compartimenti stagni, quindi il sottosuolo e le falde acquifere risultano intaccate dall’abuso di concimi chimici ed anche nei corsi d’acqua si riversano le acque di scarico degli stabilimenti industriali. Il tutto confluisce nel mare. Non illudiamoci che l’immensità dei bacini marini li renda immuni dal degrado. Fertilizzanti e detersivi presentano un’elevata concentrazione di fosforo e azoto, responsabili del fenomeno dell’eutrofizzazione che provoca una rapida crescita di alghe, le quali sottraggono ossigeno all’acqua e causano la morte delle forme di vita acquatiche. Non è il caso di soffermarci sulle bombe ecologiche date dalla dispersione di petrolio e carburante a seguito di incidenti navali. L’inquinamento idrico ha ripercussioni sull’acqua potabile, quella che dovrebbe riequilibrare le perdite e non acuirle. «Campare d’aria» è impensabile: è inquinata da un miscuglio di monossido di carbonio, anidride solforosa e particelle di piombo.
È ora di pranzo, bon appétit! 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 22 febbraio 2016, p. 12. 

Nessun commento:

Posta un commento