Mutuando il
portale web di viaggi che pubblica le recensioni (in realtà sono commenti)
degli utenti su hotel, ristoranti e attrazioni turistiche, nasce il Tripadvisor
degli ospedali. L’idea proviene dalla mente creativa del ministro della Salute
Beatrice Lorenzin, la quale ha inaugurato il portale www.dovesalute.gov.it che
gradualmente si arricchirà di dati. Partendo dalle informazioni utili ad
individuare la struttura idonea al trattamento di specifiche patologie il sito
approderà ai giudizi espressi dai pazienti in merito al trattamento ricevuto.
Pare che la concessione della libertà d’espressione delle opinioni dei pazienti
sia stata motivo di travaglio da parte del sistema sanitario. Si vedrà in che modo
configurare la sezione in maniera da placare il risentimento che potrebbe
lambire alte temperature. In effetti in condizioni di totale libertà espressiva
gli utenti, chiamati a deporre sugli argomenti «gentilezza del personale» e «qualità
dell’assistenza» potrebbero dipingerli con cupe pennellate. Dopo essere stati
«pazienti» per tanto tempo, ne scriverebbero delle belle!
Il peggio si
può evitare con l’autocontrollo. Non è raro che i medici si scaldino con
estrema facilità dinanzi ai pazienti. Si respira spesso l’acre odore del
nervosismo nelle corsie dei nosocomi. A volte si inaugurano scioperi non
annunciati da opportuni avvisi e il potenziale paziente avverte un senso di
smarrimento interiore a fronte della desolazione al suo cospetto. Negli anni scorsi
la notizia di due medici che si sono presi a pugni in reparto è stata a dir
poco esecrabile. Gli impiegati minori non sono in grado di fornire indicazioni
a chi varca la soglia ospedaliera sugli orari delle visite ambulatoriali.
Eviterò riferimenti precisi, mi limiterò a scrivere in astratto poiché le
critiche non vengono accolte e utilizzate come propellente per migliorare
situazioni precarie. Così come i dizionari accolgono neologismi, dovrebbero
abolire i lemmi di cui non si conosce il significato o non lo si mette in
pratica: umiltà, calma, gentilezza, cortesia, ascolto, entusiasmo nel lavoro,
dedizione.
Mi accingo a
concludere con una preghiera affinché si faccia onore alla professione medica.
Tornate ad essere un riferimento e un nobile esempio per i vostri pazienti. La
vostra formazione prevede lunghi anni di studio, metteteli a frutto. Non
avversate mai un paziente, nemmeno se si dimostra risentito per un disguido
ospedaliero. È in gioco la salute fisica e mentale, vostra e di quanti avete in
cura. Sono cure quelle che dovete dispensare. Il male è semplice da rinvenire,
mentre il bene è un germoglio rigoglioso, ma solo se lo vorrete.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”,
10 giugno 2016, p. 20.
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