I
ragni sociali fanno lavoro di squadra
Possono
provocare ribrezzo (aracnofobia) o grande amore (aracnofilia), in ogni caso
nessuno negherà mai il fascino del mirabil tessitore, il ragno. Basti pensare
alle ragnatele paragonabili a grandi opere di architettura costruite con
pazienza e multifunzionali. Se ne possono osservare diverse tipologie con
analoghe funzioni: quella tela di seta serve ad imprigionare le prede e
sorregge un grande peso. Esistono più di 40 mila specie di ragni e quasi tutti
sono lavoratori autonomi e conducono una vita solitaria, lungi dall’operare
all’interno di una comunità. Tuttavia se vi dovesse capitare di avventuravi nel
cuore di una foresta pluviale o tropicale, provate a sollevare il capo e con stupore
vi ritroverete sotto un’enorme ragnatela che somiglia a una cupola. Tranquilli,
non è stato un ragno gigante a costruirla! Quando metterete a fuoco quella
rete, potrete notare i numerosissimi ragnetti che vi giacciono. È una vera e propria
congrega di diverse migliaia di tessitori definiti social spider, ovvero
ragni sociali. Le foreste pluviali sono caratterizzate da frequenti
precipitazioni che renderebbero impossibile la vita di un ragno solitario. La
costruzione di ragnatele comuni, e perciò molto resistenti alle intemperie, è
garanzia di sussistenza per ogni membro della comunità. Infatti la
realizzazione ben coordinata di reti che superano i 50 metri quadrati
consentono la cattura di una vasta gamma di insetti che divengono viveri per
l’intera colonia.
È il caso di
affermare che i ragni ci insegnano qualcosa e che forse, dopo averli osservati
con ammirazione, dovremmo emularli. Non ci citeranno in giudizio se copiamo il
loro metodo!
In un periodo
di crisi e depressione che non giova ad una ripresa, sarebbe opportuno
sperimentare progetti collettivi. Perfino tra i banchi di scuola non sarebbe
errato creare gruppi in cui ciascun membro contribuisca a far decollare un’idea
comune, sia essa circoscritta o estesa alle amministrazioni comunali. Anche
all’università, bandendo l’inutile invidia, sarebbe ben più proficuo associarsi
in team e creare un’identità di squadra che con serio impegno possa ritagliarsi
un ruolo nella società, emergere e non passare inosservata proprio come quelle
ragnatele megalitiche. Di fronte alle difficoltà che il presente ci ha serbato
dobbiamo abbandonare la via già intrapresa dell’individualismo e lavorare
insieme con coscienza. Applicando la ricetta dei ragni sociali, tutti
riscuoterebbero la propria parte di merito così come le grandi tele delle
foreste pluviali irretiscono le vettovaglie degli ingegnosi aracnidi.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”,
25 giugno 2014, p. 24.
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