L’era
delle litanìe giovanili
Esistono due
tipi di fenomeni: quelli che ci limitiamo ad osservare e studiare, come ad
esempio i fenomeni atmosferici, e quelli che noi contribuiamo a generare. Il
più recente è il fenomeno delle litanìe giovanili. La categoria dei giovani,
all’alba della prima decade del III millennio, ritiene che la società l’abbia
resa marginale, depauperandola del futuro e costringendola a vivere un presente
dai contorni indefiniti.
Supponiamo per
assurdo di poter paragonare i giovani alle donne, le stesse che per molto, anzi
troppo tempo sono state paralizzate, nei comportamenti, dalle convenzioni
sociali.
Secoli di
conquiste civili e politiche avevano trascurato il mondo femminile, privandolo
perfino del diritto al voto. Loro, le donne, non persero tempo, acquisirono la
consapevolezza degli eventi storici e condussero la loro battaglia femminista
al fine di raggiungere emancipazione, autonomia e riscatto sociale.
I libri di
storia ci illuminano su quanti ostacoli le esponenti di sesso femminile abbiano
incontrato prima di conquistare il suffragio femminile. Le «suffragette»
statunitensi lo raggiunsero nel 1820, mentre le italiane nel 1946.
Ma i diritti
che oggi sono riconosciuti alla donna (voto, famiglia, pari opportunità nel
lavoro, periodo di maternità retribuita) hanno radici storiche e sono preceduti
da decine di secoli di subordinazione sociale.
La storia, nei
diversi periodi che la contraddistinguono, è costellata di personaggi, sia
maschili che femminili, il cui esordio sociale è stato durissimo, eppure non
hanno mostrato segni di cedimento nemmeno quando le circostanze erano
riluttanti a svelare aspetti positivi.
I nostri
predecessori, tra cui i giovani protagonisti del ’68, hanno lottato per
ottenere quella libertà che poi molti giovani della nostra generazione hanno
trasformato in libertinismo.
Se le vostre
litanìe sono supportate da solidi pilastri, allora non indugiate, realizzate
ciò che per voi ha realmente valore. Credete in voi stessi, siate audaci e
coraggiosi, non datevi mai per vinti.
Vi sembra
forse che Maria Montessori abbia perso tempo con inutili litanìe verso
un’Italia che imperdonabilmente tardò a riconoscerle i suoi meriti?
E vi sembra
che io mi sia arresa lungo il tortuoso iter editoriale per dare alla luce Tutti i misteri sono risolti?
Da “La
Gazzetta del Mezzogiorno”, 18 giugno 2011, p. 24.
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