Recensione: Fabio
Caliendo, Assistente alla poltrona. Manuale, Edi.Ermes, Milano 2010, pp. 561.
Tra i validi
manuali consultati in anni di esperienza editoriale ne trovo ancora adesso uno
che riesce a stupirmi per la completezza e l’esaustività con le quali guida
alla messa in pratica di una professione di grande interesse sanitario che solo
di recente ha visto riconosciuta un’attenzione politica a livello nazionale. Si
tratta dell’assistente di studio odontoiatrico (Aso), vero e proprio braccio
destro del dentista: lo assiste e lo coadiuva in ogni attività del riunito,
accoglie i pazienti, predispone l’ambiente e lo strumentario pre-seduta e cura
la sanificazione dello stesso post-seduta, si occupa anche dell’aspetto
gestionale dello studio.
Nulla viene
dato per ovvio nel testo che porta in dote una ricca iconografia tale da
incastonare concetti e immagini nella mente del lettore che da esso desidera
essere formato. L’obiettivo è offrire una piena e seria consapevolezza del
lavoro che attende quanti scelgono o intendono seguire l’iter per ricoprire il
ruolo di assistente alla poltrona.
L’evoluzione
della nostra società si è estesa al campo sanitario e odontoiatrico, per questo
si rende obbligatoria la minuzia di dettagli e particolari che l’opera si
propone, con successo, di veicolare. Oggigiorno l’esperienza vissuta da un
individuo che si reca dal dentista non si legge più nei soli termini di salute
e prevenzione, ma di customer satisfaction e marketing. Sono le nuove regole
del mercato che inducono a volersi migliorare per primeggiare in un determinato
settore fidelizzando il cliente. Ma molte regole sono imposte dai cambiamenti
nel campo economico e giuridico. Progressi tecnologici e sfide pongono il
personale di uno studio odontoiatrico ad organizzarsi per costituire il
migliore dei team possibili. Sapevate che il termine team non è altro che l’acronimo di together everyone accomplishes more (insieme ciascuno realizza di
più)? Fortificare l’immagine di studio, renderne stabile o incrementarne la
credibilità e la notorietà, soddisfare il paziente fin dal primo approccio
contribuirà a fidelizzarlo ma anche a renderlo curatore delle stesse pubbliche
relazioni dello studio medico, come? È dimostrato che oltre il 70% dei pazienti
sceglie di recarsi in un determinato studio dietro consiglio di un familiare,
amico o conoscente. Non è più valido l’assunto per cui il cliente ha sempre
ragione, piuttosto il cliente è il nuovo capo e dalle sue osservazioni e percezioni
dipende molto. Egli si crea delle aspettative, effettua paragoni, assapora la
professionalità che aleggia nello studio fin dalla reception e dalla sala
d’attesa e quando è “comodamente” seduto in poltrona non può parlare, ma attiva
tutti i suoi recettori di qualità circostante.
Esistono
diverse fasi vitali in un centro medico odontoiatrico: il primo approccio, la
pianificazione del trattamento, il trattamento stesso con conseguente contratto
terapeutico ed il post trattamento consistente nel mantenimento del rapporto
con lo stesso paziente nel corso degli anni (controlli e prevenzione).
Recensisco un
volume tecnico al fine di divulgare un utile strumento in grado di orientare i
più giovani verso le future scelte professionali in campo sanitario. Una volta
imboccato il sentiero dell’odontoiatria non vi resterà altro che la parte più
complessa: diventare lo studio odontoiatrico di riferimento. Buona lettura e
buon lavoro.
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