«Negli ultimi
trent’anni l’evoluzione dei mezzi di comunicazione ha rivoluzionato il mondo
più di quanto siamo indotti a pensare. Quelli che una volta erano i mass media
sono repentinamente diventati personal media, raggiungendo ciascuno di noi in
maniere mai nemmeno immaginate: si tratta del pc, dell’accesso a internet, del
telepass o del conto bancario online, tutto questo ha alterato le nostre
coordinate di spazio, tempo e identità. È un dato di fatto». È con queste
parole dense di avvenirismo che il 19.11.2009 l’editoriale di «Avvenire»
descriveva la metamorfosi cui la nostra società è stata sottoposta presagendo
ulteriori mutamenti.
Non di rado si
ammonisce la dilagante pressione al conformismo cui siamo sottoposti, eppure
continuiamo a comportarci come se fossimo prodotti in serie. Se si emanasse una
sentenza metaforica, questa ci giudicherebbe «colpevoli di concorso in
cambiamento sociale».
Basti pensare
alla carta di credito la cui diffusione, fin dai suoi albori, è stata virale e
orientata a determinare una specie di status symbol tra i suoi possessori. Se
ne sono elencati i vantaggi indiscussi e nemmeno una possibile ripercussione
sulla vita quotidiana. Questo amore incondizionato per la credit card ha avuto
una conseguenza. Si è sentito parlare spesso della probabilità, forse remota
oppure a noi prossima, che tutto il contante in circolazione venga ritirato in
favore di quello virtuale ossia delle carte di credito o prepagate. In tal modo
ogni acquisto, ogni transazione verrebbe monitorata. Si bandirebbe per sempre
il lavoro nero e questo determinerebbe un’enorme conquista, ma di certo si
individuerebbero metodi per aggirare il vincolo. Tuttavia, come direbbe
Baudrillard, tutto questo ci si potrebbe ritorcere contro. Come? Se già i
contanti, sia pur sporchi e maleodoranti, vengono associati al «dio denaro», il
suo mutamento totale e irreversibile in denaro virtuale lo renderebbe superiore
agli stessi dei: lo tramuterebbe in un titano. E se una carta di credito si
smagnetizza, l’acquisto di un bene di prima necessità non sarebbe più
possibile. O se il sistema telematico subisce un attacco virale o va in tilt…
si è pensato all’alternativa?
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”,
19 settembre 2015, p. 20.
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