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martedì 28 ottobre 2014

Crisi finanziaria: anche i guru della finanza ci han capito poco

     C’è poca chiarezza sulla crisi economica del XXI secolo. Cambiamenti rapidi e difficili da mettere a fuoco, perfino per le menti dell’alta finanza. Questo è il caso dei frutti che cadono lontano dall’albero, infatti non la comprenderemo mai pensando ai problemi odierni, ma dobbiamo risalire al 2007 per conoscere le radici della crisi. I mutui subprime sono all’origine della grande crisi. Vengono concessi a soggetti con problemi di inadempienze, pignoramenti e fallimenti nella storia di debitore, nonché scarso reddito. Il rischio deriva dagli alti tassi di interesse.
Le rate dei mutui a tasso variabile raggiunsero livelli al di sopra dei redditi medi e nel 2007 scoppia la bolla dei mutui: 15 Stati Usa registrano il maggior livello di rate non pagate da almeno 90 giorni e le banche hanno confiscato gli immobili mettendoli all’asta. Ma non è finita qui. I rischiosi prestiti immobiliari erano stati inseriti all’interno di obbligazioni contrassegnate dalla tripla “A” che rappresenta lo status di massima affidabilità del titolo. Niente di più falso, per questo si sente parlare di «titoli tossici». Questi titoli possono essere acquistati da privati, banche, fondi pensione e paesi all’estero. È così che ebbe inizio il contagio.
I problemi della finanza mondiale nascono dal crollo di una delle cinque power-house (cittadelle del potere) di Wall Street, la Bear Stearns, la banca d’investimento americana tra le più esposte ai mutui subprime. La banca d’affari americana Jp Morgan ha salvato la situazione rilevando la Bear, i cui gestori sono finiti sotto inchiesta dell’Fbi e arrestati con l’accusa di cospirazione, frode e scarsa trasparenza ai danni degli investitori. Le banche dovrebbero migliorare le comunicazioni fornite ai clienti, in modo che essi possano scegliere con maggiore consapevolezza i prodotti finanziari più o meno rischiosi.
L’opinione pubblica fa coincidere l’origine della crisi finanziaria mondiale con il crac della banca d’affari americana, Lehman Brothers che si occupa di servizi finanziari a livello globale. Il 15.09.2008 la società ha annunciato la procedura di fallimento pilotato o bancarotta per l’accumulo di ingenti debiti. La società cesserà di esistere quando sarà completata la procedura di bancarotta.
Il nostro banco degli imputati ha accolto un caso attuale di globalizzazione finanziaria che si riferisce alla crescita e all’ampliamento dei mercati finanziari. Il suo effetto indesiderato però è il fenomeno del contagio, ossia la possibilità che le crisi abbiano effetti al di là del mercato di origine, con ripercussioni a livello globale attraverso canali di trasmissione quali i legami commerciali e finanziari. Non sono mancate le misure anti-crisi volte ad incentivare gli investimenti e ad aumentare i consumi. Ma la prospettiva della disoccupazione li ha inibiti. Il resto lo state vivendo.

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