Il rapporto Anvur è severo nella valutazione della qualità della
ricerca meridionale. L’Università di Bari si colloca a fondo classifica. Il
parametro di riferimento è quello delle pubblicazioni. Il presidente della
Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, tuona contro l’Ateneo barese giudicandolo una
fabbrica di illusioni che andrebbe chiusa. Che situazione! Qual è la causa?
Negli Stati Uniti se in un’azienda le cose collassano si organizza una battuta
di caccia alla ricerca della bad apple, ossia della mela marcia che va
allontanata dalle altre per non contagiarle. A Bari la formazione fungina, di
colore biancastro e verdognolo e di odore particolare (muffa) che ha intaccato
il sistema la si può scorgere in ciò che è pubblico. Non è necessario scavare a
fondo nella vita dei docenti poiché i loro curricula studiorum sono resi
pubblici all’interno dei siti di Facoltà. Da quei documenti si evincerà un
percorso di studi tutt’altro che modesto, vantando soggiorni in prestigiosi
istituti d’oltralpe. I danari permettono opportunità impensabili. Ma poi è in
patria che si tenta la scalata sociale. Vincono la cattedra, ma non la onorano.
Il loro iter professionale dovrebbe dare luogo a pubblicazioni scientifiche
numerose e costanti nel tempo. Ma i risultati scarseggiano. Eppure non devono
autofinanziarsi i libri. Eppure quei corsi di perfezionamento d’alto livello
avrebbero dovuto determinare un’esplosione nella produzione accademica. Invece
no. Se il lavoro di queste mele marce fosse a cottimo, non arriverebbero a fine
mese. Situazioni del genere danno adito ai soliti sospetti con una novità:
attraversiamo un varco e fluttuiamo a mezz’aria con alcuni termini:
parentopoli, raccomandazioni, referenze. Parentopoli vuol dire che l’Università
è simile a un’azienda a conduzione familiare. Che le ex fidanzate restino in
buoni rapporti con i prof., dunque. Potrebbero inserirsi in Ateneo. Una
raccomandazione può essere lecita o illecita. Nel primo caso prende il nome di
referenza. Ma un genitore luminare ha la lucidità necessaria per fornire
referenze sul proprio figlio? Essere figli d’arte o voler seguire le orme di
babbo e mamma non è sbagliato, lo è ignorare le proprie reali capacità. Ma
qualcosa di genetico ed ereditario c’è. Confrontando i curricula di due prof.
imparentati si può notare il medesimo corredo cromosomico: macro titoli e micro
pubblicazioni. È nelle loro mani che riponiamo la formazione dei nostri figli.
Troppo pochi ancora sono coloro in grado di infondere passione professionale.
La soluzione però non è chiudere, causando una retrocessione culturale del
meridione, bensì estirpare le erbacce che vivono tranquille all’ombra di un
contratto a tempo indeterminato.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 21 agosto 2013, pag. 16.
Della sezione "Università" fanno parte anche:
- Cantami o Diva l'Università senza studenti ;
- La rivolta delle Università e il diritto allo studio ;
- Quelle prediche inutili nel giorno di San Silvestro ;
- La lunga attesa per ricevere la pergamena di laurea ;
- Università. I concorsi, scusanti per assumere raccomandati ;
- Il mio omaggio alla vittima delle baronie universitarie Norman Zarcone ;
- L'Università di Bari fa acqua da tutte la parti (video) ;
- Università, sul numero chiuso pesano ancora visioni miopi ;
- Puro illusionismo all'Università degli Studi di Bari ;
- Al clochard nel Palazzo Ateneo la presenza si può negar? .
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- La rivolta delle Università e il diritto allo studio ;
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