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venerdì 10 ottobre 2014

Come si fa ad avere successo? Il segreto del successo nell'era demeritocratica

    A scalare rapidamente la classifica dei segreti mai svelati, il cui primo posto apparteneva alla ricetta della Coca-Cola, c’è il segreto del successo.
L’editoria è colma di ricettari per giungere al successo e anche i grandi personaggi storici avevano diffuso la propria opinione: il primo ministro britannico Churchill asseriva che non bisogna mai, mai, mai arrendersi; il presidente degli States F. D. Roosevelt nel discorso inaugurale del suo mandato sosteneva che l’unica cosa da temere fosse la paura stessa. Bellino ne fa una «Filosofia del successo» e ne spiega la costante principale: la capacità di sopportare fatica e sacrifici. Vi sono testi che suggeriscono il raggiungimento della realizzazione personale mediante il superamento di alcune tappe. Proporsi una méta, un obiettivo, che produca motivazione e grande determinazione. È importante prepararsi per il conseguimento dell’obiettivo stabilito. Occorre iniziativa, spirito d’azione, forza di volontà e costante propulsione, in quanto gli ostacoli non tardano a presentarsi, e ingegnosità ed intraprendenza per superarli e proseguire il cammino grazie all’effetto della perseveranza e della tenacia. Sul progetto deve aleggiare la fiducia nelle proprie capacità. Il percorso dovrebbe sfociare su una «porta d’oro», varcata la quale si avrà modo di raccogliere i frutti del proprio lavoro. Tutto questo presuppone un sostrato di meritocrazia nel concedere l’opportunità per la quale ci si impegna. Se questo ingrediente manca, permettetemi di divulgare la ricetta adatta al contesto. Concentratevi e provate a focalizzare il vostro sogno, non quello che dal cassetto dovete trasferire nell’armadio a tre ante, bensì quello realizzabile con la sollecitudine. Fatto? Ora immaginate il percorso da seguire per giungere a coronare quell’ambizione. Fatto? Ora imboccate la strada opposta. Sono sobria, lucida e reduce da un sondaggio svolto in città: i candidati a un concorso pubblico motiveranno la loro scelta asserendo che lo fanno solo per soldi e vinceranno. Chi concorreva per passione, ma ovviamente anche per una stabilità economica, non troverà ubicazione per il proprio promettente talento. Ricordate quegli imprenditori che esprimevano disgusto di fronte ai giovani che durante il colloquio chiedevano l’ammontare della paga? Era solo un alibi, perché chi li prende in contropiede dicendo di non avere grandi pretese economiche non viene assunto ugualmente.

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