Il mio lascito al Comune di
Bari
La sottoscritta Silvana Calabrese, nata a Bari,
ivi residente e ivi laureata, nel pieno delle sue facoltà mentali nomina il
Comune di Bari suo unico erede. Dovrebbe iniziare così un testamento, sempre
che non abbia guardato troppi telefilm. Come in questi ultimi, facciamo un
balzo indietro col sottotitolo «Alcuni mesi prima». Ho cercato di fare qualcosa
per cui gli ambientalisti mi sarebbero stati grati: effettuare i miei
spostamenti con l’autobus. Dunque mi sono impegnata a non toccare le chiavi
dell’auto, tra l’altro in comodato d’uso perché appartiene ad un altro membro
del mio nucleo familiare e pertanto esclusa dal mio testamento. E così mi sono
immersa nell’affascinante mondo dei «mezzi pubblici» imparandone presto il
gergo: «è strapieno», «ha saltato la corsa», «è in ritardo», «è passato in
anticipo», «ha un’avaria». Acquisto il biglietto ma non lo utilizzo mai perché
non riesco a prendere l’autobus.
Non sono una veggente, ma so bene che quando mia nonna esce
di casa e prende i mezzi, mi giungerà una sua telefonata e non perché sono la
prediletta tra i suoi nipoti, ma perché la vettura ha subito un guasto o ha
saltato due o più corse. Sono giunta alla conclusione che è decisamente più
semplice salire su di un carro armato (era possibile alla Fiera del Levante di
qualche anno fa).
Molti baresi si impegnano a ridurre le emissioni inquinanti
delle proprie auto usufruendo dei mezzi di trasporto pubblico: alcuni acquistano
il biglietto semplice per 0,80€; altri trovano più comodo l’abbonamento; altri
ancora prendono la multa di 50€ il cui aspetto positivo è che dovrebbe
aggiungersi ai fondi per la manutenzione degli autobus. Eppure l’efficienza
sfiora sempre livelli bassi e durante le ore di punta il numero di vetture
Amtab su strada non aumenta, costringendo i passeggeri a comprimersi.
Ricordo che quando il sindaco Emiliano si affacciò sulla
scena politica gli si attribuiva un grande pregio: l’aver svolto la professione
di magistrato lo aveva reso più vicino ai problemi dei concittadini, ma per
esserlo davvero, il primo cittadino dovrebbe provare almeno una volta i mezzi
pubblici e non per una passeggiata, bensì per sbrigare delle commissioni.
Quanto mi sono azzardata a promettere non è certo un caso
isolato: nel 1933 in California è stata
costruita la Coit Tower, una torre commemorativa a seguito del lascito di
Lillie Hitchcock Coit per abbellire San Francisco, città alla quale Lillie ha
lasciato in eredità 1/3 del suo patrimonio «affinché fosse speso in modo
appropriato con lo scopo di incrementare lo splendore della città che ho sempre
amato».
Ora mi dica, dottor Patruno, se quanto ho scritto,
giuridicamente parlando vale come testamento oppure devo rivolgermi ad un
notaio.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 18 ottobre 2010, pag. 18.
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